Domani i funerali di Antonio Mondo, i dubbi della famiglia sul vaccino, il "decorso simile" al collega morto 20 giorni prima, che però aveva altre patologie.
Sono morti a distanza di 20 giorni l’uno dall’altro al Papardo, erano entrambi infermieri al Neurolesi e, anche se sono morti per cause diverse, il decorso della malattia, ad un primo esame, sembra essere simile.
Sono questi gli unici elementi sin qui accertati che accomunano la storia di Giacomo Venuto, morto il 6 agosto scorso, e il collega Antonio Mondo, spentosi due giorni fa a soli 49 anni. I funerali sono stati fissati per domani alle 15 alla chiesa di San Giuliano e la famiglia, disperata, racconta di un lungo calvario cominciato dopo la seconda dose del vaccino Pfizer.
Giacomo Venuto è morto per l’aggravarsi di una vasculite auto immune, ipotizzata durante il ricovero in ospedale. Per questo la direzione dell’ospedale Papardo ha al momento escluso la correlazione col siero anti Covid 19 e non ha inviato la segnalazione di evento avverso da approfondire alle autorità competenti. Non esiste neppure una inchiesta della magistratura, al momento, soltanto la preoccupazione dei molti che conoscono il caso, e l’accostamento col caso di Antonio Mondo.
Per il quarantanovenne, invece, la storia è molto diversa. Antonio non aveva alcuna patologia conosciuta, stava benissimo. Ma la famiglia non riesce a darsi pace per quella trombosi che gliel’ha portata via, e che pare sia cominciata poco dopo la seconda dose. A preoccupare, spiegano, anche il sospetto che i due colleghi fossero stati immunizzati entrambi con vaccino proveniente dallo stesso lotto. Il Papardo sta valutando il caso e domattina, dopo aver sentito gli anestesisti, la direzione deciderà se segnalare o meno il decesso all’Aifa come sospetto “evento avverso” per cui valutare la correlazione con la vaccinazione da covid 19.
Mondo lascia moglie e due figli maschi. Era molto conosciuto in città per via della sua professione e nel suo impegno nel mondo dello sport. I suoi familiari non si danno pace: raccontano dei forti dolori alle gambe, le complicanze respiratorie, poi un preoccupante sversamento pleurico. Al Papardo sono riusciti a stabilizzarlo ma, dopo un mese, si è spento all’alba di ieri mattina.