I Hub, il polo tecnologico in altezza e spazi pubblici liberi

I Hub, il polo tecnologico in altezza e spazi pubblici liberi

Marco Ipsale

I Hub, il polo tecnologico in altezza e spazi pubblici liberi

mercoledì 04 Settembre 2024 - 10:26

Meglio un solo grande edificio a più piani che diversi piccoli edifici. Così da lasciare spazi liberi per i cittadini

Entro settembre l’appalto per la demolizione degli ultimi due edifici, con l’obiettivo di iniziare i lavori a gennaio. Ed entro gennaio un concorso di progettazione per il polo tecnologico, l’I Hub.

Si riaccendono i riflettori sull’area di ex Magazzini Generali, Mercato Ittico, Silos Granai e Casa del Portuale. I lavori di abbattimento dei primi due si sono conclusi a ottobre 2023 ed è trascorso quasi un anno in cui tutto è rimasto fermo. Ora si attende la demolizione degli altri due edifici.

Linee guida

Ma quali le linee guida per il concorso di progettazione? Cioè come dovrà essere l’I Hub? Al momento sono disponibili solo dei rendering (nella foto principale), vale a dire dei disegni, nulla di definito.

E allora va fatto tesoro delle recenti esperienze, vedi recupero del lungomare fieristico e, in genere, del rapporto con lo Stretto. Di fronte all’area portuale Messina ha costruito palazzacci che non sono mai stati un bel biglietto da visita. E ora che due di quei palazzi sono demoliti e altri due lo saranno a breve, è l’occasione per ricostruire risparmiando suolo da destinare alla pubblica fruizione.

Non più quattro edifici ma uno o al massimo due, che può/possono essere costruito/i più lontano/i dalla linea di costa, sfruttando spazi in altezza e lasciando liberi quelli davanti alla cortina del porto, realizzando un parco in una città che, storicamente, conta solo su Villa Dante, Villa Mazzini e Villa Sabin.

Agire per sottrazione

In attesa di Parco Aldo Moro (lungo capitolo a parte) e del lungomare in Fiera, è quanto emerso anche da un altro concorso di progettazione, quello per la linea Boccetta – Annunziata. Lì sono stati coinvolti i cittadini e la prima indicazione è stata quella di agire per sottrazione, cioè eliminare i tanti ostacoli che si frappongono alla vista del mare.

L’I Hub

Non solo parco, ovviamente, perché l’I Hub resta un’idea importante, pur se da capire come riempire di contenuti. La Zes (Zona economica speciale) unica, che ha sostituito le singole Zes, potrebbe rappresentare un ostacolo in più per attrarre potenziali investitori. Ma è un fattore che non sembra scoraggiare l’amministrazione comunale, decisa a continuare a puntare su quell’area per realizzare un polo tecnologico che possa portare in città lavoro e sviluppo.

3 commenti

  1. Francesco Cardullo 4 Settembre 2024 10:40

    Storicamente, il lungo porto di Messina aveva un edificio unico, stupore del mondo intero, che si chiamava prima “Teatro Marittimo” poi “Palazzata”, poi, attualmente, “Cortina del Porto”. In tutti e tre i casi la qualità del progetto e dei progettisti dava a queste architetture (e non edilizia) un valore assoluto per Messina.
    Anche nell’area della Fiera, esistevano, negli anni cinquanta del novecento, architetture di assoluto valore, che davano qualità alla città.
    Il problema non è quello di nascondersi dietro l’idea del “parco” (termine esagerato per le dimensionassi ridotte) ma di attuare un progetto, in entrambi i casi, di qualità architettonica, in linea con la storia dell’architettura della città di Messina.

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  2. Villa sabin a parte due attrezzi per il fitness è totalmente abbandonata

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  3. “Polo tecnologico” che nessuno sa in cosa consista e che utilita’ concreta potra’ avere. Della serie: come realizzare spazi teoricamente molto utili ma con l’idea di renderli del tutto insignificanti.

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