Tappa reggina allo Sportello unico Immigrazione della Prefettura. I sanitari del Paese caraibico erano col commissario dell'Asp reggina, Lucia Di Furia
REGGIO CALABRIA – La prima cosa è che – per il momento – sono venuti a Reggio Calabria giusto per un giorno, anzi: per il tempo strettamente necessario per adempiere alle pratiche burocratiche necessarie alla regolarizzazione della loro posizione in Italia, allo Sportello unico Immigrazione della Prefettura, a Sant’Agostino, dove sono arrivati intorno alle 10,30 di oggi – accompagnati dal dirigente dell’Asp di Catanzaro Francesco Lucia e dal commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale reggina Lucia Di Furia – facendo ingresso nel centralissimo stabile che una volta ospitava la caserma intitolata al generale Luigi Mezzacapo.
La seconda è: «No hablo con la prensa!», non parlo con la stampa, come ci ringhia in modo molto scortese il capodelegazione dei 51 primi medici cubani giunti in Calabria, rifiutando anche in modo assai poco garbato di stringere la mano (!) a chi, comprensibilmente, vorrebbe solamente qualche elemento in più per informare i lettori della loro prima tappa a Reggio Calabria.
Naturalmente, il cronista se ne fa rapidamente una ragione… e cerca altrove. «Le donne fra noi in totale sono 9 su 51 persone», ci dice praticamente di soppiatto uno dei sanitari.
«Dall’Avana? Sì, ma non soltanto: arriviamo da tanti angoli di Cuba», spiega un altro. Una terza, una donna, sfoggia un largo, meraviglioso sorriso quando ci avviciniamo per sussurrarle «You’re already famous…», lei qui è già famosa…, in relazione a una bella foto pubblicata in queste ore, una volta che il primo contingente di medici caraibici da Lamezia Terme è arrivato a Cosenza, dove la caserma del 1° Reggimento Bersaglieri di via Panebianco è il loro temporaneo rifugio.
In servizio effettivo per la terza settimana di gennaio
Si potrebbe pensare a un’incursione che lasci però anche il tempo di un giro turistico, che so?, di una visita al Museo nazionale archeologico e ai celeberrimi Bronzi di Riace che vi sono ospitati: ma non sarà così. Venti minuti circa a pratica farebbero 16 ore… «Cercheremo di far fare loro anche la visita per la presa di servizio, ma – spiega la Di Furia – è chiaro che al termine delle pratiche burocratiche per ora torneranno a Cosenza».
Il secondo step, per i medici cubani, riguarderà sempre il Cosentino e in particolare l’Università della Calabria di Arcavacata: «Frequenteranno un corso di formazione sanitaria e, contemporaneamente, un corso di lingua italiana. Dureranno sicuramente una quindicina di giorni: considerando che c’è di mezzo anche qualche giorno festivo, questa cosa potrebbe prorogarsi un po’… Noi contiamo di averli operativi, in servizio qui da noi, per la terza settimana di gennaio 2023».
Ma quest’iniezione d’alte professionalità dal CentroAmerica basterà, per guadare il baratro di vuoti d’organico e d’emergenza nell’erogazione di prestazioni sanitarie in cui la Calabria si ritrova da tempo immemore? E poi, la convenzione con la Comercializadora de Servicios medicos cubanos prevede che i poco meno di 500 medici in arrivo dall’isola castrista – legati però da contratti stipulati individualmente con l’Azienda sanitaria provinciale di riferimento – si fermino per non meno di 6 mesi ma, al contempo, per non più di un anno: sarà un periodo sufficiente rispetto allo scopo perseguito? «Intanto, questi medici non è che possano risolvere tutti i problemi di una Sanità che per anni non ha avuto la possibilità d’acquisire professionisti – osserva il commissario dell’Asp di Reggio Calabria -, diciamo che però è un buon aiuto. Noi contiamo di poterne avere la disponibilità per un annetto… e sì, speriamo che questo periodo si riveli sufficiente».
La destinazione di questi primi 51 medici cubani consiste in quattro ospedali territoriali del Reggino – quindi funzionalmente dipendenti dall’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria -, e cioè Gioia Tauro, Locri, Melito Porto Salvo e Polistena: 16 ciascuno andranno a ciascuno dei due ospedali spoke – cioè a Polistena per la Tirrenica e Locri per la Jonica -, altri 10 toccheranno alla struttura ospedaliera gioiese e ancora 9 sanitari opereranno al melitese “Tiberio Evoli”. «Quello che decisamente conforta – aggiunge il commissario Di Furia – è il notevole livello professionale di questi medici. Ci sono anche studi del “Sant’Anna” di Pisa ad attestare la grande qualità assistenziale e sanitaria a Cuba: sappiamo bene che sono professionisti molto qualificati. Chiaramente, è un momento di difficoltà anche per loro: un posto nuovo, una vita nuova, aspettative nuove… E per parte nostra faremo di tutto per farli integrare nel migliore dei modi a queste latitudini, sotto il profilo professionale ma anche sul piano umano».
Domani in Calabria l’ambasciatrice cubana Granda Averhoff
Domani, intanto, ci sarà un passo solenne, anche istituzionale: l’ambasciatrice di Cuba in Italia, Mirta Granda Averhoff, sarà in visita in Calabria. E alle 11 incontrerà i giornalisti per un punto stampa – insieme al Governatore calabrese Roberto Occhiuto alla Cittadella regionale “Jole Santelli” di Germaneto.