A due settimane dalla nomina ad amministratore unico della nuova società che prenderà il posto di Messinambiente e Ato3, abbiamo incontrato Beniamino Ginatempo. Ecco come vede la MessinaServizi Bene Comune. Nodi caldi: personale, nuove finalità, investimenti, strategie.
Rottura totale con il passato e con quello che sarà l’assetto almeno fino al prossimo 30 giugno. Una società non solo nuova e diversa nel nome ma profondamente rinnovata al suo interno. E poi “non chiamateli più rifiuti, ma materiali da recuperare”. Ecco alcuni dei pilastri che l’amministratore unico di MessinaServizi Bene Comune mette alla base della società che si occuperà dei servizi di igiene ambientale. Beniamino Ginatempo, scelto dall’amministrazione Accorinti lo scorso 31 marzo, ha le idee chiarissime su cosa e come dovrà essere la MessinaServizi Bene Comune. Ha iniziato ufficialmente a lavorare da due settimane ma sa che la strada è tutta in salita. Non ha ancora un vero e proprio ufficio perché di fatto la società è nata solo sulla carta e mancano ancora alcuni passaggi decisivi. Ha ottenuto una stanza a Palazzo Zanca ma sarà solo una sistemazione temporanea, MessinaServizi avrà infatti bisogno di una sede, sarà una grande società composta da oltre 600 dipendenti e con un ventaglio importante di servizi da gestire, questo punto è già stato affrontato dall’amministratore unico che ha chiesto al Comune di pensare alla possibilità di destinare alla società un immobile che è nelle disponibilità del Comune tra quelli confiscati alla mafia. Ma questo è solo uno dei tantissimi pezzi del puzzle da mettere a posto. La preoccupazione è che il tempo per fare tutto è davvero poco: il 30 giugno scade l’ultimo affidamento a Messinambiente e il 1 luglio dovrebbe partire la nuova società.
Le buone intenzioni ci sono tutte ma non basteranno. Ed è Ginatempo a sottolinearlo con forza: «Se la società non ha il contratto di servizio non si può procedere ad approvare il piano industriale a cui stiamo già lavorando. Senza questi due atti la MessinaServizi non può procedere al passaggio di personale e mezzi e dunque non può iscriversi al registro delle imprese, né tantomeno richiedere le autorizzazioni regionali necessarie per espletare i servizi di igiene ambientale. Per questo motivo spero che il consiglio comunale affronti al più presto la delibera che contiene affidamento del servizio e contratto di servizio, perché questo potrebbe darci la possibilità di iniziare a lavorare concretamente». Ginatempo dunque rivolge un appello ai consiglieri di Palazzo Zanca che oggi torneranno in aula dopo questo weekend pasquale. All’ordine del giorno dei lavori di oggi c’è anche la delibera sulla MessinaServizi, quindi potrebbe essere la volta buona dopo più di due mesi dalla costituzione della società e dopo le sollecitazioni che nei giorni scorsi sono arrivate anche da tutti i sindacati.
Come sarà la MessinaServizi di Beniamino Ginatempo? «Dev’essere una nuova società la cui mission non dovrà essere solo la raccolta dei rifiuti, come fino ad oggi è stata Messinambiente. La MessinaServizi deve nascere con nuovi intendimenti, altrimenti si rischia solo di aver cambiato nome. Il personale sarà chiamato ad essere flessibile e disponibile ad una rimodulazione dei compiti e ad una totale riorganizzazione del lavoro, serve una cesura netta tra passato e presente e questa passerà anche dal modo in cui viene gestito il personale».
Ginatempo affronta subito uno dei nodi caldi dell’operazione MessinaServizi, cioè quello del personale che sarà composto dai lavoratori di Messinambiente e Ato3. L’amministratore unico però non intende procedere a nessun passaggio in blocco dell’intero personale: «La volontà è di salvare tutti i posti di lavoro, ma sarà obbligatoria una riconversione delle finalità e tanta flessibilità. In base a quello che sarà il piano industriale sicuramente ci saranno figure professionali che oggi servono e che domani non avranno più motivo di esistere. Quindi si procederà verso una giusta rimodulazione. Anche perché da qui passa una maggiore efficienza dei servizi». Tappe che inevitabilmente saranno oggetto di discussione con i sindacati e Ginatempo rivolge un appello anche alle organizzazioni sindacali, affinchè si possa camminare tutti nella stessa direzione.
Ovviamente non mancano i timori guardando a Messinambiente e alla sua condizione attuale, con un fallimento che pensa come una spada di Damocle e una procedura di concordato ancora in via di definizione: «Se questa società vuole davvero rappresentare una novità e occuparsi della gestione dei materiali avanzati, non chiamiamoli rifiuti, deve nascere senza debiti e senza fardelli che arrivano al passato, altrimenti non sarà servito a nulla».
Per Ginatempo l’obiettivo della MessinaServizi dev’essere quello di mettere la città di Messina nelle condizioni di obbedire all’Europa che ci chiede di muoverci verso un’economia circolare. Ricordando che la legge, dal 31 dicembre 2015, impone il 65% di raccolta differenziata e il 50% di recupero dei materiali da quella differenziata. Il traguardo è ambizioso: «Spero di portare la città alla differenziata porta a porta tra il 2018 e il 2020».
Per farlo però non basterà solo il lavoro della nuova società, l’amministratore unico parla di un’operazione culturale che riesca a informare e formare i cittadini a differenziare correttamente e l’ipotesi di puntare alla tariffa puntuale, cioè facendo pagare i cittadini sulla quantità di rifiuti indifferenziati che producono e non più su criteri come i metri quadri o il numero di componenti del nucleo familiare. Ginatempo guarda al modello Contarina, la società che si occupa della gestione dei rifiuti in 50 comuni della provincia di Treviso, con un bacino di 554mila abitanti e un tasso di differenziata che ha raggiunto l’85%.
Ma con quali risorse economiche potrà muoversi MessinaServizi? «I 100 mila euro di capitale sociale sono solo la somma che serviva per far partire la società. Dovremo essere capaci di intercettare i finanziamenti che l’Europa ha tagliato agli inceneritori per destinarli a quelle forme di economica circolare come il riutilizzo dei materiali».
Ginatempo però sa bene che il punto di partenza non è roseo e che gli servirà appoggio e condivisione delle strategie a tutti i livelli. «Chi opera certe scelte deve avere grande determinazione. Se come amministratore dovrò combattere per attuare i miei progetti sarò pronto in qualsiasi momento a riconsiderare la mia posizione. Per questo spero di trovare la buona volontà in tutti quelli che mi circondano. Una priorità dovrà essere la scelta del nuovo direttore generale che inevitabilmente dovrà condividere la visione e il percorso».
Beniamino Ginatempo, professore ordinario di Fisica presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Messina e presidente di Zero Waste Sicilia, ammette di non aver mai avuto esperienze amministrative, ma ha accettato questo incarico per trasformare la teoria in pratica. La sfida è praticamente iniziata.
Francesca Stornante
Intercettare i finanziamenti???? Campa cavallo. Uno “Stato” dovrebbe stanziare i fondi necessari ad ogni comune per portare la differenziata ai livelli dei paesi del nord europa, e non perchè ce lo chiede l’U.E., ma perchè dovrebbe essere interesse nazionale e di ogni persona civile. Se avessimo la nostra “moneta” e dei politici onesti e competenti non dovremmo elimosinare “finanziamenti” o competere con altri “comuni europei” per vincerli …
Intercettare i finanziamenti???? Campa cavallo. Uno “Stato” dovrebbe stanziare i fondi necessari ad ogni comune per portare la differenziata ai livelli dei paesi del nord europa, e non perchè ce lo chiede l’U.E., ma perchè dovrebbe essere interesse nazionale e di ogni persona civile. Se avessimo la nostra “moneta” e dei politici onesti e competenti non dovremmo elimosinare “finanziamenti” o competere con altri “comuni europei” per vincerli …
Praticamente un dilettante allo sbaraglio alla prima esperienza. Grazie Accorinto di scegliere sempre i più inefficienti ed incompetenti, d’altronde con un incompetente come Accorinto cosa ci si poteva aspettare?
Praticamente un dilettante allo sbaraglio alla prima esperienza. Grazie Accorinto di scegliere sempre i più inefficienti ed incompetenti, d’altronde con un incompetente come Accorinto cosa ci si poteva aspettare?