Uno strato d'inversione termica sopra la superficie del mare sta favorendo la rapida condensazione dell'umidità
Il manto bianco della “lupa”, poco dopo le 09:45 di oggi, è tornato a distendersi lungo lo Stretto di Messina, sotto la spinta di una debole ventilazione da Sud. L’aria calda, ma anche umida, proveniente dal Sahara, a contatto con la fredda superficie dello Ionio, si è rapidamente raffreddata, condensando tutto il vapore acqueo contenuto e originando una distesa di nubi (strati) poco sopra il livello del mare.
L’aria molto umida spinta dai deboli venti di ostro e scirocco, che soffiano fra lo Ionio e lo Stretto di Messina, scorrendo le ancora fredde acque del mare tende a condensarsi in banchi di nebbia (si tratta in realtà di nubi stratificate con base prossima al mare, tipo strati e stratocumuli) sospinti fin verso le coste dai venti dominanti. Tecnicamente si tratta di nebbia da evaporazione, determinata dallo scorrimento di masse d’aria calde su una superficie marina molto più fredda. In questo caso il vapore acqueo, per evaporazione appunto, entra nell’atmosfera e si satura condensandosi in strati di nubi bianche alte non più di 100-200 metri che dal mare si spingono fino alla fascia costiera. L’arrivo dei banchi di nebbia hanno provocato pure un brusco abbassamento della temperature al livello del mare. Spesso queste particolari condizioni generano uno strato d’inversione termica a qualche decina di metri dal mare che imprigiona l’aria umida in prossimità della fredda superficie marina, continuando ad agevolare la condensazione del vapore acqueo in essa contenuto. Mentre basta salire qualche centinaio di metri sopra questo strato freddo superficiale, per trovare temperature, anche superiori di +3°C +5°C, in collina e bassa montagna.
Al momento i disagi per la navigazione marittima sono limitati, visto che non si tratta della “lupa” che negli anni 90 copriva l’intera area dello Stretto, anche per più giorni di fila. In questo caso si tratta di tanti banchi di nebbia, che dallo Ionio si incanalano dentro lo Stretto di Messina, risalendolo da sponda a sponda, da sud verso nord. Penetrando fino alle vallate interne la “lupa” tende a sollevarsi verso le colline, mentre sopra i 400-500 metri, la presenza di uno strato d’aria ben più secco e caldo, impedisce la formazione di nuvole, rendendo la visibilità buona, mentre il cielo rimane offuscato dalle nubi alte (provenienti dal Sahara) e dal pulviscolo desertico che inizia ad affluire con grande intensità in media troposfera.
Il banco, che si è formato nel tratto di mare antistante Capo Scaletta, sta risalendo da Sud lo Stretto, provocando una drastica riduzione della visibilità orizzontale. In alcuni punti della zona sud la visibilità è ridotta a meno di 100 metri. I banchi presenti nello Stretto si dovrebbero gradualmente diradare nelle prossime ore, anche se sullo Ionio, fino a stasera e alle prime luci dell’alba di domani, persisteranno condizioni più che ideali per lo sviluppo di nuove formazioni nebbiose, prima della rotazione dei venti da Nord e N-NE, attesa nella giornata di domani, che spingeranno aria un po’ più secca in superficie che romperà questo piccolo strato freddo d’inversione termica presente al livello del mare.