"Il caso Alfano", la nipote del giornalista si laurea con una tesi sul nonno

“Il caso Alfano”, la nipote del giornalista si laurea con una tesi sul nonno

Redazione

“Il caso Alfano”, la nipote del giornalista si laurea con una tesi sul nonno

venerdì 26 Luglio 2024 - 21:32

Giusy Benigno è la figlia di Sonia Alfano

La nipote di Beppe Alfano, Giusy Benigno, si è laureata in Giurisprudenza alla Lumsa di Palermo con una tesi che aveva al centro proprio il nonno. Ovvero il giornalista ucciso dalla mafia nel 1993. Ha scritto su Facebook la madre, l’ex parlamentare europea Sonia Alfano: “Hai discusso in maniera impeccabile la tua tesi dal titolo La prova nuova nel giudizio di revisione e il caso Alfano e sei stata proclamata con 110 e lode! Sei riuscita a congelare le tue emozioni, nonostante stessi parlando di tuo nonno. Sei una forza della natura e siamo orgogliosi di te”.

Si legge sul sito del ministero dell’Interno: “L’attività giornalistica di Beppe Alfano era rivolta soprattutto verso uomini d’affari, mafiosi latitanti, politici e amministratori locali e massoneria. Le sue inchieste sul quotidiano La Sicilia avevano rivelato gli intrecci tra mafia, imprenditoria e collusioni con la politica. Forse era arrivato molto vicino a scoprire che il boss catanese Nitto Santapaola proprio a Barcellona Pozzo di Gotto aveva la sua rete di protezione. La notte dell’8 gennaio 1993 fu colpito da tre proiettili calibro 22 mentre era
fermo alla guida della sua Renault 9 amaranto in via Marconi a Barcellona Pozzo di Gotto. A cento metri di distanza, nella vicina via Trento, una strada parallela, c’era la sua casa. I primi soccorritori lo trovarono con il capo riverso sul volante, ancora seduto al posto di guida dell’auto”.

Un giornalista d’inchiesta e un uomo incorruttibile

E ancora: “Era un uomo incorruttibile, un giornalista d’inchiesta con il fiuto e l’esperienza del poliziotto, l’intuito del magistrato e la passione per la ricerca della verità. Disegnò anche l’organigramma delle cosche di Barcellona e del messinese, importante traccia che venne usata anche dagli inquirenti nel contrasto alle cosche emergenti degli anni ’90, era considerato, insomma, un giornalista che
non si poteva né comprare né intimidire, poteva essere solo eliminato. Ha lasciato la moglie, un’infermiera all’ospedale di Patti, e tre figli. Questo delitto ricorda in parte quello di Giuseppe Fava avvenuto il 5 gennaio di nove anni prima e per entrambi inizialmente si è pensato ad un delitto passionale.
Intorno all’omicidio Alfano rimangono ancora molte ombre: indagini e perizie balistiche mai fatte, file cancellati – e poi riemersi – dal computer del giornalista che riguardano mafia e massoneria e gli affari di Santapaola nel nord Italia”.

La foto è tratta dalla pagina Facebook di Sonia Alfano.

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