Il caso Croce. Pergolizzi a Schifani: "Il Consiglio deve acquisire il parere dell'Avvocatura"

Il caso Croce. Pergolizzi a Schifani: “Il Consiglio deve acquisire il parere dell’Avvocatura”

Marco Olivieri

Il caso Croce. Pergolizzi a Schifani: “Il Consiglio deve acquisire il parere dell’Avvocatura”

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sabato 27 Gennaio 2024 - 08:35

Il presidente: "È interesse pure della Regione sapere se il consigliere, per il suo incarico, sia incompatibile. Ne va della regolarità amministrativa"

MESSINA – Il caso Croce il giorno dopo la divulgazione, da parte di Tempostretto, dei due pareri dell’Avvocatura dello Stato sull’incompatibilità di Maurizio Croce come consigliere comunale. Tutto tace in casa del Partito democratico, dopo la richiesta d’accesso agli atti del segretario regionale e parlamentare Anthony Barbagallo, ma si prevedono nuove puntate in ambito politico. A prendere l’iniziativa è il presidente del Consiglio comunale. Nello Pergolizzi scrive al presidente della Regione siciliana e per conoscenza alla prefetta di Messina Di Stani, all’assessore alle Autonomie locali Messina e al capo di gabinetto della presidenza della Regione Sammartano. Il presidente ricostruisce la vicenda, con la sua proposta di delibera per l’avvio della “procedura di ineleggibilità sopravvenuta”. Per Pergolizzi, “Maurizio Croce è ineleggibile e incompatibile come consigliere comunale”. Ora Pergolizzi ribadisce la primaria necessità di avere copia del parere dell’Avvocatura dello Stato dal presidente Schifani.

Il presidente del Consiglio comunale sottolinea un analogo “primario interesse” del presidente Schifani affinché si accerti l’eventuale incompatibilità. “La nullità dell’incarico e del relativo contratto di lavoro, come anche la decadenza, comprometterebbero la piena regolarità amministrativa posta in essere dal soggetto attuatore”, sostiene Pergolizzi. Come dire, non è il solo il Consiglio ad avere interesse a sapere se c’è una “regolare composizione dell’organo consiliare”. Ma è anche, e soprattutto, interesse della Regione siciliana.

“Quello di Croce è un incarico amministrativo di vertice”

Il presidente ricorda che il consigliere Croce, con decreto del 20 giugno 2022, è stato nominato “soggetto attuatore” per la realizzazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione siciliana, delegato dal presidente. Si tratta, ribadisce Pergolizzi, di un “incarico apicale, di un incarico amministrativo di vertice, come definito nella sezione Amministrazione trasparente del sito istituzionale della struttura del commissario del governo per il dissesto idrogeologico. Il dottor Croce, data la natura statale della struttura commissariale, può definirsi organo di vertice amministrativo dello Stato”.

Il presidente del Consiglio comunale lamenta il mancato invio, nonostante i ripetuti “solleciti” a Croce, del parere dell’Avvocatura dello Stato regionale. “Un’acquisizione di fondamentale importanza per la regolare composizione del Consiglio. Inoltre, dal sito del commissario emerge che il dottor Croce è il responsabile della prevenzione e della trasparenza della struttura commissariale”, scrive Pergolizzi, che aggiunge: “Si trova dunque in una situazione di palese conflitto d’interessi che lo avrebbe dovuto portare ad asternersi da ogni azione inerente la questione dell’incompatibilità tra l’incarico di dirigente di vertice e la carica di consigliere”. E, rimarca il presidente, “sul sito istituzionale l’ultima dichiarazione di Croce sull’insussistenza delle cause d’incompatibilità risale all’8 luglio 2022, cinque giorni prima del giuramento del Consiglio”.

“Responsabilità della Regione e disinteresse di Croce nel ricoprire il ruolo”

Per Pergolizzi, e questa è la sua dichiarazione politica alla stampa, “il comportamento del consigliere Croce dimostra chiaramente il suo disinteresse per il ruolo ricoperto di consigliere comunale, in quanto risultato il miglior candidato sindaco perdente. Un comportamento politicamente discutibile, incomprensibile e unico in Italia. Qualora fosse acclarata la posizione di incompatibilità dello stesso, secondo quanto previsto dall’articolo 12 del dlgs 39/2013, le responsabilità sarebbero a vari livelli”. In particolare, per il presidente, sarebbero “gravi le responsabilità della Regione”, che ad avviso di Pergolizzi avrebbe dovuto produrre il parere dell’Avvocatura distrettuale dello Stato.

Croce: “Il parere successivo dell’Anac ha fatto chiarezza”

Da parte sua, Croce ha ribadito fino a ieri la legittimità della sua posizione e si attende una nuova replica: “Io avevo chiesto un parere al mio legale e la Regione siciliana ne ha chiesto uno all’Avvocatura: in discussione l’interpretazione del decreto legge 39 su inconferibilità e incompatibilità. Però, dopo questi due pareri, opposti, c’è stato quello dell’Autorità nazionale anticorruzione, organo di vigilanza, che si è pronunciata contro la mia incompatibilità. Quindi, il parere dell’Avvocatura dello Stato regionale è stato superato da quello dell’Anac, a cui si era rivolto pure il presidente del Consiglio comunale Pergolizzi. Poi se dobbiamo montare un caso politico è un altro discorso”.

“Sull’incompatibilità sopravvenuta c’è una valutazione in corso”

Ha aggiunto ieri l’ex candidato sindaco del centrodestra: “Da esaminare è la mia eventuale incompatibilità sopravvenuta sul piano giuridico. Su questo c’è una valutazione in corso. Vorrei chiarire che il mio è un incarico fiduciario, con compenso equiparato a quello di un dirigente. Ma si tratta di un aspetto economico. Non c’è scritto da nessuna parte che io sia un dirigente. Ho una delega, per questo incarico, sulla base di un rapporto di fiducia”.

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