Un mistero buffo quasi quanto la scelta di Basile di congedare Blasco per nominare il comandante Cannavò, da dividere con Ragusa
MESSINA – Con tutti i problemi enormi, strutturali e profondi, che investono Messina, il Consiglio comunale è stato costretto ad affrontare il caso Croce. Quasi un “mistero buffo”, per citare Dario Fo, paradossale e impenetrabile al pari di quello della scelta del sindaco Basile di congedare il comandante Blasco per prenderne un altro, Cannavò, impegnato anche a Ragusa e quasi subito dimissionario. Ma ci viene in soccorso la Sicilia, terra di contraddizioni e di misteri. E allora ecco un’altra narrazione avvincente. Paradossale come un enigma esistenziale alla Pirandello. Ingarbugliata come “La concessione del telefono” di Camilleri.
Dal punto di vista giuridico, si è espressa l’Avvocatura dello Stato di Palermo con due pareri: la carica di Maurizio Croce è “incompatibile con il ruolo di consigliere comunale”. Per l’avvocato dello Stato Marcello Pollara, l’ex candidato sindaco del centrodestra è incompatibile, in base alle norme per la prevenzione della corruzione, dato il suo ruolo apicale. E, di conseguenza, è nei fatti ineleggibile secondo il testo unico degli enti locali.
Croce: “L’Anac si è espressa a mio favore”
Il diretto interessato, invece, cita il parere dell’Anac a suo favore e ora il Consiglio, in seduta straordinaria, dovrà pronunciarsi. Sottolinea l’esponente di Forza Italia ed ex assessore regionale: “L’autorità nazionale anticorruzione, organo di vigilanza, si è pronunciata in modo differente rispetto all’Avvocatura. Altra cosa è il caso politico e la mia eventuale incompatibilità sopravvenuta sul piano giuridico. Su questo c’è una valutazione in corso. Vorrei chiarire che il mio è un incarico fiduciario, con compenso equiparato a quello di un dirigente. Ma si tratta di un aspetto economico, non c’è scritto da nessuna parte che io sia un dirigente. Ho una delega, per questo incarico, sulla base di un rapporto di fiducia”.
Ricordiamo che Croce ricopre il ruolo di “soggetto attuatore” per la realizzazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione siciliana. Non a caso, Sud chiama Nord chiede chiarimenti, in un’interrogazione urgente, a Schifani “sulla tempistica dell’acquisizione dei pareri dell’Avvocatura distrettuale dello Stato di Palermo, datati maggio 2023, da parte della presidenza della Regione”. E il gruppo politico sottolinea “la mancata trasmissione tempestiva di tali pareri da parte di Croce”.
Il Pd: “Presente solo 9 volte su 155 a Palazzo Zanca”
Anche su questo l’ex candidato sindaco avrà modo di chiarire. Tuttavia, il vero nodo della questione è un altro: ma perché continuare, come consigliere, a rimanere invischiato in questo pasticcio? Basterebbe dimettersi, dato che il Pd ricorda la presenza solo “9 volte su 155” perché è troppo impegnato sul fronte del dissesto idrogelogico, e ogni controversia normativa finirebbe. Croce riveste una funzione di grande responsabilità e, in futuro, potrebbe essere nominato alla guida dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto. A novembre, ma non si è ancora insediato, è stato designato dal presidente Schifani nel Comitato di gestione dell’Adsp. Perché insistere, dunque, per rimanere a Palazzo Zanca?
La vita è breve. Bella e a volte brutta, ma sempre da vivere pienamente, direbbe qualche saggio o opionista social. Affidiamo al Consiglio questioni più urgenti. Di misteri siciliani, e decisamente impegnativi, ne abbiamo fin troppi.
Una storia tutta in salsa messinese! Stiamo facendo ridere tutta la Sicilia e oltre con questa faccenda! Ma l’ex consigliere comunale Salvatore Sorbelllo che fa non parla? Croce non era il suo alter ego e leader?
È il prototipo perfetto del politico d’oggi.
Refrattario a qualunque obiezione sensata.
Insensibile a qualunque esigenza altrui, in questo caso del consiglio e quindi della città e soprattutto abilissimo a modellare i pareri giuridici a propri scopi.
Lui al centro del mondo assieme, ma dopo, alle convenienze del proprio partito.
Insomma una macchina perfetta costruita per trarre vantaggi politici dalle posizioni raggiunte.
Cittadinanza ed elettori non contano nulla.
Loro hanno arbitrio e “legge’ sempre dalla loro e quindi non devono rispondere a nessuno.
E quando leggi e stampa sono di intralcio, allora basta avere la pazienza di attendere e cambiarli.
Loro sono l’unto del Signore, il sale della terra.
Loro, sono loro e noi non siamo, diciamo nulla, ma il termine più felice, sarebbe quello usato dal Marchese Del Grillo.
Non rompetegli le scatole.
Buonasera,
non vorrei nemmeno personalizzare troppo. Penso che il diretto interessato possa offrire il suo contributo alla comunità tramite il ruolo di responsabilità che già riveste. In Consiglio deve andare qualcuno che possa essere costantemente presente. A prescindere dal caso individuale, però, lei ha descritto una classe politica che non fa molto per entrare in sintonia con l’elettorato e i cittadini. Cordiali saluti
Signor Olivieri è esattamente del ruolo in consiglio che parlo io.
Non c’è nessuna personalizzazione ma solo una constatazione che coinvolge una grossissima fetta della classe politica nazionale e non.
Cordiali saluti e complimenti per la pacatezza con la quale tratta molti degli argomenti affrontati da questa testata.
Grazie a lei
Cordiali saluti