Il Consiglio regionale calabrese vara interventi in Sanità e riforma del Servizio idrico

Il Consiglio regionale calabrese vara interventi in Sanità e riforma del Servizio idrico

Mario Meliado

Il Consiglio regionale calabrese vara interventi in Sanità e riforma del Servizio idrico

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venerdì 21 Ottobre 2022 - 08:00

I dubbi delle opposizioni su metodo (garanzia dei Lea) e ricadute positive per i Comuni, destinatari del 40% delle azioni della Sorical 'in house' (idrico)

REGGIO CALABRIA – Vanno tutti in porto i 13 punti all’ordine del giorno del Consiglio regionale, e tra questi quelli qualificanti relativi ai provvedimenti in materia di Sanità e alla riforma del servizio idrico integrato. Provvedimenti che sostanzialmente trasformano in leggi regionali quanto già tratteggiato dalla Giunta regionale: «Fa piacere sentire una voce nuova, prima era sempre un altro consigliere a proporre in Aula i provvedimenti ‘ispirati’ dalla Giunta», ironizza il capogruppo a Palazzo Campanella Mimmo Bevacqua sull’esposizione dei due progetti di legge regionale da parte della forzista Pasqualina Straface.

Gli interventi in Sanità, gioie e dolori

La prima riunione del Consiglio regionale dopo le Politiche del 25 settembre parte con un minuto di silenzio chiesto dal presidente d’Assemblea Filippo Mancuso per ricordare Franco Fortugno e Jole Santelli.

In tema di Sanità, il progetto di legge Straface è volto a «salvaguardare i Lea, i Livelli essenziali d’assistenza»; cosa di per sé evidentemente complicata, perché per centrare l’obiettivo mancano davvero parecchie cose, a tutt’oggi, in Calabria. Due tipi di provvedimenti: quelli che dispiegheranno i propri effetti nel medio-lungo periodo (ma sostanzialmente la Giunta regionale, e “questa” consiliatura c’entrano poco, il riferimento è al recepimento dei fondi governativi per 300 milioni di euro complessivi per il Gom di Reggio Calabria e per l’ “Annunziata” di Cosenza) e poi gli incentivi economici per assunzioni a tempo determinato di medici, che nelle corsie degli ospedali calabresi in atto mancano drammaticamente, 100 euro l’ora per puntellare “iniezioni” di personale medico nell’emergenza-urgenza e nei Pronto soccorso, nelle Anestesie come nelle Terapie intensive.  

Qui, le obiezioni hanno riguardato più che altro il metodo.

Davide Tavernise, capogruppo del Movimento Cinquestelle, accoglie più che positivamente il provvedimento «che noi invochiamo da tempo», ferma restando l’esigenza di far chiarezza su alcune questioni oscure come i 500 presunti “imboscati” su cui hanno puntato i riflettori, di recente, le “Iene”. Ma per trasformare l’astensione in approvazione chiede «segnali della maggioranza sui nostri progetti di legge», come dire: andare col cuore oltre l’ostacolo delle appartenenze politiche dev’essere reciproco, o non sarà. Amalia Bruni invece fa sapere che voterà “no” anche e soprattutto perché di queste emergenze, che sono reali, «non ci si può certo ricordare “a intermittenza”; tantomeno dopo aver spremuto come limoni i medici già in servizio sottoposti a carichi di lavoro disumani». Le fa eco il piddino Bevacqua: «Capiamo il carattere straordinario ed ‘estremo’ dell’incentivazione, ma ci preoccupa l’approssimazione. Quest’intervento sembra incarnare “un tentativo”, un po’ come s’è fatto con l’innesto dei medici cubani che, peraltro, sul territorio ancora non abbiamo visto. Da parte nostra, ci potrà essere l’espressione consapevole di un voto – così il capogruppo dèm a Palazzo Campanella – solo quando avremo contezza del disegno complessivo di Roberto Occhiuto, come presidente della Regione e come commissario governativo, per la Sanità calabrese».

Il provvedimento, tuttavia, passa senza problemi e incassando fra gli altri anche il “sì” di Ferdinando Laghi (capogruppo di de Magistris Presidente): «Quest’iniezione di personale per far fronte almeno temporaneamente alle carenze è un meccanismo da provare; così anche per gli incentivi economici. Abbandonarsi alla difficile situazione senza fare nulla non è un’alternativa».

Servizio idrico, “nodi” quote ai Comuni e riscossione

Larga approvazione anche per un altro punto saliente come la riforma del Servizio idrico integrato, col passaggio dall’Aic all’Arric (Autorità rifiuti e risorse idriche Calabria, la cosiddetta “Multiutility” di cui s’è molto discusso nei mesi scorsi) e la scontata individuazione in Sorical di un gestore unico per la gestione del servizio. Un provvedimento ‘comunque’ urgente, perché la regolamentazione del settore andava tracciata entro il 31 ottobre per non mettere a rischio l’utilizzo dei fondi del Pnrr.

Anche qui, però, larghe sacche di dubbi da parte della minoranza. In particolare, sul subentro immediato della Sorical anche (articolo 3) nella riscossione, che non è certo il suo “pane” e che, in genere, in Calabria si prospetta materia talmente complicata che quasi tutti i Comuni alla fine l’appaltano a società esterne, come esposto da Ernesto Alecci.

Sugli scudi la Bruni: «Ma quale protagonismo dei Comuni? L’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, pur plaudendo al provvedimento ha invece sottolineato che i Comuni non sono stati coinvolti per niente». Soprattutto, esposti i timori sul 40% di quote Sorical che verrà ceduto gratuitamente ai Comuni: «Si tratta di un bel regalo o nasconde l’attribuzione ai Comuni anche dei relativi debiti contratti dall’ex società mista, oggi società in house?». Punti interrogativi fatti propri pure dal demagistrisiano Antonio Lo Schiavo; mentre Mimmo Bevacqua si scaglia contro un provvedimento ritenuto «violento» e «approssimativo».

Va naturalmente registrata anche una puntuale replica della proponente, anche in questo caso la forzista Straface. «Ovvio che i Comuni sono e saranno protagonisti di questa, secondo me importantissima, riforma del Servizio idrico integrato, che include la pubblicizzazione della Sorical. I Comuni hanno tutto da guadagnare al riguardo: la Sorical era prossima alla liquidazione proprio a causa delle posizioni debitorie dei Comuni. Che invece non corrono alcun rischio con la cessione del 40% delle quote: la Sorical – così la Straface – tratterrà la parte della tariffa necessaria a gestione e investimenti, mentre l’altra parte andrà proprio ai Comuni. Quanto alla riscossione della tariffa, nessun pericolo: ci sarà gradualità con tanto di cronoprogramma salvaguardato dal commissario della Multiutility, Bruno Gualtieri».

Caro-energia, Lo Schiavo incassa la disponibilità di Occhiuto

Licenziati anche tutti gli altri provvedimenti.
Riflettori particolari per la mozione promossa da Lo Schiavo in materia d’energia, «il cui punto politico è ottenere un’informativa dal presidente della Regione Roberto Occhiuto sullo stato dell’arte quanto al caro-energia e quanto l’Ente intende fare per contribuire a contrastarlo». Mozione che peraltro al suo interno, tipo “matrioska”…, ha anche la previsione dell’istituzione dell’Agenzia regionale per l’energia già in precedenza caldeggiata dallo stesso Lo Schiavo.

Una mozione accolta con grande interesse dallo stesso Occhiuto, che ha sùbito offerto la propria disponibilità a rendere un’informativa in questo senso all’Assemblea; echi favorevoli al riguardo da Raffaele Mammoliti (Pd) ma anche da Antonio Montuoro (Fdi), presidente della Seconda Commissione consiliare “Bilancio”, competente fra l’altro in tema di Attività produttive, che ha peraltro rimarcato come di recente si siano riuniti in Lombardia tutti i presidenti delle Commissioni regionali competenti in materia proprio per discutere di lotta al caroenergia: nei prossimi giorni sarà diffuso e posto all’attenzione di tutti i Consigli regionali il documento congiunto in materia.

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