La chiesa sarà restaurata ma l'area circostante è abbandonata e di proprietà privata: "La Regione intervenga per acquisire e valorizzare la zona"
MESSINA – Il Coordinamento per la tutela della chiesa normanna di Mili lancia l’appello alla Regione per la salvaguardia dell’abbazia normanna più antica della Sicilia. La battaglia del coordinamento riguarda soprattutto il monastero che circonda la chiesa di Santa Maria di Mili. “È del maggio scorso la notizia che finalmente, a seguito delle tante interlocuzioni del Coordinamento con il Dipartimento libertà civili ed il Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, proprietari della chiesa, il tempio verrà presto restaurato e, ci aspettiamo, reso fruibile ai visitatori con fondi del PNRR”, spiega il portavoce Eugenio Enea.
Il problema, però, sorge nell’area intorno alla chiesa stessa: “Se tuttavia la notizia apre prospettive positive per la chiesa, lo stesso non è per il monastero che la circonda che è invece di proprietà privata e si trova in uno stato di abbandono che ne sta gradualmente causando il crollo”. Da qui l’appello lanciato al presidente Nello Musumeci e all’assessore dei beni culturali e dell’identità siciliana Alberto Samonà, ai quali il coordinamento ha chiesto “che la Regione acquisisca il monastero al suo patrimonio per poter meglio pianificarne il restauro e la valorizzazione”, come fatto ad esempio con il castello di Brolo, la casa natale di Quasimodo a Modica ed il palazzo Branciforte a Scordia.