Un’idea di Tommaso D’Alia, Maria Codella e Valerio Castriziani per esorcizzare il coronavirus
“Un’isola, una famiglia, un positivo. La vita familiare sta per essere sconvolta dall’esito di un tampone. Tra ipocondrie, ansia e accettazione della realtà, emerge lo specchio della natura dell’essere umano. Che l’isolamento abbia inizio. Be positive.” Questa la sinossi del cortometraggio “made in Lipari” che è stato selezionato tra i 50 migliori corti vincenti del Vertical Movie Festival. Il concorso, di respiro internazionale, raccoglie le candidature di produzioni videografiche in verticale, quello che per le nuove generazioni è diventato il nuovo formato video per eccellenza.
Sbaragliando oltre 1300 opere, il cortometraggio “Isolamento” (http://youtu.be/MilOUTN1Co0) ha riscosso e sta continuando a registrare un notevole successo di interazioni (oltre 5000 visualizzazioni, dato in aumento, ndr). L’idea è frutto del lavoro di tre ragazzi, il messinese Tommaso D’Alia con i colleghi Melania Maria Codella e Valerio Castriziani, gli uni studenti, l’altra già diplomata, della prestigiosa Accademia di recitazione, regia e drammaturgia “Stap Brancaccio” di Roma, che vanta una rinomata tradizione nello sfornare talenti del mondo del cinema, del teatro e dello spettacolo. Prestati al ruolo di attori, insieme agli autori del cortometraggio, Marcello D’Alia, Licia Alterio, Salvatore e Anna D’Alia, Bruno Elia.
La storia è quella di una famiglia, che come si evince dal titolo, si trova in “isolamento” su un’isola, l’immaginifica Lipari, costretta a fronteggiare la presenza di un positivo al coronavirus in casa. Una situazione anomala, certo, ma che mette a nudo con magistrale efficacia la precarietà dell’essere umano, la cui esistenza che si tende a migliorare e a curare minuziosamente, può essere capovolta da una notizia che arriva per telefono all’improvviso. Tutto sta nel saper cavalcare l’onda degli eventi, reagendo con forza ed esorcizzando le paure e la realtà stessa. Ed è proprio questo il messaggio che gli autori hanno voluto trasmettere al pubblico, che si coglie in particolare in un frammento del video e cioè che, in generale, non è mai un male “essere positivi”. Un doppio senso carico di significato, un messaggio importante in un momento complicato per tutti noi, un artificio, se vogliamo, per impedire al virus che già è entrato nelle nostre vite, di appropriarsi anche delle nostre menti.
Con una nota di comicità e ironia che rimandano un po’ all’umorismo filosofico di Woody Allen, equilibrato proprio sul gioco di contrasti della vita, che nel corto “Isolamento” possiamo facilmente intravedere nella consapevolezza del risultato positivo di un tampone che si scontra con l’irriducibile tenacia longobardica dell’uomo nel non voler darla vinta al nemico, il virus in questo caso, perché la vita e tutto quanto questa porta con sé in termini di emozioni ed esperienze sono più forti di un microbo, gli sceneggiatori portano sulla scena ed ingabbiano con l’obiettivo della macchina da presa uno spaccato di vita familiare colto in un momento di vera autenticità: emergono le ansie, si fanno strada le ipotesi, si addensano i dubbi. La bravura di attori e sceneggiatori riesce però ad alleggerire il tutto.
Così si ride e ci si accorge della nostra fragilità e talvolta non c’è nulla che riesca a mitigare la sofferenza che deriva dalla consapevolezza della nostra condizione; è allora a quel punto che serve qualcuno o qualcosa che ci salvi con una lista di motivi per cui in fondo vale la pena di vivere. Ognuno ha la propria. A Tommaso, Melania e Valerio un “grazie” per la riflessione che ci hanno regalato con il loro prezioso lavoro artistico e l’augurio di una brillante carriera. Ad meliora.
Vittorio Tumeo