“I limiti della burocrazia condizionano lo sviluppo della nostra economia, per questo siamo sempre attenti al tema in questione”, Ivo Blandina, Presidente della Camera di Commercio di Messina, ha introdotto così l’incontro “Meno Burocrazia, Più Impresa”, organizzato da “I Giovani Imprenditori di Confindustria” presso il Palazzo della Camera di Commercio di Messina per analizzare il disegno di legge regionale sulla semplificazione amministrativa.
Gero La Rocca, Presidente Giovani Imprenditori di Confindustria della Sicilia, ha iniziato il proprio intervento citando Ennio Flaiano (vivere è diventato un esercizio burocratico), per poi passare all’attualità: “Conosciamo il dramma dello spopolamento dei giovani dalla nostra terra, e sappiamo che il divario tra Nord e Sud si accentua sempre di più proponendo una nuova questione meridionale. Rischiamo, tra qualche anno, di trovarci in una Sicilia sempre più povera, sia di risorse economiche che umane. I problemi della burocrazia regionale attengono al linguaggio poco comprensibile, all’accessibilità, alla trasparenza e alla responsabilità”.
Sveva Arcovito, Presidente Giovani Imprenditori Sicindustria Messina, dopo aver richiamato il tema dello spopolamento, si è concentrata sui numeri: “Una recente ricerca ha dimostrato che la Sicilia è regione con il più elevato tasso burocratico. Sicindustria ha effettuato uno studio sui procedimenti amministrativi nel 2017, e la percentuale di provvedimenti rilasciati nei termini previsti è spaventosamente bassa”.
La parola è andata quindi al docente di Diritto Costituzionale dell’Università di Messina Giacomo D’Amico: “La semplificazione non è un valore in sé, non va confusa con la velocità di decisione. Può essere un valore solo se la riduzione dei tempi non intacca il contraddittorio”. Il professore si è poi concentrato sulle caratteristiche della nuova conferenza di servizi: “La conferenza semplificata diventa modalità ordinaria; la legge individua tassativamente i casi di conferenza simultanea; termini certi, tra i quarantacinque e i novanta giorni; implemento del ruolo della telematica. In generale, le principali novità del nuovo modello riguardano il silenzio assenso – ormai non si esce più dalla conferenza senza un provvedimento -, il rappresentante unico, la VIA (Valutazione Impatto Ambientale) regionale e la nuova SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività). Tra i pregi del ddl regionale possiamo elencare l’organicità della normativa, la chiarezza delle disposizioni, il fatto che la normativa sia modellata su quella statale agevolando gli imprenditori che operano su più regioni. Tra i punti critici troviamo invece i costi della conferenza preliminare a carico del richiedente, le modalità di designazione del rappresentante unico diverse per ogni amministrazione regionale, la mancata previsione di invito degli interessati e la mancanza di due casi, previsti invece dalla normativa statale, in cui si considera acquisito l’assenso”.
L’avvocato Lelio Donato ha presentato un caso di cattiva amministrazione per richiamare i problemi delle tempistiche e del dialogo informale tra cittadino e amministrazione.
L’assessore regionale alla Funzione Pubblica Bernadette Grasso ha sottolineato l’importanza dell’informatizzazione del processo. “Abbiamo tutta una serie di norme che devono essere armonizzate, questa è l’esigenza a cui mira il disegno di legge. Chiunque si appresti a relazionarsi con la pubblica amministrazione deve avere un testo organico a cui fare riferimento. Gli altri obiettivi sono la trasparenza, l’efficienza e lo sviluppo economico. Il cittadino non solo deve essere informato, ma deve anche essere partecipe”. L’assessore ha poi ribadito la disponibilità della commissione a raccogliere suggerimenti da parte degli studiosi per arrivare a un testo quanto più appropriato possibile.
La stessa disponibilità è stata sottolineata dal Vicepresidente della Regione Siciliana Gaetano Armao: “Noi abbiamo assolutamente bisogno di lavorare in sinergia con chi lavora, chi produce, chi studia. Ci interessa una misura legislativa che sia appropriata alla Sicilia di oggi”. Il vicepresidente è poi entrato nel merito dello status del disegno: “Il ddl è stato esaminato dalla commissione a novembre, ci sono già state quattro discussioni e una quinta si svolgerà in marzo. Sono convinto che si potrà passare alla votazione in tempi brevissimi”, per poi ricollegarsi all’intervento del professore D’Amico: “Velocità non è sempre sinonimo di buoni risultati, occorre un bilanciamento tra l’urgenza di velocità e la necessità di rispettare le regole”, per poi proporre un legame tra la storia e l’identità siciliana e la normativa regionale: “Noi siciliani siamo speciali, e la specialità ci dà il diritto e il dovere dell’innovazione, non della diversificazione”.