L’ex consigliere di quartiere azzurra spiega il progetto del decentramento amministrativo programmato per la città dello Stretto
Sono ormai mesi che il decentramento amministrativo ipotizzato per la città dello Stretto agita su più fronti molteplici e accesi dibattiti. Molti ancora non hanno però ben capito di cosa si tratta. Ce lo spiega Maria Fernanda Gervasi, già consigliere per la IV Circoscrizione e tra i volti più freschi, battaglieri e propositivi dell’area del centrodestra messinese. A lei sono state rivolte 10 domande:
1) Come è nata l’idea del DecentraME?
Fra la fine di ottobre e gli inizi di novembre si parlava della possibilità di indire un referendum per un’eventuale scissione di 11 villaggi – oggi facenti parte della 6 Circoscrizione- dal comune di Messina. Insindacabili le loro ragioni, ma era anche evidente che se fosse stato attuato il decentramento amministrativo magari non si sarebbe arrivati a tanto. L’esperienza da me vissuta col consiglio della 4 Circoscrizione durante la precedente legislatura non poteva, di certo, lasciarmi indifferente.
2) Come spiegheresti, in pochissime battute, che cos’è il DecentraME?
Ho pensato che l’unico modo per sostenere l’attuazione del decentramento amministrativo agendo al di fuori delle istituzioni fosse creare un gruppo civico sotto la forma del comitato, coinvolgendo soprattutto giovani impegnati, spiegando ai cittadini cosa sarebbe cambiato e coinvolgendoli con una petizione popolare che ci ha permesso di portare il tema fra le istituzioni.
3) Nel tuo ruolo di consigliere circoscrizionale quali elementi di riscontro hanno fatto nascere l’idea del DecentraME?
L’attività dei consigli circoscrizionali è fondamentale all’interno di una macchina amministrativa; sono il primo riferimento a cui i cittadini si rivolgono e i consiglieri oggi purtroppo hanno un ruolo limitato. Il più delle volte segnalano i disagi ai dipartimenti competenti, e, prima di ottenere gli interventi, segnalano ancora, chiamano, vanno dai dirigenti, aspettano che l’intervento venga inserito nel cronoprogramma degli interventi comunali, che ci sia l’assegnazione alla ditta, ecc…per poi spesso rimanere delle segnalazioni inevase. Chiaramente questo vale per la ricolmatura di una buca, per l’arredo di una villetta, la regolazione di un senso di marcia, la scerbatura di una strada, la creazione di un’isola pedonale e via dicendo. E non è corretto, perché, oltre a svilire il ruolo di un’istituzione, è difficilissimo dare risposte sul territorio.
4) Qual è il punto di forza del DecentraME?
Come ho detto prima, il punto di forza è avere la collaborazione di giovani in gamba e attivi sul territorio. In più, probabilmente, abbiamo toccato un tema sensibile che è stato in grado di coinvolgere in modo trasversale.
5) Come può essere d’aiuto alla città?
L’obiettivo principale del nostro comitato è arrivare all’attuazione del decentramento amministrativo dando però al tempo stesso degli input ai nostri concittadini per non rimanere indifferenti davanti a diritti che ci vengono negati e alle opportunità che vengono fatte sfuggire.
6) In quali punti ritieni si possa migliorare il DecentraME?
Si può sempre migliorare, sicuramente l’esperienza ci aiuterà.
7) Come si fa ad aderire alla campagna promossa dal comitato?
Siamo molto attivi sulla nostra pagina Facebook dove è possibile contattarci. Poi abbiamo scelto la formula del comitato perché è assolutamente libera e veloce: chiunque può partecipare, aderire alla causa e diventarne promotore.
8) Ritieni che il DecentraME possa funzionare anche come un esempio a cui potrebbero ispirarsi e perché no applicare anche altre città?
Certamente. Il nostro stesso problema lo vivono anche Catania e Palermo che, come città metropolitane, insieme a Messina sono citate dalla legge n. 11 del 2015. Siamo già stati contattati da giovani attivi in queste due città e che purtroppo riscontrano i nostri stessi problemi: un isolamento del decentramento politico da quello amministrativo.
9) Che futuro immagini, in ampia prospettiva, per i quartieri?
Mi auguro che a breve non si parlerà più di quartieri bensì di “municipalità”. Come se fossero dei piccoli comuni, dotati di autonomia economica per potere incidere direttamente sulle materie a loro delegate (verde pubblico, arredo urbano, manutenzione ordinaria di marciapiedi, strade, impianti di illuminazione, vigilanza urbana, ecc…). Solo così le circoscrizioni, in una città come la nostra, peculiare per la sua estensione, potrebbero diventare la soluzione ai disagi che oggi i cittadini sono costretti a sopportare.
10) Come può incidere il DecentraME sull’assetto politico-istituzionale-amministrativo di Messina?
Già credo che il Comitato abbia svolto una parte fondamentale. Abbiamo acceso i riflettori sull’argomento, ottenuto una votazione più che favorevole da parte del consiglio comunale, smosso la deputazione regionale e creato una trasversalità positiva delle forze politiche sul tema. Adesso attendiamo l’ispezione da parte della Regione, ma siamo comunque vigili rispetto alla volontà della Giunta.
Vittorio Tumeo