Alla scoperta di uno degli animali più schivi e difficile da vedere nei nostri boschi
Il gatto selvatico europeo (Felis silvestris silvestris) è una sottospecie continentale presente in un vasto areale comprendente la Scozia, l’Europa centrale e i Balcani. Presente anche in Italia, con una popolazione stimata in circa 700 – 800 individui, vive sulle Alpi Giulie ed in alcune valli delle Alpi Carniche, sulle Alpi occidentali, sull’Appennino centrale, sull’Appennino calabro, nel Gargano, nel Vulture, in Sardegna ed in Sicilia.
Il gatto selvatico siciliano
Proprio in Sicilia vive una delle popolazioni più numerose di gatto selvatico presenti in Italia, specie sull’Etna, sui Nebrodi e sulle Madonie. Ma il gatto selvatico popola anche i boschi più selvaggi e inaccessibili dei nostri monti Peloritani. La presenza di questo bellissimo felino pero è fortemente minacciata da diversi fattori, fra i quali l’ibridazione con il gatto domestico, la perdita di habitat e l’eccessivo pascolo del bestiame. L’istituzione di un consorzio europeo per la conservazione del gatto selvatico al quale partecipano diverse università, musei, parchi e ricercatori indipendenti di tutta Europa ha posto le basi per poter promuovere e coordinare la conservazione di questa specie, sia a livello locale che europeo.
L’ultima indagine condotta nel 2018, realizzata mediante l’ausilio di fototrappole, ha consentito di rilevare come l’Etna rappresenti per il gatto selvatico uno degli habitat idonei più esteso in Sicilia con una popolazione tra le più dense riportate in letteratura. Lo studio ha tuttavia evidenziato una contrazione dell’habitat del gatto selvatico probabilmente derivante da un pascolo eccessivo e prolungato. Recenti studi su questo animale hanno dimostrato il patrimonio genetico del gatto selvatico siciliano è molto diverso rispetto a quello del gatto selvatico continentale.
Secondo l’esperto Stefano Anile “Sebbene quello che comunemente chiamiamo gatto domestico discenda dal gatto selvatico africano, il gatto siciliano, discende invece da quello europeo. Eppure il siculo è a sua volta differente e la spiegazione sta nel fatto che la Sicilia è appunto un’isola e il gatto selvatico (come anche altre specie siciliane) si è adattato a questo ambiente con il risultato di avere un patrimonio genetico unico, nettamente distinto rispetto alle altre popolazioni di gatti selvatici presenti in Italia”
Perché viene chiamato il fantasma dei boschi?
Si tratta di uno degli animali selvatici più schivi presenti in natura, alle nostre latitudini. Infatti il gatto selvatico è molto difficile da incontrare nel suo habitat naturale. Le basse densità e la piccola taglia, nonché la predilezione per zone boscate e cespugliate, aree rocciose e versanti poco accessibili all’uomo, lo rendono un vero e proprio fantasma dei boschi. Finora le poche foto e i video che lo ritraggono nel suo ambiente naturale sono stati realizzati grazie all’ausilio di fototrappole, ubicate in luoghi poco battuti dall’uomo.
Ecco perché finora sono stati davvero pochissimi i fortunati ad averlo visto camminare fra i boschi, in determinati orari di giornata. Il gatto selvatico ha una dieta ampia e variegata, caratterizzata da uccelli, rettili, anfibi, piccoli mammiferi e insetti, ma a seconda delle risorse disponibili, esso può specializzarsi e predare in maniera sistematica un singolo tipo di prede.