Un governo creato per fermare Salvini e la paura di tornare alle urne e perdere la poltrona, consegneranno il Paese alle destre. Ed a dare il colpo finale saranno le classi medie devastate dagli ultimi governi
Personalmente ero per il ritorno al voto ad agosto. Ho sempre pensato che le cose contro natura finiscano male. Inoltre sono cresciuta in quel periodo storico in cui la destra era la destra, la sinistra era la sinistra, si opponevano frontalmente (anche in modo aspro) ma non c’era alcuna possibilità di confusione, né di governi-marmellata.
La vittoria del centro destra
Il voto in Umbria non mi ha stupito e ritengo che dovrebbe essere motivo di seria riflessione per il governo giallorosso. Il nocciolo della questione non è la grandezza o meno della Regione, il numero dei votanti o il fatto che si andasse alle urne dopo l’inchiesta che ha travolto il governo regionale Pd.
Governo anti-Salvini
No, il nocciolo della questione è che se tu fai un governo SOLO per impedire ad un partito di crescere, crei matematicamente un mostro. Del resto è quello che è accaduto al Pd. I governi Letta, Renzi e Gentiloni avevano tra gli scopi principali evitare la crescita del M5S. Che alle Politiche del 2018 ha vinto. Peraltro, come ben sanno i pentastellati, stare all’opposizione è comodo e fa aumentare i consensi.
Urne dopo il Papeete
Per questo secondo me si doveva tornare alle urne ad agosto, quando la Lega aveva percentuali più basse e addirittura in quei giorni erano diminuite. Adesso più si va avanti peggio è.
Consegneranno il Paese alle destre
Il governo giallorosso, nato con la sola premessa del fermare Salvini, consegnerà il Paese alle destre. Lo pensavo ad agosto e continuo a pensarlo oggi leggendo le cronache di liti quotidiane, la mancanza di strategia comune, gli esiti delle urne ed i sondaggi.
Manca l’amalgama
Come avrebbe detto Massimino “a questa squadra manca l’amalgama”. Paradossalmente Lega e M5S andavano molto più d’accordo, avevano più affinità “di pancia”. Non a caso Di Maio ha sperato fino all’ultimo nel ritorno del “marito fedigrafo” scappato al Papeete.
Dall’odio all’amore???
Pd- M5S-Leu e Renzi hanno fatto un’alleanza “ob torto collo”. Come il marito tradito si evira per punire la moglie, che si dedicherà allegramente alle corna, allo stesso modo una coalizione forzata, nata dall’odio reciproco, consegnerà la vittoria alle destre. Non importa se tra sei mesi, un anno o due.
“Mai col Pd” “Mai con il M5S”
Pd e M5S se ne sono dette di tutti i colori fino a 20 minuti prima del governo. Si sono fatte intere campagne elettorali utilizzando l’altro come esempio del peggio della politica. Per non parlare di Renzi. Per i 5stelle Renzi e la Boschi rappresentavano l’incarnazione del male assoluto. Zingaretti ne esce malissimo. In piena crisi si dichiara favorevole alle urne subito, contando sul fatto che i futuri eletti sarebbero stati uomini suoi e non renziani. Dice “Mai col M5S e mai con Conte premier”. In men che non si dica cambia idea su tutto e rinuncia anche al vice premier. Un record.
#staiserenogiuseppi
Renzi si è dimostrato il più furbo di tutti: costruisce la coalizione, frega Zingaretti e diventa l’ago della bilancia per mantenere al laccio gli alleati. Da comparsa è ritornato ballerina di prima fila.
#staiserenogiuseppi è il suo programma di governo.
I nostri eroi, come se la memoria umana e quella di Internet non esistessero, vogliono convincere gli italiani che l’odio si è trasformato in amore. Per di più eterno.
Nel trionfo dell’ipocrisia si sono pure alleati in Umbria dopo aver detto, fino ad agosto “Il Pd ha distrutto la Regione”. Certo che poi Salvini e Meloni lievitano nei sondaggi.
Taglio dei parlamentari un errore
In tutto questo, presi dal populismo più sfrenato approvano il taglio dei parlamentari. La riduzione degli stipendi sarebbe stata più giusta. Ma il taglio dei parlamentari, in Italia, oggi, è un colpo di mannaia alle minoranze ed alla rappresentanza democratica. Spero che il referendum confermativo si faccia e non si giochi sulla pelle degli ignoranti (nel senso di non a conoscenza).
Sicilia carne da macello
Prendiamo la Sicilia. Con quel taglio intere realtà territoriali saranno prive di un deputato che esprima il territorio. Ma c’è di più. Questo sistema becero, figlio del Porcellum, delle liste blindate, dell’eliminazione delle preferenze, ha trasformato la Sicilia in praterie per i capi. Guardate i capilista di Pd, Forza Italia, Leu, Sel negli ultimi 20 anni. Da destra a sinistra, da Berlusconi a Renzi con liste e listini bloccati in Sicilia hanno fatto carne da macello.
In Sicilia sono stati eletti la Boldrini, Anna Maria Serafini (moglie di Fassino), Epifani, Berlusconi ha fatto eleggere uno stuolo di yes man sconosciuti, Miccichè nel 2018 ha fatto liste che sono state uno schiaffo ai territori e Renzi ha messo capolista Maria Elena Boschi a Messina.
Voglio le preferenze
Cosa credete che accadrà alle prossime elezioni con il taglio dei parlamentari? SARANNO ELETTI SOLO quelli che vorranno i capi partito. Voglio le PREFERENZE. Basta listini, basta fregature, basta yes man, basta manichini, parenti, fidanzate/i, basta.
La paura dei tacchini
E andiamo ai tacchini. Gli attuali parlamentari sanno benissimo che questo è stato un colpo di fortuna che non si ripeterà mai più e che con la riduzione degli eletti dovranno tornare a lavorare. A maggior ragione se i sondaggi attuali si tramuteranno in fatti.
La legge del taglio dei parlamentari, unita al governo anti-Salvini è un mix micidiale. I tacchini preferirebbero Satana premier piuttosto che tornare nell’oblio e non faranno una piega se dovesse arrivare Draghi per fare quello che vuole l’Europa (un Monti al quadrato….).
Quello che mariti evirati e tacchini non capiscono è che l’elettorato è cambiato.
La sinistra radical chic
La sinistra non ha più l’esclusiva sui “poveri” o sulle fasce deboli. La sinistra ha una concezione “romantica” ed “intellettuale” delle fasce deboli. E’andata oltre alla visione radical chic, è rimasta solo chic.
La pancia della classe media
La destra aumenta i consensi proprio lì dove ADESSO la pancia brontola. Ed a brontolare è la pancia della classe media, devastata da governi radical chic. Se la classe media ha fame, si accorge che l’ascensore sociale è fermo (anzi è proprio murato), ha paura e si dimentica di Moretti, del bon ton, di Gaber e quant’altro.
La sinistra non parla più il linguaggio delle fasce deboli. Il M5S aveva captato la rabbia, soprattutto dei giovani, ma arrivato al potere ci si è affezionato.
Il linguaggio della paura
Meloni e Salvini conoscono il linguaggio di chi ha paura, di chi ha fame e non legge Marx. Più si mettono tasse per “senso di responsabilità”, più si flirta eccessivamente con l’Europa, più le destre avanzano.
Non dimentichiamo che sono state le classi medie ad aprire la strada al fascismo. Non so come finirà, io “speriamo che me la cavo”.
Un partito della Sicilia
Il mio piccolo sogno è che nasca un partito della Sicilia (ovviamente non quello che vuole Miccichè che fa politica dai tempi di Cesare Augusto), che prenda lo Statuto e lo applichi. Compresi gli articoli. 22, 36, 37, 38. Un partito che sia sicilianista ma nazionale, nel senso che abbia un peso nazionale. Perché noi adesso contiamo ZERO.
Nel frattempo mi preparo per il Natale, perché come diceva in uno spot Renato Pozzetto “il Natale quando arriva arriva”.
Purtroppo per i tacchini.
Rosaria Brancato
Gentile dott.ssa Brancato perfetta e lucida disamina del quadro politico nazionale e locale.
Una nota da riferire riguardo il presidente Massimino del Messina, catanese dalle scarse capacità e doti culturali e dialettiche; era il giornalista della Sicilia che gli chiedeva : Presidente il Messina ha ottimi giocatori ma manca l’amalgama!! e Massimino sereno e imperturbabile : Ok compremo anche quello!
Mi perdono gentile signora Brancato ma io non riesco a leggere mai nulla nei suoi articoli che non abbia già sentito per strada o al bar. Perché?
Complimenti per l’ottima analisi! Il passaggio che mi tocca di piu’ e’ quello sulla sinistra che da un approccio, gia’ sbagliato, radical chic si e’ ormai ulteriormente ridotta ad essere “chic” e basta. E’ un fenomeno che peraltro sta interessando tutta la sinistra in occidente. Il PD e’ una forza politica, in crisi, ma di centro, di sinistra ormai non ha piu’ nulla. In tempi di crisi l’illusione socialdemocratica si scioglie come neve al sole e sei costretto a fare delle scelte: l’opportunismo della classe dirigente di questi partiti (PD, SEL e persino l’ex Rifondazione) ti porta quindi ad un approccio di compromesso con gli interesse del grande capitale internazionale e a concentrarti su alcuni temi che fanno tendenza tra ceti intellettuali medio-alti, come i diritti civili (gay, donne, immigrati) ma non nelle classi proletaria. E purtroppo pero’ si tengono stretta l’etichetta di sinistra che non gli puo’ piu’ appartenere. Cosi’ le classi proletarie scivolano verso la destra populista, guidata dalla rabbia della classe media, quella non intellettuale ma “produttiva’, che soffre il conflitto con il grande capitale transnazionale e che esprime una rabbia nazionalista e localista che anche quella poi e’ un’illusione, come la socialdemocrazia. L’unica via di uscita a sinistra e’ la rinascita di una forza politica autenticamente anticapitalista, radicata nelle classi proletarie. Ma ci vorranno decenni.