Il gruppo del Milanese e le case fortino della droga a Messina "aperte" dai Carabinieri

Il gruppo del Milanese e le case fortino della droga a Messina “aperte” dai Carabinieri

Alessandra Serio

Il gruppo del Milanese e le case fortino della droga a Messina “aperte” dai Carabinieri

mercoledì 26 Giugno 2024 - 07:00

Video sorveglianza, imponenti porte blindate, nascondigli nei muri. Così i trafficanti di droga hanno provato (e fallito) ad ingannare i Carabinieri

Messina – Ottocento carabinieri provenienti da tutta la Sicilia, compresi i Cacciatori (le unità degli elicotteristi), i nuclei cinofili e gli specialisti “scassinatori” dell’Arma. E’ una vera e propria prova di forza quella che i militari dell’Arma siciliani hanno voluto dare con i 112 arresti di oggi. “Per fare capire – spiega il tenente colonnello Marco Carletti, che guida il comando provinciale di Messina – che i Carabinieri entrano ovunque e non c’è fortezza che li fermi”.

Le due bande di trafficanti e spacciatori scoperti dai Carabinieri utilizzavano infatti case – fortino dove nascondevano la droga e spacciavano, dislocate tra Giostra e il Villaggio Cep. “Abbiamo scoperto abitazioni dotate di sofisticati impianti di video sorveglianza che riprendevano sia gli ingressi principali che tutte le finestre e le altre aperture, doppi cancelli e altri sistemi di sicurezza”, conferma la procuratrice vicaria Rosa Raffa.

La porta blindata a casa del pusher e il carabiniere ferito

Proprio l’irruzione in una di queste abitazioni nel 2020 ha fatto scattare l’inchiesta. E’ quella al Cep di Ivan Lo Cascio, arrestato nel maxi blitz. Da giorni i Carabinieri sospettavano che lì si spacciasse droga e, dopo essere stati qualche giorno appostati e aver monitorato l’intenso via vai di acquirenti, finalmente scatta il blitz. Quando i militari bussano alla porta Lo Cascio apre, convinto sia un altro cliente. Alla vista degli uomini in divisa richiude rapidamente, sbattendo la porta blindata, pesantissima, addosso ad un militare, che si fa molto male. Solo 20 minuti dopo Lo Cascio li fa finalmente entrare e in quei 20 minuti non c’è modo per i Carabinieri di poter capire cosa stesse accadendo all’interno né riuscire a penetrare nell’appartamento. Proprio indagando su Lo Cascio i carabinieri risalgono alla organizzazione di fornitori che gli sta dietro, arrivando agli Anzalone e ai Castorino.

La casa fortezza del Milanese

Ma anche al Milanese, ovvero Domenico Milanese, un altro cliente di Abate e dei Castorino. E’ il pentito Settimo Corritore che parla agli investigatori di Milanese, alla fine del 2023, indicandolo come il gestore di una autonoma piazza di spaccio e rivelando che anche la sua è una abitazione – fortezza: nascosta alla vista da un sistema di cancelli, coi muri segnati da intercapedini nascoste dove all’interno vengono occultati hashish, marijuana ma anche cocaina.

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