Il lato oscuro del turismo a Messina, "il lavoro è sempre più precario e malpagato"

Il lato oscuro del turismo a Messina, “il lavoro è sempre più precario e malpagato”

Redazione

Il lato oscuro del turismo a Messina, “il lavoro è sempre più precario e malpagato”

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mercoledì 05 Luglio 2023 - 10:00

"I flussi aumentano ma non l'occupazione": la denuncia della Cgil con la Filcams, che chiedono diritti e tutele

MESSINA – Turismo a Messina: l’aumento del flusso turistico non fa crescere l’occupazione e il lavoro è sempre più precario. Mette in evidenza la Cgil Messina, con la categoria Filcams-Cgil e il segretario generale della Cgil Messina Pietro Patti: “I dati ci mostrano la fotografia di un settore produttivo la cui crescita è prodotta da lavoro sempre più povero e parcellizzato. È un danno al tessuto economico perché le lavoratrici e i lavoratori, che oggi subiscono l’impoverimento delle loro retribuzioni, al contrario potrebbero alimentare il circolo economico sul territorio tutto l’anno”.

La condizione del lavoro nel territorio rientra tra i dati Cgil che segnalano come oltre il 70% del lavoro nel turismo in Sicilia è irregolare, il 40% è a tempo determinato, il 60% è part-time, l’80% è sotto inquadrato, il 64,5% di chi lavora negli alberghi e nei ristoranti non arriva a 1000 euro a mese.

“Non è stata recuperata l’occupazione del 2019”

“Il turismo – aggiunge la segretaria confederale Stefania Radici – è un settore ad alta intensità di lavoro, un turismo di qualità si fonda su un’occupazione di qualità, invece si continua a pensare che il turismo possa produrre ricchezza con una manodopera sotto inquadrata, sottopagata o pagata con i voucher, precaria, scarsamente formata e instabile”. “Serve una visione di sistema per orientare tutti gli operatori della filiera e del territorio verso la creazione di un’offerta turistica innovativa, integrata e lunga tutto l’anno”, continuano Patti e Radici.

“Guardando ai dati Istat relativi al 2022, nella provincia di Messina nel commercio e nelle strutture ricettive e ristorative non è stata recuperata l’occupazione del 2019 che vedeva 40mila occupati, ci sono 6 mila occupati in meno, a fronte di un aumento degli arrivi, che stanno quasi raggiungendo i livelli del 2019, e di un aumento delle permanenze, che hanno superato il dato del 2019 di 161.241 unità arrivando a 3.632.481”, fanno notare Patti e Radici.

“I lavoratori costretti ad accettare condizioni al di sotto delle tutele di legge”

La Cgil e la Filcams Messina osservano “come siamo ancora indietro mentre la precarizzazione dell’occupazione cresce. Se da un lato la pandemia ha costretto tanti lavoratori a riqualificare le proprie competenze fuori dall’industria turistica, oppure fuori da Messina, dalla Sicilia e a volte anche dall’Italia – dichiara la segretaria generale della Filcams di Messina Giselda Campolo – dall’altro, a chi resta, le associazioni datoriali dicono che chi non accetta condizioni di lavoro al di sotto delle tutele di legge e di contratto, non vuole lavorare. È un meccanismo che fa scappare le professionalità. La retribuzione, le ferie, il tfr, le 48 ore settimanali come limite di legge, i riposi giornalieri e settimanali, il diritto di prelazione per gli stagionali, l’applicazione del contratto collettivo maggiormente rappresentativo, sono regole. E non si può pensare di fare profitti, di fare promozione del territorio facendo dumping salariale, contrattuale e sociale”.
Di conseguenza, il sindacato torna nelle piazze per chiedere diritti e tutele. “La Filcams – prosegue Giselda Campolo – anche quest’anno mette in campo la campagna nazionale turismo sottosopra in difesa delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto turistico, ricettivo e alberghiero. Nella nostra provincia saremo presenti suoi luoghi di lavoro con volantinaggi già dalla prossima settimana, con il camper dei diritti, che ritorna anche quest’anno la prima settimana di agosto. E con l’organizzazione delle giuste occasioni di confronto con le amministrazioni, gli enti locali e le associazioni datoriali presenti sul territorio. Informazione, tutela e sensibilizzazione saranno le parole chiave di questa stagione per ricordare a tutti che il lavoro ha bisogno di tutele”.

Un commento

  1. Eeeeeh…ma il problema sono i giovani che non vogliono lavorare. VERGOGNA a tutti gli pseudo datori di lavoro che pongono ragazze e ragazzi in condizioni di vero sfruttamento. Ma tanto “la legge” si gira sempre dall’altra parte.

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