Il lavoro a Messina: una missione "impossibile" ma necessaria

Il lavoro a Messina: una missione “impossibile” ma necessaria

Marco Olivieri

Il lavoro a Messina: una missione “impossibile” ma necessaria

giovedì 12 Settembre 2024 - 08:42

I dati allarmanti dei disoccupati e degli inattivi. Ma anche la necessità d'invertire la rotta qui e ora

MESSINA DA DECIFRARE – Diminuiscono gli occupati e il tasso d’inattività ci colloca al terzo posto dietro Napoli e Palermo tra i grandi Comuni. Il nodo centrale rimane sempre quello: creare lavoro a Messina e nel territorio metropolitano. Tema epocale in tutto il sud ma ancora di più in una realtà svuotata di senso e di progetti negli ultimi 30 anni. Quale vocazione per la città dello Stretto e per l’intero Meridione, in tutte le sue specificità? Ogni sforzo deve essere proteso a costruire in termini di vocazione e crescita economica e sociale, con uno sguardo che tenga insieme i problemi del presente e la visione del futuro.

Intanto sul sito “Messina in cifre“, a cura dell’Ufficio statistica del Comune, ci imbattiamo in una radiografia impietosa della realtà fino al 31 dicembre 2023. E la sinergia tra istituzioni europee, nazionali, regionali e locali e fra forze sociali, imprenditoriali, sindacali e associative risulta centrale in una prospettiva di rinascita. Giustizia sociale e riscatto delle cosiddette periferie, ponendo fine alla dicotomia centro-periferia; vocazione universitaria e turistica e recupero delle aree artigianali dismesse; inversione di tendenza rispetto al disastro del governo Meloni sul reddito di cittadinanza e sul sostegno alle fasce deboli; queste sono alcune priorità che tengono insieme il locale e il globale.

Messina in cifre

Questi i dati: “In città, nell’anno 2023, decrescono gli occupati, -1,78% rispetto al 2022, con un tasso di occupazione pari al 38,4%, nel 2023 era del 39,2%. L’analisi per genere evidenzia che la città perde il 2,4% di occupati maschi, rispetto all’anno precedente, mentre si registra la crescita degli occupati di genere femminile +0,7% rispetto al 2022 e +3% rispetto al 2018. Cresce il tasso di disoccupazione 35,9%, come anche, seppur lievemente il tasso di inattività (15-64) +0,1%. Sono infatti circa 39.500 le Non forze lavoro. Solo Palermo (44.100 inattivi) e Napoli (41.100 inattivi) registrano un dato peggiore. L’analisi del dato per genere come nel 2023 sia cresciuto il numero di donne inattive (+1,8%) rispetto al 2022 con un tasso di inattività pari al 51,3%. Solo Palermo (54,5%) e Napoli (55,5%) mostrano un dato peggiore tra i grandi Comuni. Diminuiscono i maschi inattivi (-1,5%) rispetto all’anno precedente con un tasso di inattività pari al 27,2%“.

La sfida dell’occupazione tra missione impossibile e rivoluzione necessaria

Da ricordare pure che il 23% circa della popolazione ha più di 65 anni e solo l’11,8% ha meno di 14 anni“. In generale, va detto che la sfida dell’occupazione a Messina appare spesso una Mission Impossible. Politica e imprenditoria, in questi anni, hanno spesso ammantato le difficoltà dietro fiumi di retorica e di proclami sul sud. Oggi quasi nessuno ci casca più e analizzare il territorio e correre ai ripari, a breve e medio termine, è una necessità. L’unica rivoluzione necessaria per non continuare ad affogare nel disastro.

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6 commenti

  1. Io lavoro nella nautica… Aree per cantieristica.. Porticciolo.. Logistica ed aree artigianali… Nn si ha idea della ricchezza che produrrebbero e centinaia di posti lavoro! Ma se provate a domandare ad Autorità Portuale su disponibilità di aree fanno spallucce… Soliti noti. A seguire aree ASI nel territorio comunale… Svegliaaaaa

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  2. A Messina non esiste la meritocrazia.. esiste da sempre il clienteralismo nelle assunzioni ed in tutte le aziende sia pubbliche che private, le aziende non vogliono formare nessuno visto che tutti gli annunci prevedono esperienze nel settore anche nei lavori più umili , in più sono sotto pagati fino alla soglia dello sfruttamento e della povertà.
    Quindi anziché parlare e parlare facciamo i fatti .

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  3. Ditelo a quegli enti che non assumono neanche i vincitori dei concorsi conclusi.

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  4. Ci potrebbe essere un’opera difficile anche non piacevole a tutti come il ponte che potrebbe dare una boccata di ossigeno a noi disoccupati, per molti anni. Ma è un’opera che non piace. Dunque non costruiamo nulla e continueremo a vedere lo spopolamento di Messina. Anche io alla fine andrò via perché a Messina possono vivere solo i pensionati.

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  5. Il lavoro lo creano gli imprenditori e non lo Stato nè tantomeno il comune, , a Messina i soldi sono nelle banche e ce ne sono veramente tanti, che continuano a crescere nei loro conti. Questa gente non investe oltre l’immobile , manca completamente lo spirito imprenditoriale, la voglia e l’iniziativa di fare qualcosa. È una mentalità radicata ed è difficile cambiarla. Al contrario chi ha le idee, la voglia, non ha la possibilità. La Lombardia , l’Emilia il Veneto industrialmente sono stati creati dalla media impresa, dalla iniziativa, da coraggio , dalla voglia di queste persone, purtroppo noi messinesi siamo diversi e pagheremo sempre questa differenza, in particolare i ceti più deboli.

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  6. La classe sedicente amministrativa è un carrozzone. È brutto dirlo ma un giovane dovrebbe andarsene e non aver rimpianti. Sicuramente troverà di meglio e non sarà costretto a frequentare segreterie politiche e relative sedi fiancheggiatrici.

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