"Il lavoro che non c'è quando esci dal carcere: quante barriere per noi ex detenuti"

“Il lavoro che non c’è quando esci dal carcere: quante barriere per noi ex detenuti”

Marco Olivieri

“Il lavoro che non c’è quando esci dal carcere: quante barriere per noi ex detenuti”

martedì 12 Dicembre 2023 - 10:20

Antonio continua a far parte della compagnia "Il teatro per sognare" e fa un appello al Comune: "Serve un progetto lavorativo per reinserirci nella società"

MESSINA – Antonio ama recitare e grazie al teatro, in carcere, ha scoperto la libertà. Quella autentica. Ha cominciato all’interno della Casa circondariale di Gazzi con il progetto “Il teatro per sognare”, ideato e organizzato da Daniela Ursino, presidente di D’aRteventi, dal 2017. E ha continuato anche quando è uscito. Antonio è ora tra gli interpreti principali di “InCanti sacri” (nella foto in basso la presentazione in Curia) e si esibirà stasera in cattedrale, alle 20.30.

Ora gli preme evidenziare un tema centrale, legato al reinserimento in società di chi è stato dentro: “Da un anno e mezzo sono fuori. Frequento i laboratori teatrali e partecipo alle attività di volontariato della Caritas. Io credo molto nell’inclusione sociale dopo il carcere. Ma qui a Messina è davvero dura. La nostra categoria, quella degli ex detenuti, è lasciata ai margini. Non possiamo partecipare ai concorsi perché abbiamo carichi pendenti”.

"InCanti sacri" in cattedrale

Continua Antonio: “Mi domando: se tutti i progetti comunali, a Messina, hanno questa barriera, noi come dobbiamo essere inseriti? Si dovrebbe fare un progetto lavorativo specifico per noi, allora, per farci lavorare e rendere compiuto il reinserimento nella società. L’imprenditore privato, se non ti conosce, difficilmente ti dà fiducia. Devono essere le istituzioni pubbliche, il Comune, a creare le condizioni perché noi ex detenuti possiamo godere di una nuova possibilità. Perché, con le attuali restrizioni, non abbiamo nessuna opportunità. Non possiamo lavorare. Gli assessori, i servizi sociali lasciano in disparte la nostra categoria. È molto importante, invece, offrire una possibilità a chi vuole reinserirsi. A chi vuole cambiare vita”.

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2 commenti

  1. Antonio ha ragione anche se trovare lavoro al Sud è difficilissimo per tutti. Sarebbe opportuno che i politici proponessero una riforma dei divieti contenuti nei concorsi pubblici per chi ha scontato la pena e ha diritto al reinserimento, quello effettivo. In merito il Comune può fare ben poco se non che attivare iniziative sociali per le quali immaginare una sorta di rimborso spese.

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  2. Marco mamganaro 12 Dicembre 2023 14:57

    Purtroppo in Italia chi e’ stato giudicato colpevole di qualsiasi reato, non riesce a trovare un lavoro onesto perche’ la societa’ e le istituzioni non danno la possibilita’ di riscattarsi,il condannato resta marchiato a vita anche se ha delle capacita’ professionali che altre persone non hanno,purtroppo in altri paesi come la Germania questo non avviene,si spera che queste problematiche col tempo vengano risolte….

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