Il maestro Giacomo Manzoni festeggiato a Messina in occasione del suo novantesimo compleanno

Il maestro Giacomo Manzoni festeggiato a Messina in occasione del suo novantesimo compleanno

Giovanni Francio

Il maestro Giacomo Manzoni festeggiato a Messina in occasione del suo novantesimo compleanno

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venerdì 16 Settembre 2022 - 09:00

Il grande compositore e musicologo, formatosi a Messina negli anni della sua giovinezza, ha ricevuto la prestigiosa Targa “Casa della Musica e delle Arti 2022”.

Assai spesso mi è capitato, in occasione delle recensioni musicali scritte per questa testata, di ispirarmi, (e talora citarne testualmente alcune frasi) ai pensieri critici racchiusi nella “Guida all’ascolto della musica sinfonica” di Giacomo Manzoni, autentico scrigno prezioso di notizie sulla musica sinfonica, dal barocco alla contemporanea. Ho avuto anche la fortuna di trovare e riacquistare una ristampa di questo volume del 1967, tanto avevo ridotto ai minimi termini il testo posseduto, a furia di consultarlo di continuo.

È stata quindi per me una grande emozione conoscere dal vivo questo grande maestro, tornato a Messina in occasione del suo novantesimo compleanno, per ricevere la TARGA “CASA DELLA MUSICA E DELLE ARTI 2022”, conferitagli dall’omonima Associazione Culturale, presso Villa Rosa, dimora della cantante lirica messinese Daniela Uccello, nel corso di un piacevole pomeriggio del 7 settembre, alla presenza di note personalità nel campo dell’arte e della musica, come Antonino Averna, di Messina, Alba Crea, Gino Di Maggio, Francesco Leprino, Antonio Schilirò, e, ovviamente, Daniela Uccello, che ha introdotto l’evento.

Manzoni, oltre essere uno straordinario critico musicale, è anche un compositore, un traduttore e un docente, personalità poliedrica e vivacissima, le cui qualità, note in tutto il mondo musicale, si sono palesate tutte anche in questo breve incontro con i fortunati presenti. Un novantenne di straordinaria lucidità mentale, curioso come un fanciullo, tanto che la professoressa Alba Crea, intervenuta, lo ha definito “la persona più giovane che conosca” definizione quanto mai calzante.

Il Maestro ha fortissimi legami con la nostra città, per averci vissuto la sua adolescenza, tra il 1936 e il 1942, e per esserci tornato nel 1948, anno in cui frequentò il Liceo Musicale “Antonio Laudamo”, ove ricevette la sua prima e forse più importante formazione musicale, grazie al direttore del Liceo, l’indimenticato Gino Contilli, che lo introdusse allo studio della composizione.

Manzoni ha mostrato grande entusiasmo per questo ritorno a Messina, si sente anche messinese, e ciò non può che inorgoglirci.

Le sue composizioni abbracciano la musica atonale, filone che nacque con la Scuola di Vienna (Schoenberg, Berg, Webern), con la rivoluzione della composizione che diviene dodecafonica e seriale, e si sviluppò con la scuola di Darmstadt – fine anni Quaranta – (Nono, Maderna, Boulez e Stockhausen), ove si abbraccia lo strutturalismo e si sperimenta la musica elettronica.

Il direttore del Conservatorio Corelli Antonino Averna ha esibito, con una certa emozione, un enorme volume, il registro delle iscrizioni al Conservatorio dell’anno 1948/49, ove figura anche il nome di Giacomo Manzoni, un prezioso cimelio custodito dal Conservatorio messinese.

Fra le personalità presenti c’era anche Francesco Leprino, autore del docufilm “Manzoni90. I 90 anni di Giacomo Manzoni, fra i differenti percorsi dei suoi allievi e il cambio di paradigmi del nuovo millennio”, proiettato in anteprima assoluta il giorno successivo alla Sala Laudamo.

Si tratta di un’interessante raccolta di interviste a Manzoni e ai suoi principali allievi, tutti compositori, che, attraverso le riflessioni di questi ultimi, immerge lo spettatore in questo mondo ancora misconosciuto della musica atonale. Gli allievi del Maestro hanno intrapreso ovviamente percorsi differenti, chi più sperimentale, chi più comunicativo, anche in polemica con la scuola di Darmstadt, ma tutti accomunati da questo nuovo modo di comporre, rinunziando alla tonalità.

Certo, è un documentario destinato principalmente agli addetti ai lavori, e forse questo è il limite di quest’opera, per altri versi di grande interesse. D’altronde non è facile rendere accessibile a tutti una materia così “difficile”, complessa, parlare di una forma musicale che ancora oggi stenta a trovare stanza nelle sale da concerto. Manzoni, nel corso di un intervento, ha affermato che i principali nemici della sua musica sono proprio i direttori e gli esecutori odierni, che difficilmente propongono musica atonale nei propri concerti. Anche Maurizio Pollini, superbo esecutore di musica dodecafonica, intervistato nel docufilm, ha confessato il suo rammarico per non aver eseguito più spesso composizioni atonali.

Anche per questo è stata assai apprezzabile e molto gradita, anche da Giacomo Manzoni, la performance di alcuni allievi del Conservatorio, che si sono cimentati, per l’occasione, nell’esecuzione di composizioni del Maestro. In particolare, prima Hsiao Pei Ku soprano, Marta Gentile flauto e Maria Ciavatta violino, hanno eseguito a Villa Rosa “Quattro versi di Marina Cvetaeva”, “An die Musik” e “Estremità”; poi il SAME4 Sax Quartet (Emanuele Gibilisco sax soprano, Alice Nanì sax contralto, Simone Maltese sax tenore, Marcello Di Mauro sax baritono) ha eseguito, sia a Villa Rosa che alla Sala Laudamo (prima del docufilm), “To planets and to flowers”. Manzoni si è complimentato personalmente con ognuno dei musicisti.

E così per due giorni Messina è stata protagonista di un momento celebrativo di eccezionale rilievo, mentre la prima assoluta del docufilm verrà proiettata a Milano il giorno del novantesimo compleanno del Maestro (26 settembre).

Ascoltare la musica del Maestro, misteriosa, talora angosciante, esistenzialista, suonata egregiamente dagli allievi del Conservatorio, e la musica dei suoi allievi, attraverso il docufilm, affascina, ma rende consapevoli della difficoltà di esecuzione e di ascolto che siffatte composizioni comportano. Manzoni, alla Sala Laudamo, ha invitato il presidente del Teatro Vittorio Emanuele, Orazio Miloro, presente per i saluti istituzionali, ad avere più coraggio nel proporre nelle stagioni musicali anche musica contemporanea di questo genere.

Forse l’orecchio musicale comune non è ancora pronto all’ascolto di una musica così diversa, quasi “ostile”, ma ricordo che molti brani del passato, ora osannati come capolavori assoluti, non furono compresi affatto dai contemporanei, ai quali risultarono del tutto indigesti (un esempio per tutti gli ultimi Quartetti di Beethoven).

Con la speranza che la visita di Giacomo Manzoni, così vicino e legato alla nostra città, possa fungere da stimolo per accendere l’interesse e la curiosità del pubblico messinese verso la musica dodecafonica, seriale, atonale in genere.

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