Era il 5 giugno 2004 e il Messina batteva il Como ultimo in classifica per 3-0 al "Giovanni Celeste". Il ricordo di una splendida cavalcata
Il 5 giugno del 2004 il Messina superava il Como per 3-0 nella penultima giornata di Serie B ed era matematicamente promosso in Serie A. Al “Giovanni Celeste” quella sera c’era il pienone, tanto che si pensò nei giorni precedenti anche di giocare l’ultima in casa nel nuovo “Franco Scoglio”, idea poi accantonata ma per l’occasione fu allestito un maxi schermo in piazza Duomo, dove neanche a dirlo iniziò immediatamente la festa.
Mister Bortolo Mutti quella sera schierò nell’undici iniziale Storari in porta, a comporre la linea difensiva Zoro, Rezaei, Aronica e Parisi, a centrocampo Lavecchia, Mamede, Coppola e il capitano Sullo, davanti “Re Artù” Di Napoli ed “El Pampa” Sosa. Ad arbitrare la sfida tra Messina e il Como, già retrocesso, Pierluigi Collina che però non dovette fare gli straordinari perché ben prima della mezz’ora Di Napoli aveva già colpito due volte, mentre nella ripresa intorno all’ora di gioco arrivò anche il sigillo di Parisi, un altro giocatore simbolo di quella squadra.
Una stagione complicata
Fu un campionato, il secondo anno con Pietro Franza presidente, duro e complicato perché si giocarono 46 giornate. In estate furono bloccate le retrocessioni in C1 e ai nastri di partenza le squadre partecipanti alla serie cadetta erano 24, si raggiunse un accordo attraverso il quale le promozioni dirette dalla serie B alla serie A furono 5 a fine stagione. Il nuovo direttore sportivo incaricato Fabiani insieme all’allenatore Vincenzo Patania allestì una rosa che vide arrivare in riva allo Stretto Aronica, Lavecchia, Rezaei e il colpo di mercato fu Alessandro Parisi che aveva molte richieste.
Inizialmente questo Messina non brillò e dopo sette giornate, con soli quattro punti raccolti e l’ultimo posto in classifica, la proprietà cambiò guida tecnica. Sulla panchina del Messina arrivò l’esperto Bortolo Mutti che risvegliò una squadra che sembrava sopita e comincio a macinare gioco e risultati. In questo periodo, fu tesserato lo svincolato Di Napoli. Con Mutti al comando, il Messina trovò una prima striscia di sette risultati utili consecutivi e risalì all’ottavo posto. In seguito arrivò un’altra serie in doppia cifra, ben dieci risultati utili consecutivi, che permisero al Messina di agganciare la zona promozione al quarto posto.
Qualche numero della cavalcata promozione
Il Messina non mollò più la presa e la proprietà si rinforzò nel mercato di gennaio con gli arrivi di Giampà e Sosa che si integrarono perfettamente nel gioco di Mutti. Il pubblico diede sicuramente il suo contributo con il “Celeste” che non conobbe sconfitta per tutta la durata del campionato: 15 vittorie e 8 pareggi. Quell’anno tra le mura amiche fece di meglio solo il Palermo (55 punti ma con due sconfitte), imbattuta anche la Fiorentina (53 punti come il Messina).
Il campionato vide vincere il Palermo con 83 punti, piazzato secondo con gli stessi punti il Cagliari, terzo il Livorno a 79. Il Messina chiuse quella stagione al quarto posto con 79 punti, aveva una peggior differenza reti del Livorno, frutto di 21 vittorie, 16 pareggi e 9 sconfitte. L’attacco produsse 71 reti mentre la difesa fu trafitta 45 volte. Il bomber di quella squadra fu Di Napoli con 19 centri (in 39 partite), come non dimenticare il suo gesto del volante proprio la sera della promozione rivolto al presidente Franza, alle sue spalle tra i marcatori Parisi, anche lui a segno col Como e in doppia cifra a quota 14. Un calciatore, il terzino mancino palermitano, che ha fatto innamorare un’intera generazione che giocando nel cortile provava a tirare “la bomba di Parisi”.
Immagine in evidenza dal sito LaStoriaDelGrandeMessina