Stanco, isolato, attaccato e in parte tradito da alcuni giocatori. Le motivazioni che hanno portato all'addio dell'allenatore biancoscudato
MESSINA – “Alla luce delle dimissioni rassegnate ieri sera da mister Giacomo Modica e nell’attesa di individuare il nuovo allenatore, per il quale il direttore sportivo Domenica Roma sta lavorando, si comunica che l’allenamento di oggi sarà diretto da Carmelo Mancuso, tecnico della Primavera”, è quanto ha comunicato stamane l’ufficio comunicazione dell’Acr Messina.
Le (nuove) dimissioni del tecnico sono arrivate al termine della partita persa dai biancoscudati col Crotone per 0-2. Il mister in una lunga conferenza stampa “a cuore aperto” ha spiegato come non dipendano dalla partita in sé ma erano una scelta maturata in lui da tempo e in passato frenata dal presidente Sciotto. L’allenatore già nel post partita contro la Casertana, partita che il Messina conduceva per 2-0 e poi terminata 2-2 lo scorso 20 settembre 2024, si era dimesso salvo poi tornare sui propri passi venendo travolto da un’ondata di affetto di squadra e ambiente.
Le motivazioni di Modica dietro l’addio
Stavolta sembra si andrà fino in fondo e non ci saranno ripensamenti, a pesare tanto stavolta proprio la mancanza del supporto della squadra. Non che i calciatori non volessero bene al tecnico ma i suoi fedelissimi e comunque buona parte della squadra, pur ammettendo di non avere un problema direttamente con lui, hanno già accettato o stanno pensando di accettare altre destinazioni lontano da Messina. Questo ha portato ad un ulteriore isolamento del tecnico che già dopo le partenze di Pavone e Costa con cui ha ammesso di prendersi le responsabilità di aver costruito la squadra in estate, e l’uscita di scena di Sciotto, si era ritrovato unico “osso da azzannare” rimasto di una vecchia gestione i cui nodi stanno venendo sempre più al pettine in queste settimane.
Modica ha delle colpe come lui stesso ha onestamente ammesso, ma come hanno ricordato recentemente Roma e il predecessore Pavone, quest’ultimo però ce lo ha messo in quella situazione, si è ritrovato a gestire situazioni che sconfinavano anche nel suo ruolo di tecnico come fosse il frontman della squadra. Anche dal punto di vista del suo, di allenare la squadra, doveva fare i conti con situazioni imbarazzanti per una squadra di calcio professionistica. Per settimane non è potuto entrare in un campo in cui poi la domenica giocava e doveva andare fuori città per allenarsi, a Santa Lucia del Mela, o, a volte, farlo in campetti di calcio a 7 per fare dei doppi turni. Modica ha provato inoltre a schermare tutti gli attacchi rivolti, non sempre ingiustificati, alla propria squadra, ai propri calciatori e al proprio operato. Questo mettersi quasi sempre la faccia lo ha fatto diventare il bersaglio di parecchi che non conoscendo appieno le difficoltà lo attaccavano, i “maghi della tastiera”, un’altra situazione che mal digeriva. Ha lasciato stanco, ma con il pensiero sempre rivolto al Messina, all’amore per questa piazza e questa maglia che ha sempre provato a trasmettere ai suoi giocatori, come molti di loro stessi salutando hanno riconosciuto.
L’errore, come lui stesso alla fine ha ammesso, è stato non girare la macchina e tornare a casa quel 13 giugno 2024. In quella giornata stava per comunicare il suo addio alla piazza dopo settimane di impasse, poi il rinvio di qualche ora per permettere l’ultimo faccia a faccia con Sciotto che ha portato però alla fumata bianca. Avrebbe dovuto lasciare in quell’occasione la squadra, conoscendo a menadito le mancanze a cui poi è andato nuovamente incontro, avrebbe lasciato da allenatore che aveva fatto meglio di tutti in Serie C negli ultimi anni e nessuno gli avrebbe potuto dire nulla visto che come lui stesso ha più volte ammesso negli ultimi mesi in riva allo Stretto “qui non si può più fare calcio”. È stato fregato dal suo amore “per questa bellissima donna Messina” e da delle promesse, di cui in buonafede si era fatto garante, quali alzare l’asticella, poter lavorare in modo più dignitoso e perché no riportare Messina dove meriterebbe di stare per storia e blasone, non certamente per altro.
Il dopo Modica, squadra al momento affidata a Mancuso
Con l’addio di Giacomo Modica sembra scontato che lo seguiranno anche il vice Maurizio Miranda e il preparatore dei portieri Mauro Manganaro. In attesa di un nuovo tecnico, che andrà trovato alle svelta visto che sabato si gioca una sfida cruciale sul percorso salvezza del Messina in casa della Casertana, l’allenamento odierno è stato affidato a Carmelo Mancuso che ricopre il ruolo di allenatore della Primavera. Il ds Roma è già al lavoro, ha fatto sapere la società, sul successore che però immaginiamo debba avere caratteristiche simili a quello andato via.
Con 15 partite che restano da disputare, e 45 punti potenziali in palio, sembra complicato pensare ad una ulteriore rivoluzione anche sul piano tecnico. Il direttore sportivo stava già operando tenendo in mente il tipo di gioco dell’allenatore zemaniano. Si parlava di terzini da trovare, di coppie di centrali da completare e soprattutto esterni d’attacco da inserire. Sarebbe una grande rivoluzione quindi a questo punto discostarsi dall’allestire una squadra che giochi con una difesa a quattro e un tridente offensivo. Le prossime ore diranno molto, ma l’imperativo per una società che in passato non ha saputo organizzarsi e ne paga ancora le conseguenze, è fare più presto possibile.
Dalla padella nella brace. Caro DS Roma è inutile riempiere la squadra di calciatori? banali e senza attributi, gente che non sa tirare in porta neppure un pallone. Ieri sera ho visto solo un buon Dell’Aquila, per il resto uno schifo assoluto a cominciare da Cominetti per finire a Nadir. Ora io dico hai un Dubravanu che è un ottimo difensore e non lo fai giocare? Dell’Aquila, che nei minuti iniziali aveva fatto bene, lo ha tolto dal campo! Ma questo sarebbe un allenatore? Ma che cambi mestiere! Il calcio non è roba per lui. Molto meglio Raciti che almeno sapeva gestire la squadra! Adesso non ci sono più margini di errore. Se perdiamo a Caserta, siamo in serie D. Non ci sono speranze per questa squadra di bidoni. Senza lilleri non si lallera!