Un libro pubblicato da Pungitopo e firrmato da un'intellettuale messinese, esperta in campo editoriale
di Marco Olivieri
Grazia, delicatezza, levità e bellezza. Un modo elegante per mettersi, magari solo per un attimo, al riparo dagli orrori del mondo attraverso il miracolo delle parole e della scrittura. Da qui il libro “Filastrocche“, scritto dall’intellettuale messinese Antonella de Fichy, esperta in campo editoriale. E pubblicato da Pungitopo, casa editrice di Gioiosa Marea.
Appassionata lettrice, l’autrice “ama giocare con le parole e con l’argilla, cercando di creare, trasfigurandola, una realtà più lieta”. Nate tra il 2007 e il 2013, queste “Filastrocche” rivelano, in ogni parola, questo spirito trasformativo. Composizioni in versi dove il gusto infantile delle filastrocche si combina, a livello sotterraneo, con la maturità e la consapevolezza.
L’universo fantastico della favola e dell’infanzia nel segno della meraviglia
In copertina spicca un’illustrazione della stessa autrice, artista poliedrica. E, come si legge nella presentazione del libro, “un candido gioco di rime” caratterizza le filastrocche. Versi che “proiettano la profondità della tensione esistenziale nella semplicità dell’universo fantastico della favola, nel ritmo di un’infanzia mai dimentica del sorriso e della meraviglia”.
Nei versi di Antonella de Fichy troviamo sentimenti e bellezza. Ma c’è pure la tristezza che cede il posto a un “sorriso sorprendente”, tra il mare e l’amore. E c’è un mare che “fa sognare/e poi, muto fa acquietare”. C’è l’allegria dei ciuffi dei treni; c’è il dover andare anche quando si vorrebbe restare; ci sono i “colori ritrovati”, la cometa di Natale e il “giro giro tondo” che “porterà l’allegria”, destinata a portare via la tristezza. Ci sono i mostri ma anche la vista salvifica del mare.
Filastrocche per il sogno e la gioia, in pausa dal dolore
In “Filastrocche” non è negata l’esistenza del male. Ma la tristezza non rimane vittima dell’oscurità. Si evoca ciò che rattrista per poi deviare verso qualcosa che rasserena e fa gioire. Un miracolo delle parole che conduce a una rinnovata serenità. O, meglio, a una sospensione della sofferenza. A un ritorno della gioia e dei colori. Per un attimo, la vita è una festa.
Sono parole, quelle di Antonella de Fichy, che scaldano e progeggono. Che sostengono e ravvivano l’esistenza.
Facciamoci contagiare, magari solo per un attimo, da questi giochi e incanti di versi. Filastrocche contro la paura e per il sogno, la libertà e la gioia, pur se un’ombra sfiora sempre le immagini e le storie descritte. Ma, almeno qui, nelle pagine di “Filastrocche”, prevale il sole. Vince la vita. In pausa dal dolore.
Filastrocca della stella risplendente
Se la stella più non brilla/perché ha perso la scintilla/tu nel mondo dovrai andare/per tentar di ritrovare/una luce sorprendente/per quell’astro sofferente.
E se poi tu avrai trovato una luce scura e bigia,/raccomando alle tue mani di non metterla in valigia;
lì poi tu ci metterai,/quando poi lo troverai,/un bel fascio luccicante/e anche un poco stravagante/che donare tu potrai/alle stelle che vedrai/poi, risplender nuovamente/dentro il cuore e nella mente.(Antonella de Fichy, “Filastrocche”, Pungitopo, pp. 91, euro 10).