Il Museo dell'Amendolea di Condofuri è chiuso. Ma sul sito web del Parco è aperto...

Il Museo dell’Amendolea di Condofuri è chiuso. Ma sul sito web del Parco è aperto…

Redazione

Il Museo dell’Amendolea di Condofuri è chiuso. Ma sul sito web del Parco è aperto…

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martedì 26 Ottobre 2021 - 19:30

Il paradosso: locali ristrutturati, teche comprate, su Internet con tanto di numero per prenotare le visite... ma il sito museale resta un miraggio da anni

CONDOFURI (RC) – Cosa bisogna fare, esattamente, affinché finalmente apra i battenti il Museo archeologico “Vallata dell’Amendolea”?

Il sito museale ubicato in agro di Condofuri – nel territorio del Parco nazionale dell’Aspromonte –, «nonostante l’avvenuta ristrutturazione dei locali della ex scuola elementare, le teche comprate e montate, i reperti selezionati, i testi per i pannelli didattici predisposti e l’ipotesi di gestione proposta al Comune da un’associazione non-profit, il Gruppo archeologico Valle dell’Amendolea (dei Gruppi Archeologici d’Italia)», in atto è chiuso.
Lo denuncia la senatrice ex-M5S (oggi al Gruppo misto) e componente della Commissione “Cultura” di Palazzo Madama Margherita Corrado.

«A primavera 2018 l’apertura del museo era considerata imminente e sul sito web del Parco dell’Aspromonte, che ha messo a disposizione la sede e le risorse, lo si dà addirittura per funzionante, indicando persino un numero di telefono da chiamare per prenotare la visita. In realtà, con la Giunta in carica la collaborazione fra istituzioni che doveva portare a compimento il progetto sembra essersi fermata, o comunque avere subito un rallentamento inspiegabile quanto inaccettabile».

La senatrice Margherita Corrado (Misto)

Di qui la richiesta della parlamentare al ministro della Cultura Dario Franceschini «se non voglia farsi promotore, presso la Soprintendenza Abap competente, di un nuovo impulso all’iter burocratico il cui mancato espletamento tuttora impedisce agli abitanti di Condofuri di godere del Museo archeologico ‘promesso’ loro da quasi un decennio».

Cittadini che parrebbero penalizzati, evidenzia la Corrado, da «Amministrazioni che non sembrano realmente propense a fare gli interessi dei cittadini valorizzando il patrimonio culturale dell’area grecanica reggina».

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