La Rete No Ponte dice sì a infrastrutture, welfare e servizi, ma ribadirà il suo secco no a opere pubbliche inutili e dannose per l’ambiente
Si torna a parlare di Ponte sullo Stretto. Uno degli argomenti evergreen di ogni campagna elettorale e grande protagonista dei dibattiti sulle infrastrutture siciliane, soprattutto su quelle che non ci sono, il Ponte continua comunque a dividere.
Così torna a far sentire la sua voce la Rete No Ponte che lancia una grande manifestazione che si svolgerà il prossimo 27 luglio per dire di nuovo no al Ponte.
“In questi mesi abbiamo assistito ad un profluvio di parole in favore della ripresa del progetto di costruzione del Ponte sullo Stretto da parte di forze politiche e sindacali, organi di stampa e associazioni di costruttori, amministratori pubblici e tecnici sgomitanti alla ricerca di una collocazione. Sappiamo bene che dietro quelle parole non c’è nulla di concreto, né un progetto, né le risorse finanziarie. Quelle parole, però, pesano come macigni sul futuro della nostra terra, rappresentano la rinuncia ad avercelo un futuro, alludono ad ulteriori possibili speculazioni”.
Per la Rete, il Ponte sullo Stretto è stato la speculazione perfetta. Centinaia di milioni di euro sono stati regalati alle aziende che volteggiano come avvoltoi intorno alle risorse pubbliche.
“Noi vogliamo impedire che questo meccanismo perverso possa ricominciare. Ci interessa immaginare come possa essere possibile fermare l’emorragia di intelligenze che dal Sud emigra alla ricerca di una possibilità di vita dignitosa. Pretendiamo ciò che ci tocca. Vogliamo che siano i territori a prendere parola sulle esigenze degli abitanti, non le burocrazie politiche al servizio della aziende del Nord”.
Il portavoce Gino Sturniolo scrive che gli strumenti di lotta saranno quelli di sempre: la discussione pubblica, la mobilitazione, il conflitto. “Metteremo la nostra manifestazione a disposizione di tutti i comitati che si battono in difesa dei territori. Avvieremo un confronto pubblico con tutti sul futuro della Sicilia e del Sud. Dimostreremo che un altro futuro è possibile, che non sia la svendita delle nostre vite e del nostro ambiente. Noi, come sempre, saremo in piazza. Gli altri devono ancora dimostrare di essere in grado di farlo”.