"Il nostro grido d'allarme per l'emergenza casa a Messina, il Comune intervenga"

“Il nostro grido d’allarme per l’emergenza casa a Messina, il Comune intervenga”

Marco Olivieri

“Il nostro grido d’allarme per l’emergenza casa a Messina, il Comune intervenga”

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venerdì 20 Gennaio 2023 - 10:35

L'Unione inquilini pone l'accento su un possibile tsunami sociale: "Manca il censimento degli alloggi"

MESSINA – Emergenza casa a Messina. Interviene con una nota l‘Unione inquilini (nella foto), che invita la Giunta Basile a intervenire sull’emergenza: “Fino ad ora non ha agito su povertà e vulnerabilità abitativa. E chiediamo al Consiglio comunale di rifinanziare il contributo affitto e i fondi per la morosità incolpevole. Possiamo quindi aspettarci un nuovo bando di Edilizia residenziale pubblica? Evidentemente no. E chiediamo alla Patrimonio Spa il censimento degli alloggi comunali Erp in programma da anni. È stato fatto? Ricordiamo che ancora il Comune deve completare la graduatoria assegnazione alloggi proprio dell’edilizia residenziale pubblica, datata 2018! Sembra incredibile, ma è la cruda verità”. Da qui la richiesta di un provvedimento amministrativo della “Giunta comunale per affrontare questa situazione drammatica. Non c’è più tempo da perdere”.

Mette in evidenza sempre l’Unione inquilini: “Lo screening degli alloggi è senza ombra di dubbio il primo passo che l’ente deve compiere per far fronte a una domanda crescente di alloggi a canone sociale. Allo stato attuale il Comune di Messina non ha alcuna contezza del proprio patrimonio immobiliare Erp e quindi dello stato di conservazione e manutenzione. E lo Iacp di Messina, ente gestore di alloggi popolari, non dovrebbe lavorare in sinergia con il Comune per inventariare, recuperare (se necessario) e assegnare nuovi alloggi? Dov’è finita l’Agenzia sociale per la casa annunciata in questi anni? Doveva essere un avamposto nella crisi sociale messinese. Il luogo in cui si raccoglievano esperienze, si progettavano interventi differenziati e ci si raccordava con il mondo del terzo settore e del volontariato sociale, con i sindacati inquilini e con la proprietà, con le agenzie immobiliari, con urbanisti e, architetti. Ma nessuna Agenzia sociale per la Casa è stata istituita. A sua volta, il centro di Bisconte dovrebbe garantire, dopo una fase provvisoria, il reinserimento abitativo stabile e dignitoso dei nuclei familiari ma anche questo, dalle nostre verifiche, risulta un nodo critico, con gli operatori di Messina Social City che cambiano velocemente”.

Osserva l’organizzazione messinese : “Il silenzio istituzionale sul tema dell’abitare scatenerà uno ‘tsumani sociale’ con pochi precedenti: una città invivibile per chi vive di lavoro povero, sempre più vuota e prossima al collasso. Gli italiani si apprestano a patire un nuovo anno di restrizioni economiche, soprattutto i più fragili. La cancellazione, nella legge di Bilancio, del fondo contributo affitto e del fondo morosità incolpevole, aggraverà le condizioni già disastrate di milioni di cittadini”.

“Messina sprofonda e 208 sfratti nel 2021”

Aggiungono gli esponenti dell’Unione inquilini: “Messina, in questo scenario, è destinata a sprofondare in un girone ancora più infernale: la combinazione tra povertà assoluta e grave sofferenza e deprivazione abitativa è vissuta da migliaia di cittadini messinesi. Nel periodo gennaio/dicembre 2021, nonostante ci fosse il blocco degli sfratti emesso dal governo, ci sono stati 208 provvedimenti di sfratti emessi e 19 eseguiti con la forza pubblica. Nel Comune di Messina il 90% degli sfratti sono per morosità. Anche i dati del 2021 e del 2022 sulle aste immobiliari non lasciano presagire nulla di buono. 15 province da sole generano il 38% delle aste su base nazionale: Roma (5%), Milano (4%), Pavia, Perugia, Napoli, Bergamo, Ancona (3%), Catania, Brescia, Cosenza, Palermo, Messina, Sassari, Torino e Macerata (2%)”.

“Si soffrono condizioni abitative drammatiche”

E ancora si legge nella nota: “In perfetta solitudine continuiamo a sostenere gli inquilini durante le procedure di sfratto. La tensione aumenta con la presenza di anziani, disabili o soggetti estremamente fragili: sono momenti che restano scolpiti nella nostra memoria perché tanta è l’angoscia, la tensione, la paura, la disperazione e il senso di smarrimento che si respira in quei frangenti. Noi siamo un sindacato e lottiamo per il pieno diritto all’abitare dei cittadini e senza risparmiarci. Facciamo come attivisti quello che possiamo. Le istituzioni si attivano solertemente solo nelle fasi di esecuzione sfratti. Siamo molto preoccupati, la politica batta un colpo; lo faccia subito!”.

Prosegue l’Unione inquilini: “Questo fenomeno si manifesta sotto varie forme e gradi: dai senza casa che vivono una condizione di deprivazione abitativa totale, a coloro che invece a breve rischiano seriamente di finire per strada a causa di licenziamenti. Dalle famiglie in sovraffollamento abitativo ai padri single che cercano disperatamente casa. Da coloro che hanno uno sfratto esecutivo sulla testa, e non riescono materialmente a compiere il passaggio in un’altra casa, ai nuclei familiari che abitano in alloggi popolari o privati invivibili a cause delle pessime condizioni strutturali e manutentive. Dai nuclei familiari che vivono ancora in baracca alle famiglie che hanno occupato per necessità. In altre parole, si soffre senza una casa o dentro una casa che spesso si fatica a definire tale”.

Rileva l’Unione inquilini: “Se il governo Meloni getta benzina sul fuoco aggravando le condizioni di milioni di poveri, il Comune, l’ente di prossimità teoricamente più vicino ai bisogni popolari, come intende agire? Il clima si arroventa. “Non si affittano alloggi ai percettori di RdC, del reddito di cittadinanza”: questa frase campeggia tra gli annunci, evocando vecchie storie di discriminazione che hanno rappresentato pagine buie del Paese. Anche in questi casi la politica deve intervenire, rimuovendo ogni ostacolo di sorta. L’unico vero ammortizzatore sociale contro carovita e disagio abitativo resta il terzo settore e il volontariato cattolico. Sollecitiamo urgentemente il Comune, la prefettura, l’Asp, l’associazionismo solidale, i sindacati di categoria a coordinarsi per dare una risposta vera, sistemica, di Rete: i drammi abitativi che a cascata diventano umani e sociali rischiano di divenire ingovernabili”.

Dagli stabili di via Padova alle “case fantasma” di Zafferia

L’Unione promette un “rilancio della mobilitazione per il diritto all’abitare” e così si conclude la nota: “Monta da mesi un vero e proprio tsunami sociale nella nostra città: le famiglie degli stabili di via Padova ed ex Gife del rione ferrovieri, le famiglie del palazzo fatiscente di via delle corporazioni, le famiglie delle “case fantasma” di Zafferia, centinaia di inquilini sotto sfratto, assegnatari di alloggi popolari inadeguati e insalubri, decine di famiglie ancora in baracche, urlano la loro sofferenza”

Per l’Unione inquilini, però, “le istituzioni sono sorde. Denunciamo la totale inadeguatezza nel rispondere alle esigenze abitative di una città sempre più povera, caratterizzata da una crescente vulnerabilità abitativa e da decina di migliaia di alloggi sfitti. Troppe volte siamo stati gli unici interlocutori di tante famiglie e giovani che non riescono a trovare soluzioni abitative stabili. Le tante occupazioni di immobili sfitti lo testimoniano: le case ci sono ma i proprietari preferiscono tenerle in stato di fatiscenza e sfitte piuttosto che affittarle“.

Tempostretto continua il confronto sul tema con gli interlocutori istituzionali e sociali

Raccontiamo ogni giorno queste emergenze e continueremo a farlo: la nota di Unione inquilini chiama in causa le istituzioni e con esse, in uno spirito propositivo, continueremo a confrontarci e a chiedere risposte.

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