Che rispetto al passato il regime pluviometrico sia cambiato non vi è dubbio. Oggi piove di meno, ma quando arrivano le precipitazioni esse si presentano più intense, e quindi spesso in poco tempo possono scaricare quantità di acqua maggiori, creando notevoli criticità ad un territorio non abituato a questo cambiamento del regime pluviometrico. Inoltre, visto anche la particolare orografia peloritana, molte di queste precipitazioni sono spesso estremamente localizzate. Ma definire ogni evento precipitativo intenso un evento “eccezionale” non ha alcun senso.
Difatti l’intenso temporale che nella mattinata di ieri si è abbattuto sulla zona centro-nord di Messina, malgrado la notevole intensità, non lo si può considerare un evento precipitativo realmente “eccezionale” per la complessità microclimatica dell’area dello Stretto di Messina.
Per la relativamente breve serie (installata solo nel 2003) della stazione SIAS di Messina, ubicata nell’area Nord del territorio comunale, fra Curcuraci e Faro Superiore, l’evento è stato il più intenso della serie 2003-2019 per la durata di 1 ora, tanto da raggiungere un accumulo di 57,8 mm in 1 ora, di cui 46,2 mm caduti in soli 30 minuti. La massima intensità istantanea è risultata pari a 122,4 mm/h tra le 12.05 e le 12.10 ora locale. Il totale parziale giornaliero è alle ore 15.00 PM è salito a 72,6 mm. Parliamo di ben 72,6 litri di acqua per metro quadrato.
Nonostante i dati sopra elencate, davvero notevoli, nel suo recentissimo passato la città di Messina ha fatto i conti con nubifragi ben più intensi di quello verificatosi sabato 8 agosto 2020. Per non andare troppo indietro basta ricordare il forte temporale che lo scorso 3 ottobre 2019 interesso la città e la parte nord dei Peloritani, scaricando in meno di 2 ore oltre 100 mm di pioggia sul Colle San Rizzo, e cumulate >60 mm in città. Quel giorno (in condizioni di allerta gialla) l’enorme quantità d’acqua caduta sul crinale dei Peloritani provocò l’improvvisa ondata di piena di molte fiumare cittadine, fra cui quella del torrente San Michele che trascinò a valle alcune automobili precedentemente posteggiate sull’alveo ancora secco (prima del temporale il tempo era caldo e soleggiato).
Un altro nubifragio particolarmente intenso colpì la zona centro-nord nel giugno 2018, causando la piena dei torrenti e i soliti disagi, per allagamenti, colate di fango e smottamenti in buona parte della zona centro-nord. Esattamente sabato 16 giugno 2018 a Messina sarebbero caduti la bellezza di ben 133 mm di pioggia nell’arco delle 24 ore, di cui 74 mm nella sola mattinata. Quei 133 mm rappresentarono la sesta giornata più piovosa di sempre (il giorno più piovoso di tutti per Messina è stato il 22 novembre del 1935 con 217 mm di pioggia in 24 ore) per la storia della città di Messina, dall’inizio delle rilevazioni, nel 1916.
Sempre quel giorno Torre Faro ha archiviato 122 mm, Ganzirri 105 mm, Geofisico 102 mm, Colle San Rizzo 31 mm, Ziriò 17 mm, Messina via industriale 64 mm, San Michele 55 mm. Nella zona sud accumuli inferiori ai 30-20 mm, mentre da Giampilieri in giù ci si avvicinava a 0 mm. Nel giro di pochi km passiamo da località che hanno sfondato i 100 mm ad altre che hanno ricevuto una decina di mm.
Si tratta di episodi di maltempo circoscritti, sia nello spazio che nel tempo, che rappresentano una caratteristica tipica dell’area dello Stretto. Specie quando una modesta circolazione depressionaria staziona in quota fra l’alto Ionio e i vicini Balcani, convogliando un flusso di umidissime e instabili correnti nord-occidentali verso il messinese che scorrono sopra una superficie marina molto calda.
L’evento di sabato non può considerarsi “eccezionale”, specie per le cumulate giornaliere. In questo senso, focalizzarsi nell’analisi climatica su una singola stazione, peraltro dotata di una serie storica molto breve (attiva solo dal 2003) può essere fuorviante. Tuttavia per ciò che riguarda l’intensità oraria è stato un evento di un certo rilievo. Ma se si guardano le serie storiche di altre stazioni meteorologiche del comprensorio, come quella di Calvaruso (ormai dismessa da tempo), Ganzirri, Messina Ist. Geofisico e Messina Osservatorio, notiamo che hanno registrato tutte eventi precipitativi di intensità superiore in un arco temporale molto ristretto.
La questione è molto semplice: a parte la frana sulla panoramica di cui occorre comprendere bene le cause, tutti gli allagamenti sono dovuti esclusivamente al fatto che caditoie e tombini non sono stati mai puliti da due anni!! Perché???