Il Piano immobili e la rigenerazione di Messina, ora o mai più

Il Piano immobili e la rigenerazione di Messina, ora o mai più

Marco Olivieri

Il Piano immobili e la rigenerazione di Messina, ora o mai più

venerdì 10 Gennaio 2025 - 14:00

Gli spazi e i luoghi da riqualificare diventano allora il simbolo di una città tutta da rianimare

di Marco Olivieri

MESSINA – Il Piano immobili pubblici firmato ieri a Messina rappresenta un’occasione da non perdere. Venti immobili, dalle caserme Masotto e Nervesa ai forti e alla polveriera di Camaro, senza dimenticare la collinetta di Bisconte e l’area ex baraccopoli, che rapprentano ferite enormi. Un coltello, quello del degrado e dell’abbandono, che deve rappresentare il passato. E non più il presente e il futuro di questa città bella e sfortunata. Sfortunata per responsabilità, dagli anni Cinquanta in poi, delle classi dirigenti e di noi cittadini.

Ha sottolineato ieri la direttrice del Demanio, Alessandra dal Verme: “Le strutture del Comune e del commissario al Risanamento (il presidente della Regione, n.d.r.) hanno abbracciato questo Piano che può offrire un contributo per risolvere alcuni problemi della città. E l’emergenza abitativa a Messina è uno di questi. Per lo Stato, gli immobili non utilizzati o utilizzati male sono disvalore perché creano degrado. Partiremo da due caserme non utilizzate da anni, la Masotto e la Nervesa, che sono in una posizione meravigliosa, vicino a fortificazioni e su una collina verde. Ma al loro fianco ci sono diverse baraccopoli. Le istituzioni devono essere un modello di azione e ci siamo attivati per rendere disponibili questi due manufatti di 70mila metri quadri che sono immediatamente riconvertibili. L’ipotesi è che una parte andrà al Comune, per i progetti Pinqua, e una parte al commissario, che opera sul territorio attraverso il sub commissario. Si riqualificherà la Masotto in parallelo con la riqualificazione della baraccopoli. Saranno quartieri ampi, rigenerati, dove ci saranno anche presidi di polizia. Lavoriamo per avere le prime realizzazioni nel 2026. Non escludo che si aggiungano compendi come gli ex magazzini Gazzi o la Real Cittadella. Tutti potranno essere inclusi nel Piano città. Anche il bellissimo Palazzo della dogana. Proveremo a fare tutto in maniera rapida, coinvolgendo i cittadini”.

La rigenerazione urbana in parallelo con un progetto sociale e culturale

Riqualificare e rigenerare gli spazi urbani è davvero una priorità. La premessa per poter creare lavoro, sviluppo, bellezza, armonia, facendo sì che la cittadinanza si possa riappropriare dell’orgoglio di appartenenza a un territorio. Se consideriamo pure l’area dell’ex Sanderson, ieri visitata dal presidente Schifani con il sindaco Basile, l’idea della Cittadella della cultura all’ex Margherita (i fondi Fsc riguardano solo alcuni padiglioni e il progetto è andato a rilento), lo spazio da destinare al polo tecnologico I’-hub, le ex officine Gazzi, e tutto il resto da sottrarre all’oblio e valorizzare, ci sono le premesse perché Messina possa riprendersi. Dalle aree artigianali alle tante strutture da rivitalizzare, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Stato, Comune, Regione, e anche Unione europea, non possono che lavorare insieme per questo recupero. Un’azione che va affiancata a un progetto di sviluppo che leghi il lavoro e l’impegno sociale e culturale. Altrimenti, gli sforzi di oggi non basteranno.

La riqualificazione dei luoghi come simbolo di una Messina da rianimare

Un progetto sociale e culturale che oggi ha difficoltà a realizzarsi, in un sud spesso abbandonato a sé stesso. Ma che diventa essenziale in parallelo con la creazione di nuove opportunità di lavoro, in una città che deve sempre più valorizzare il ruolo internazionale dell’Università e aprirsi veramente al Mediterraneo. Gli spazi e i luoghi da riqualificare diventano allora il simbolo di una Messina tutta da rianimare. Destinata a una crisi non definitiva, se le mosse, nello scacchiere di una politica che non può più permettersi di tirare a campare, saranno quelle giuste.

I venti immobili del Piano

I venti immobili del Piano Città sono questi: Caserma Masotto, Caserma militare Nervesa, Magazzini di Commissariato di Marina, Forte Spuria, Forte dei Centri, ex deposito munizioni Campo Italia, Forte Ogliastri, Ex Forte Castellaccio, Ex Forte Gonzaga, Forte Petrazza, Forte Schiaffino, Forte Serra La Croce, Forte Masotto, Batteria Crispi, Forte S. Jacchiddu, Forte Puntal Ferraro, Forte Cavalli, Ex Deposito Nafta Cappuccini, Casette ex Dicat Bisconte, ex Polveriera Camaro e Collinetta Bisconte, area ex Baraccopoli.

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