La pianta tipica dell'Asia occidentale cresce in alcune valli dei nostri Peloritani.
Il platano orientale, conosciuto col nome scientifico di Platanus orientalis, è un albero dal tronco grosso e dalla chioma fitta, molto ombrosa, originario dell’Asia Minore, ma diffuso pure in altri Stati dell’Asia occidentale, fino all’Himalaya.
Eppure questa specie botanica, tipica del Libano, della Siria e della Turchia, cresce spontaneamente pure in alcune aree ristrette della Sicilia orientale, sui monti Peloritani, ed in altre aree della Calabria e del Cilento. In modo particolare sulle vallate ioniche dei Peloritani meridionali si sono formate ampie formazioni boscose a galleria, sopra il letto delle principali fiumare e rispettivi affluenti.
Caratteristiche del Platano orientale
Il Platanus orientalis si presenta come un grande albero alto fin oltre 40 metri, con un grosso tronco alla base che può superare i tre metri di diametro. Alcuni esemplari arrivano a misurare circonferenze fino a quattro o cinque metri.
Le foglie sono grandi, semplici, palmate a cinque lobi appuntiti, caduche. I fiori sono poco appariscenti, riuniti in capolini sferici. I fiori sono unisessuali, ma sulla stessa pianta spuntano sia fiori maschili che femminili.
I frutti sono acheni conici, ciascuno con un solo seme e un ciuffo di peli che ne facilita la dispersione anemofila. Sono riuniti a centinaia in infruttescenze globose, sfaldabili.
Albero di grossa resistenza
Il platano orientale è un albero molto forte e resistente. Ad inizio del 1900 molti esemplari sono stati colpiti da una grave infezione fungina, proveniente dagli Stati Uniti e probabilmente arrivata in Italia durante gli eventi della prima guerra mondiale, che ha portato alla morte centinaia di alberi, plurisecolari.
Nonostante questa grave epidemia gli esemplari di platano orientale presenti nel Sud Italia sono riusciti a resistere. Questo perché si tratta di un albero longevo e molto resistente, che trova il suo ambiente ideale sui terreni argillosi e umidi. La sua corteccia è liscia e tende a sfogliarsi, mettendo in evidenza la nuova scorza spesso chiarissima.
Le grandi foglie, lungamente picciolate, sono molto eleganti e incise fino a oltre la metà del lembo; in autunno, prima di cadere, assumono un caldo giallo sfumato d’ocra. Questi alberi si trovano spesso in ambienti ostili, come i letti di corsi d’acqua soggetti a periodiche piene.
E nonostante questo riescono sempre a resistere, continuando sempre a vegetare, pur in situazioni particolarmente estreme.
I boschi di Platano orientale sui Peloritani
Probabilmente sulle vallate ioniche dei monti Peloritani è presente la più numerosa popolazione di platano orientale di tutta Italia. Difatti ampie foreste a galleria di platano orientale si presentano lungo le vallate del torrente Agrò, nella valle del Chiodaro e lungo la parte alta dell’Alcantara. Qualche esemplare di Platanus orientalis si può vedere anche in altre aree dei Peloritani, seppur in forma molto isolata, lì dove a farla da padrone, sui rispettivi fondovalle, sono i pioppi e pioppi neri.
Probabilmente la crescita spontanea di questo albero, in specifiche vallate dei Peloritani meridionali, dipende esclusivamente dalle locali condizioni microclimatiche e dalla particolare litologia di queste vallate, che presentano ambienti simili a quelli esistenti in aree montuose del Libano e della Siria.