Il ponte sullo Stretto al centro di Report tra rischi sismici ed economici

Il ponte sullo Stretto al centro di Report tra rischi sismici ed economici

Marco Olivieri

Il ponte sullo Stretto al centro di Report tra rischi sismici ed economici

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lunedì 20 Gennaio 2025 - 07:00

Il programma giornalistico condotto da Sigfrido Ranucci si è concentrato sulla grande opera

Ponte sullo Stretto e ancora ponte sulla scena del dibattito politico e e mediatico. Puntata di Report dedicata anche alla grande opera. Il programma condotto da Sigfrido Ranucci, su Rai3, si è concentrato, con un servizio di Danilo Procaccianti (“Il ponte a tutti i costi”), sul rischio geologico della costa calabrese. In primo piano un’intervista con il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni (“oltre seimila terremoti nella zona di Villa San Giovanni”). E continua la polemica sul suo mancato coinvolgimento, con tanto di replica della società Stretto di Messina.

Si è partiti dai problemi con il ponte di Brăila, dall’asfalto a infiltrazioni d’acqua nei blocchi d’ancoraggio e “400 bulloni non avvitati”, in Romania. Ponte realizzato da Webuild, che guida il consorzio d’imprese incaricato di procedere a costruire la grande opera sullo Stretto.

Risitano: “Fondamentale la prova dei cavi”

Spazio pure per le dichiarazioni del professore Antonino Risitano, preside d’Ingegneria a Catania dal 1987 al 1993, che ha posto “il probema dei cavi e dell’assenza di prove”. Poi gli stessi progettisti hanno previsto l’utilizzazione di cavi d’acciao. Ha evidenziato Risitano: “È tecnicamente e scientificamente sbagliato che si possa approvare un progetto definitivo senza le prove dei cavi. Se cede un cavo, il ponte cede”.

E Sigfrido Ranucci, in studio, ha parlato di “operazioni fatte in fretta. La Rocksoil, la società di famiglia dell’ex ministro Lunardi, ha fatto la relazione del progetto che è stata approvata dal comitato tecnico scientifico presieduto dal professore Prestininzi”. Il giornalista ha parlato di vicinanza, con tanto d’incontro documentato, tra Lunardi e Prestininzi (“amico della famiglia”). E ha aggiunto: “Sorprende che, nonostante 68 prescrizioni, questa relazione sia stata approvata”.

“Continui annunci d’inizio lavori”

Continua Ranucci: “Mancano, nel progetto definitivo, la valutazione di scenari che tengano conto dell’azione combinata del vento e dei carichi di traffico ferroviario e stradale anche a fronte dei mutati cambiamenti climatici. Poi mancano le analisi sugli acciai di carpenteria e sui cavi che sorreggono il ponte. Ma la società Stretto di Messina ha precisato che la relazione non servirebbe perché i cavi hanno cambiato sede nel progetto aggiornato. Inoltre, il ponte sarebbe alto 65 metri e ci sarebbe il problema del passaggio delle navi. Lo stesso ministro Salvini ha detto che non potrebbero passare navi container e da crociera molto alte. Ma la Stretto di Messina precisa che l’altezza di 65 metri è legata a casi particolari: quando il ponte è a pieno carico e c’è l’alta marea. In più, c’è la fissazione di Salvini e del governo d’annunciare sempre l’inizio dei lavori. Ora si pensa che il Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) possa approvare il progetto definitivo entro gennaio. E si è stabilito l’inizio lavori entro l’estate. Un annuncio fatto da vent’anni a questa parte”.

“E se, in fase esecutiva, si scopre che il ponte non è realizzabile?”

Ma torniamo al servizio. “Il nuovo decreto prevede un progetto per fasi e significa approvare prima quello per strade e gallerie e tenere per ultimo quello esecutivo del ponte in sé. E se, in fase esecutiva, si scopre che il ponte non è realizzabile?”, domanda il giornalista Procaccianti. Per l’ingegnere Mario de Miranda, “tutte le strade che sarebbero state realizzate sarebbero inutili, tanto più se si dovessero fare espropri e demolizioni, mandando via centinaia di famiglie”. E l’avvocato messinese Carmelo Briguglio ricorda che “il ponte costerà 5 miliardi e gli altri 10 sono tutte opere a terra. Ancora aspettiamo che venga approvato il vero progetto esecutivo del ponte”. Intervistata anche l’avvocata messinese Aurora Notarianni, altro punto di riferimento nella battaglia legale.

“La più grande opera mai progettata è prevista nelle aree a più alto rischio sismico”

Altro tema affrontato il terremoto del 1908 a Messina e Reggio, con i suoi ottantamila morti. “Si tratta di progettare, in una delle aree a più alto rischio sismico del pianeta, la più imponente opera mai progettata”, dice Carlo Tansi, ricercatore dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica al Cnr. E aggiunge l’ingegnere de Miranda: “La faglia attiva è una discontinuità nel terreno. Nessuno vi andrebbe a costruire la propria casa”. E la commissione Via, sulla valutazione d’impatto ambientale, ha chiesto approfondimenti sulle faglie e gli aspetti sismici. E su questo è stato sentito l’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci.

Anac: “Forti rischi a carico del pubblico”. E quanto costerà davvero il ponte?

Forti dubbi sulll’operazione economica, inoltre, dal presidente Anac, Giuseppe Busia, che da sempre insiste sui rischi a carico del pubblico. E l’ingegnere de Miranda ha lamentato il fatto che manchi il “computo metrico estimativo, con la lista delle quantità di tutte le opere, moltiplicando le varie unità per i prezzi di mercato o concordati contrattualmente”, per sapere quanto costerà il ponte.

Altra critica sulle nomine politiche, con 20 politici di area centrodestra su 50 e le ultime infornate tutte orientate in quell’ambito, nella commissione tecnica per la valutazione d’impatto ambientale. L’accusa di Ranucci è che sia “mancata la terzietà nel valutare la grande opera”.

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