Il popolo fantasma! Lettera aperta a tutta la filiera dei carburanti e …non solo!

Il popolo fantasma! Lettera aperta a tutta la filiera dei carburanti e …non solo!

Dario Rondinella

Il popolo fantasma! Lettera aperta a tutta la filiera dei carburanti e …non solo!

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sabato 18 Aprile 2020 - 21:39

La nostra proposta era rimettere immediatamente mano agli accordi economici sindacali

di *Ferruccio Schiavello

Il mondo, a noi interessa l’Italia, sta attraversando un periodo veramente drammatico a causa del coronavirus che, nessuno, nemmeno i migliori economisti e scienziati osavano nemmeno immaginare. Quanto è accaduto e sta ancora accadendo ha messo in ginocchio il sistema economico ma soprattutto sanitario del nostro paese.

A farne le spese tutte le attività imprenditoriali sia piccole che grandi. Tra queste, che poi è quella che interessa noi, quella dei benzinai.

Siamo diventati una categoria Fantasma di cui nessuno ormai se ne accorge. Eppure siamo per 14/16 ore sui punti vendita, sulla strada, in balia di tutto e tutti, compreso criminali con pochi scrupoli. Diamo servizio, informazioni, assistenza, risolviamo problemi ma soprattutto siamo un popolo di oltre 24000 persone con un indotto di oltre 75.000 persone. Ma non esistiamo! Non ci siamo per nessuno. Non esistiamo per i Governi ( qualunque sia il loro colore), non esistiamo per le compagnie petrolifere e per i grandi e/o piccoli retisti.

Eppure non solo riforniamo il sistema Italia di energia ma, incassiamo – nel concreto siamo sostituti d’imposta – accise statali ( circa il 75% del costo di un litro di carburante), accise regionali ( circa 26/28 euro ogni 1000 litri) il 22% di IVA ecc. ecc.

Imprenditori anomali che pur essendo lavoratori autonomi, partite IVA, siamo costretti a rivendere il carburante al prezzo imposto dalle compagnie e/o retisti, siamo obbligati a ritirare un quantitativo imposto sempre dalle compagnie, dobbiamo pagare le forniture anticipatamente, subiamo quotidianamente cali di giacenza di carburante che, ci rimborsano tardi e male ( guai a non seguire al 100% le varie procedure, sempre più stringenti, pena il mancato rimborso circa 10/15 mila euro), siamo soggetti e responsabili delle misure metrologiche, delle norme ambientali, di quelle fiscali, della salute dei dipendenti della comunicazione dei prezzi sul portale web del MISE. Tutto questo per pochi centesimi di euro. Per la precisione tra 2,5 e 3,00 centesimi di euro. Per quantificare subito, un punto vendita da un milione di litri ha un margine lordo di circa 27/30 mila euro. Togliete i costi di un dipendente e quelli di una normale gestione aziendale e ciò che resta è davvero poca cosa, meno di uno stipendio di un normale dipendente pubblico che, almeno gode di tutele e diritti (che noi non sappiamo nemmeno cosa siano) in virtù delle grandi responsabilità che ogni giorno ci assumiamo.

Il gestore o ancora meglio il benzinaio non ce la può più fare. Ad una situazione già di per se precaria si aggiunge e arriva tra capo e collo il così detto COVID-19. Stazioni di servizio costrette ( noi siamo sempre costretti da qualcosa o qualcuno) a rimanere aperte ma con gli italiani chiusi in casa (giustamente!) quindi pochissime auto per le strade e volumi di vendita che si abbassano sulla viabilità ordinaria del 85/90% mentre sulle autostrade quasi del 100% che, però, devono, sottolineo devono garantire tre turnazioni di personale per incassare ZERO. Però dobbiamo stare aperti. La nazione ha bisogno di noi ( però continuiamo ad essere una categoria fantasma). Vengono ringraziati medici ed infermieri (giustamente) la Protezione civile, le forze dell’ordine, persino i commessi dei supermercati. Noi no, non siamo nessuno! Non solo, al danno la beffa! Il Governo tra un decreto e l’altro di chi si dimentica? Dei Benzinai. Diciamo: …”così non riusciamo a sostenere i costi dei punti vendita e saremo costretti a chiudere” e tutta la stampa e tutti i social pronti a scrivere e a dire i BENZINAI MINACCIANO LO SCIOPERO! Un sacco di insulti da tutte le parti, passiamo per gente irresponsabile che minacciamo scioperi nel periodo più drammatico della Nazione. Si ricorda in tal momento di noi, anche di Presidente del Consiglio, ma solo per dirci vi “ precetteremo” e quasi simultaneamente l’autorità di garanzia e controllo sugli scioperi emetteva una circolare: sospendete lo sciopero! Ma chi ha mai presentato una richiesta per effettuare uno sciopero? Assolutamente nessuno.

Non si accorgono di noi le Compagnie Petrolifere, eppure ci spremono quotidianamente! Non ci dicono Nulla su come affrontare il COVID-19 né una locandina, né una circolare, né quali protocolli sono da seguire! Le prime indicazioni? Tenete alte le giacenze ( che ci fanno acquistare ad un prezzo per poi abbassarlo il giorno dopo dello scarico. Addio misero margine del gestore). Dopo tante insistenze finalmente chi più chi meno formalizza accordi in periodo di coronavirus con le sigle più rappresentative delle associazioni di categoria. Noi di Faib Calabria non siamo d’accordo. Diremo in seguito il perché. Della sostenibilità dei punti vendita, che i gestori vendono circa 300/400 litri al giorno di carburante, che non si riescono a coprire la spese vive, assolutamente nulla. Non gli interessa nulla. Che anche noi abbiamo famiglie con tutto quello che ne consegue non gli interessa nulla.

Noi di Faib Calabria abbiamo fortemente criticato, non accettato, esortato a non firmare e non riconoscere gli accordi straordinari sottoscritti da FAIB insieme a FEGICA e FIGISC con ENI, IP,Q8, EG (ESSO). Purtroppo siamo costretti a subirli.

Sono accordi che nascono solo a garanzia delle Compagnie Petrolifere e di EG (ESSO) che non portano alcuna certezza e alcuna sostenibilità economica ai gestori. Sono accordi sottoscritti tanto per essere sottoscritti. Siamo del parere che nostro fine ultimo sono le tutele per i gestori e non certamente un auto referenzialità. Accordi scritti in politichese, in burocratese. Dove ogni virgola e ogni punto dicono tutto e non dicono niente. Accordi che non producono effetti reali, concreti tangibili ma nemmeno normativi e giuridici.

In poche parole sono strumenti per tutta la categoria INSUFFICIENTI e INADEGUATI, INAPPLICABILI, CARENTI,ED INIDONEI che non affrontano veramente le necessità reali, concrete, giornaliere del gestore che vive sul piazzale, sul punto vendita.

Accordi blindati, nessuna osservazione è stata accetta. Sono stati preparati dalle compagnie e dai retisti e da noi firmati. Alcuni accordi, poi, cosa accordino e a chi non si capisce e non si sa. Vergognosi! Una cosa la mettono subito in chiaro però evidenziano e mettono a nudo che ci sono gestori di serie A e gestori di serie B.

Gli effetti del CORONAVIRUS sull’economia ha prodotto effetti devastanti, mai affrontati in passato. Questi effetti sicuramente non finiranno il giorno (?) in cui l’Italia riaprirà, come e quando poi ancora non si sa. Ci saranno sicuramente anni bui con saldi negativi con erogati per quanto riguarda i benzinai irrisori.

Abbiamo sostenuto che era inutile, faticoso, dispendioso fare accordi straordinari per il periodo COVID-19 della durata di 60 giorni. Che anche se prolungati di mese in mese, non aggiungono e non cacciano nulla alla vita del gestore. Abbiamo ribadito noi di Faib Calabria, fino alla morte, nella nostra associazione, Faib Confesercenti Nazionale, nessuno ci ha voluto ascoltare, anzi siamo stati ampiamente criticati e attaccati che quello che si stava facendo non serviva a nulla se non a noi stessi per dirci quanto siamo bravi. Sono accordi farlocco. Non hanno alcun valore, non riconoscono e non risolvono le vere problematiche dei gestori. Il problema non è il signor COVID-19. Il Signor COVID-19 è uno dei problemi. Il vero problema è la mentalità (vecchia) del sistema carburanti. Il vero problema non è il giudizio ma il pregiudizio che serpeggia nell’ambiente. Il vero problema è la manifesta illegalità che nessuno vuole realmente combattere. Il vero problema è voler nascondere sotto al tappetto tutte le verità che Governo, Unione Petrolifera, Assopetroli, Compagnie petrolifere, retisti e associazioni di categoria conoscono bene. Si preferisce una menzogna di necessità e bisogno ad una verità vera.

Invece di sottoscrivere accordi “finti” e “farlocchi” la nostra proposta era rimettere immediatamente mano agli accordi economici sindacali, incominciare ad affrontare la discussione con una mentalità nuova, aperta, diversa che non sia concentrata sui margini (come sempre da ridurre) ai gestori. Bisogna avere il coraggio di immaginare, studiare, lavorare per mettere in atto strumenti (accordi) innovativi e adatti al prossimo futuro che garantiscano la sostenibilità dei punti vendita non solo a difesa dell’attacco del coronavirus, ma di quel processo tecnologico che si chiama energia solare, fonti energetiche rinnovabili, scienza applicata all’automotive. Serve che i prezzi dei carburanti siano giusti. Non troppo bassi in alcune aree ne troppo alti in altre aree. Serve che non ci sia chi macina utili (che spesso finiscono all’estero) in modo sproporzionato e avido chi invece non riesce ad arrivare a sostenere i costi di gestione.

Ciò logicamente presuppone rispetto della dignità e della professione di tutti gli attori nello scenario e sul palcoscenico.  Nessuno escluso! Servono uomini diversi, preparati e pronti a ragionare in termini diversi.  Forse il settore dei carburanti, nella sua generalità, che occupa centinaia di migliaia di risorse umane  resta fermo, inchiodato al palo della storia perché non trova il coraggio di avere una nuova e diversa mentalità.  E’ rappresentata da persone che sono nel settore da oltre cinquanta anni, ormai vecchi e con i para occhi. La mentalità del futuro. Gli uomini del futuro. Il coraggio di affrontare il futuro ecco cosa ci serve. Ecco cosa forse non avremo mai.

             * Presidente Regionale Faib Confesercenti Calabria – Benzinaio

*Ferruccio Schiavello

Un commento

  1. ormai le stazioni di servizio da qualche anno sono pressoché tutte automatizzate , il lavoro del benzinaio non esiste più…come tante altre categorie..forse la gente dimentica che il 60% dei lavori attuali scomparirà entro i prossimi 20 anni.

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