Il comitato "Invece del ponte": "Si tratta di un ricatto inaccettabile. Non si possono sospendere i lavori per due anni e mezzo"
MESSINA – Il porto di Tremestieri nel disegno di legge di conversione del decreto sul ponte sullo Stretto. Si tratta di un’ipotesi in campo, valuta dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, e vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini. Sull’argomento s’esprime il comitato “Invece del ponte – cittadini per lo sviluppo sostenibile dell’area dello Stretto” e dice “no” a questa possibilità: “Ci risiamo. Il ponte come scusa per ricattare una città e condizionarne lo sviluppo. Dopo il congelamento del Piano regolatore – ufficialmente “revocato” per via del ponte – e dopo i dubbi sull’ammodernamento della flotta pubblica dello Stretto, adesso il porto di Tremestieri! Leggiamo dell’intenzione di risolvere la vicenda del completamento di questa opera fondamentale per la nostra città, collegandola, quindi condizionandola, al ponte. Un vero azzardo; pare che al ministro delle Infrastrutture lo abbiano detto persino i suoi tecnici, ma lui sembra
proprio voler percorrere questa strada, emendando il suo controverso decreto”.
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Continuano i rappresentanti di “Invece del ponte”: “Si tratta di una polpetta avvelenata, diciamolo con chiarezza. Vorrebbe dire, infatti, che per rimettere mano al cantiere bisognerebbe aspettare l’iter di ridefinizione, approvazione e avvio dei lavori del progetto definitivo ed esecutivo del ponte. Secondo i tempi del decreto, l’approvazione dovrebbe pervenire a metà 2024 e i cantieri aprirebbero a dicembre dello stesso anno. E nel frattempo? Lavori sospesi “per legge” per almeno due anni e mezzo, e la “liberazione” della città rinviata, appesa …al ponte. Una follia”.
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E ancora: “Se il ministro non sa dove trovare i soldi, glielo diciamo noi. L’Europa ha bocciato alcuni progetti del Pnrr, liberando centinaia di milioni, che attendono di essere urgentemente reimpiegati. E il governo sta rinegoziando il piano di investimenti. Il completamento del porto di Tremestieri garantisce il buon utilizzo dei fondi nell’immediato: non è un progetto definitivo incompiuto, di cui attendere aggiornamenti, approvazioni, esecutivo e piano economico e finanziario; è un cantiere già aperto su progettazione pienamente approvata. Significa spesa garantita qui e subito. Risulta sufficiente la volontà politica e un accordo tra i ministri Salvini e Fitto e in brevissimo tempo il cantiere del porto di Tremestieri potrà ripartire”.
Da qui le conclusioni: “Perché, invece del ponte, a Messina ci sono tante opere fondamentali da attivare e, se il ministro vuole davvero il bene della nostra città, ha tutti gli strumenti e le risorse per dimostrarlo, anche prima del e senza il ponte. È francamente inaccettabile e sa di ricatto la sola idea di far credere che senza il ponte a Messina non si muoverà un chiodo”.
Ma questi signori hanno chiaro di quante volte l’approdo è chiuso in seguito alle mareggiate e l’unica felice è la ditta addetta al dragaggio? E che dire delle problematiche che si vivono a Galati in seguito alla creazione del l’approdo? Ogni progetto e le sue problematiche devono essere scisse dal ponte. Non si può essere no ponte e attaccarsi ad ogni falso pretesto. L’approdo di tremestieri avrebbe la sua importanza qualora venisse dismessa la rada San Francesco. Così com’è tremestieri serve a poco. Serve solo alla ditta addetta al dragaggio.
S tratta come è noto del nuovo porto di Tremestieri i cui lavori sono valutati attualmente al 25% del totale. La finalità di questa opera era lo spostamneto del traffico da Rada San Francesco ed il potenziamento di rotte delle cosiddette autostrade del mare.
Non continuare i lavori nell’immediato si configurerebbe nell’ennesima incompiuta alla messinese, un classico con fine lavori postergati di anni, lustri, decenni etc. (fate un rewind sulle opere pubbliche a Messina a partire da una trentina di anni ad oggi).