"Il sindaco escluso dalla scelta dei direttori artistici del Vittorio Emanuele"

“Il sindaco escluso dalla scelta dei direttori artistici del Vittorio Emanuele”

Marco Olivieri

“Il sindaco escluso dalla scelta dei direttori artistici del Vittorio Emanuele”

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sabato 13 Aprile 2024 - 15:52

Basile: "La Regione non ha proceduto alla nomina del Cda e non siamo stati messi in condizione di scegliere". Sul tema interviene pure Russo (Pd)

MESSINA – Selezione dei direttori artistici del Teatro Vittorio Emanuele di Messina: il sindaco di Messina, Federico Basile, non vuole “fare polemica” ma le perplessità non mancano. Le “logiche della politica” prevalgono e il governo regionale di centrodestra sembra voler ridimensionare il ruolo di Basile. Qual è il nodo del contendere? Il commissario straordinario Orazio Miloro ha designato i direttori artistici di prosa e musica, Giovanni Anfuso e Matteo Pappalardo, mentre il Cda è congelato. Consiglio d’amministrazione con due componenti su tre di nomina comunale e metropolitana.

Scoglio Basile Miloro
Scoglio, Basile, Miloro e

Sottolinea il primo cittadino (nella foto con il sovrintendente Scoglio e il commissario): “Ho indicato i nomi da inserire nel cda del Vittorio Emanuele a metà ottobre: Oleg Traclò, per la Città metropolitana, e l’uscente Lorenzo Scolaro per il Comune. Ma, senza il decreto di nomina della Regione, non si è potuto procedere a insediare il Cda. In sei mesi la Giunta regionale non ha mai trovato il tempo per esitare il decreto di nomina. Ne prendo atto. La politica segue a volte altre logiche. Se si fosse insediato il Consiglio d’amministrazione, ci sarebbe stata la voce del Comune e della Città metropolitana”.

“Non siamo stati messi nella condizione per fare una scelta”

Precisa Basile: “Non entro nel merito delle scelte. I direttori artistici sono sicuramente validissimi ma non siamo stati messi in condizione per fare una valutazione. Si poteva confermare, come è stato con Pappalardo, anche l’altra direttrice artistica, Simona Celi, o fare un’altra scelta. Sarò invitato alla conferenza stampa? Non credo di essere disponibile, pur avendo ottimi rapporti con il commissario Miloro e l’assessora regionale Amata. Non sono polemico ma è bene chiarire qual è la mia posizione”.

Antonella Russo: “Un cda congelato e la politica regionale impone le sue regole”

Nel frattempo, pure la consigliera comunale Antonella Russo, del Partito democratico, non è convinta sul metodo: “Ci risiamo, stesso modus operandi che conosciamo da tempo. A Messina, come peraltro sta avvenendo in tutta italia, assistiamo all’occupazione delle istituzioni culturali che avviene bypassando gli organismi che garantiscono la democrazia. Basti pensare a quello che è accaduto recentemente a Roma, al Teatro Argentina, dove il direttore artistico è stato nominato in assenza dei rappresentanti del Comune. E a Messina? Idem. Un cda congelato per mesi immotivatamente, in perenne attesa di diventare operativo, e quindi reso di fatto inesistente, da tempo è sostituito da un commissario che decide (singolarmente e non collegialmente…) e stabilisce nomine che toccano di diritto al, di fatto inesistente, cda”.
Sottolinea Antonella Russo, che fa parte del Coordinamento provinciale del Pd: “Accade così a Messina che la rappresentanza territoriale è piegata a logiche politiche centralizzate a Palermo. Il sindaco Basile, che, nella sua doppia veste di sindaco della città e sindaco metropolitano, ha nominato due componenti del cda su tre, e quindi con la possibilità di decidere i nomi dei direttori artistici, di fatto non viene per nulla preso in considerazione. La politica regionale impone le sue regole anche sulla cultura in città. Niente rinnovamento di cariche, niente alternanza, niente ascolto dei territori. Bene! Messina sempre più periferia dell’impero regionale, con la figura della massima autorità cittadina di fatto tristemente esautorata delle sue stesse prerogative. O solite figure continuamente riconfermate o nuove nomine catanesi (si riferisce ad Anfuso, n.d.r.) che non conoscono certo il nostro territorio – al netto delle capacità personali che nessuno discute – decidono “anche” la cultura a Messina, secondo decisioni e incastri politici estranei alla città”.
Conclude l’esponente del Pd: “Ci si chiede: che rapporti avrà il cda con questi direttori che non ha scelto? E loro a chi renderanno conto? Non si rischia di innescare un perverso gioco di veti incrociati che graverà solo sulla missione culturale del Teatro Vittorio Emanuele? Attendiamo sviluppi, con motivata preoccupazione”.


Un commento

  1. Ma che sensazione è ? Essere esclusi, dico. Perché tanti cittadini protestano per ciclabili e isole, ma niente da fare.
    E poi nel Cda perché, suona ?

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