"Il sol dell'avvenire" di Moretti. Quando le ferite della storia raccontano le nostre fragilità

“Il sol dell’avvenire” di Moretti. Quando le ferite della storia raccontano le nostre fragilità

Marco Olivieri

“Il sol dell’avvenire” di Moretti. Quando le ferite della storia raccontano le nostre fragilità

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giovedì 27 Aprile 2023 - 22:53

Un film per descrivere, attraverso il Pci del 1956, sentimenti e sogni tra giovinezza ed età adulta

In primo piano lo scarto tra immaginazione e realtà. “Il sol dell’avvenire” tra giovinezza e sogno, sconfitte quotidiane e lenta maturazione. Nel suo cinema, Nanni Moretti racconta quell’intreccio unico di storia e vita privata, di destini collettivi e sentimenti individuali che noi chiamiamo vita. Così, nel suo ultimo titolo, il meccanismo del “film nel film”, con al centro il Partito comunista italiano e l’invasione sovietica dell’Ungheria nel 1956, serve ad accendere i riflettori sulle fragilità più intime, le occasioni perdute, i sentimenti e i passi falsi che segnano l’esistenza. Domandarsi che cosa sarebbe avvenuto se il Pci avesse condannato l’aggressione da parte dell’Urss consente di soffermarsi, dietro i paraventi o le sovrastrutture della storia, sui “se” che scandiscono le nostre vite. I “se avessi avuto più coraggio, se l’avessi baciata senza cedere al cerebralismo, se l’avessi ascoltata” e così via.

Non a caso le sequenze più riuscite di questo film così fragile e vitale sono quelle che scavano in un’interiorità inquieta e in quel misto di ironia e riflessione, sguardo paradossale e impietoso sulla realtà e su sé stessi che caratterizza la filmografia di Moretti. Il dialogo tra il ragazzo e la ragazza, tra passione e conflitti, con il regista che da adulto suggerisce le battute al suo personaggio da giovane; le struggenti canzoni d’amore di Tenco e De André e “Voglio vederti danzare” di Battiato in parallelo a immagini che ricordano le illusioni della giovinezza e l’imperfezione dell’essere adulti: ecco alcuni dei momenti che emozionano di più.

E ancora: la coppia Barbora Bobulova (“Questo è un film d’amore”)-Silvio Orlando, tra il coraggio di lei e la prudenza di lui nell’Italia ricostruita del 1956, il circo e l’eredità di Fellini e del cinema. Il tutto in una connessione emotiva, sin dal titolo, con uno dei momenti più alti di Moretti: “Palombella rossa”.

“Il sol dell’avvenire”

Allora, vedere “Il sol dell’avvenire” significa riconnettersi con i dubbi e le crisi che attraversano gli esseri umani: la distanza tra desiderio e realtà e tra le cose immaginate e realizzate; la maturità affettiva delle donne e l’immaturità maschile; la drammaticità del vivere ma anche la possibilità che ci si possa riappacificare con le proprie idiosincrasie e marciare uniti, come i tanti attori dei film passati, in un finale di riconciliazione con le luci e le ombre dell’esistenza.

In questo clima emotivo e simbolico, Moretti, con le sceneggiatrici Valia Santella, Federica Pontremoli, Francesca Marciano, riscrive la storia drammatica del Pci. E, con la sinistra, riscatta le nostre storie individuali, così esposte ai venti del conformismo. Per una volta, vince il cinema. Prevale la libertà.

In programmazione nelle multisale Apollo (sala Fasola) e Iris di Messina.

Immagine in evidenza tratta dalla pagina Facebook di 001Distribution.

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2 commenti

  1. Bellissimo articolo , descrive perfettamente l’atmosfera e le sfumature del film. Complimenti !

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  2. Maristella Bossa 1 Maggio 2023 10:10

    Recensione davvero bellissima. Come sempre Marco ci fa esaltare e riflettere con i suoi articoli.

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