Il viaggio di Ahmed

Il viaggio di Ahmed

Autore Esterno

Il viaggio di Ahmed

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domenica 10 Marzo 2019 - 08:00

La storia di un giovane che ha superato il mare e la paura e da 4 anni vive a Messina con una famiglia affidataria

«E’ buio. Ma io non ho paura.

Me lo ripeto da quando sono entrato dentro la macchina di quell’amico di papà, quell’uomo che organizza “Il VIAGGIO”.

E’ buio. Certo è notte.

Non lo dico ad alta voce, qualcuno potrebbe pensare che io sia un bambino. E invece non lo sono.

Ho 13 anni io!

E non ho paura.

Mi hanno detto che IL VIAGGIO si fa in mare e allora cosa posso temere?

Io che ho imparato a nuotare prima di camminare, che so pescare, che vivo in una barca con mio padre da…da sempre.

Ho 13 anni e la mia casa è il mare, non ho le pinne come i pesci ma nuoto forse meglio di loro, sono velocissimo e i turisti mi applaudono sempre ogni volta che dopo una capriola in acqua riemergo con qualche dono per loro: conchiglie o stelle marine. I turisti sono ricchissimi ed hanno tutti una scatola in mano che ferma le immagini. Si chiama macchina fotografica, ed è bellissima. Ho imparato ad usarla perché spesso mi chiedono di scattare loro una foto e allora mi asciugo le mani impregnate di acqua salata, guardo dentro la scatola e…non respiro ed è proprio mentre mi manca l’aria che scatto la foto.

Da grande ne comprerò una tutta per me, voglio fermare gli attimi, catturare il tempo che scivola via.

Mi piacciono le stelle marine.

Mi piace pensare che siano astri ribelli desiderosi di abbandonare il proprio cielo per abbracciare il mare.

“FORZA, SALITE !” urla l’uomo che organizza come sistemarsi sulla barca.

“HABIBI” si rivolge a me con un tono meno aggressivo “SEI SOLO? NON C’E’ NESSUNO CON TE?”

“Sono solo” rispondo “Non ho bisogno di nessuno” aggiungo sottovoce.

Ride e mi spinge con forza dentro una barca di legno insieme ad altre 100 persone.

E’ notte, ma non è buio.

La barca scivola nell’acqua come la mia giovane vecchia vita, dentro la nuova.

Non so cosa mi aspetta.

Dicono che l’Italia sia un Paese ricco, allegro, dove i bambini si preoccupano solo di giocare e andare a scuola.

Alzo gli occhi e guardo il cielo.

Un esercito di stelle luminose segna la mia rotta.

Sono lì, immobili, proteggono per 17 lunghi giorni i miei sogni, le mie speranze.

Hanno una forma strana, di un carro luminoso, lo distinguo senza alcuna difficoltà.

É il carro della libertà ed io ho scelto di salirci sù.

Mi chiamo Ahmed, ho 13 anni e non ho paura».

Ahmed da 4 anni vive felicemente a Messina, con una famiglia italiana che lo ha in affidamento familiare. Frequenta il liceo artistico ed è inseparabile dalla sua macchina fotografica. L’11 maggio 2018 ha ricevuto dall’Ordine degli Avvocati di Messina una borsa di studio, nominandolo “fotografo ufficiale dell’ordine forense messinese. A stringergli la mano, il Premio Nobel per la Pace 2015 Abdelaziz Essid.

Dinah Caminiti

2 commenti

  1. pensare e progettare di tornare in Africa e migliorare le condizioni del suo paese…. No ?

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  2. Davide Liotta 11 Marzo 2019 09:24

    Per migliorare le condizioni dell’Africa, potremmo iniziare noi occidentali, andando via dall’Africa.
    Potremmo interrompere lo sfruttamento delle loro risorse naturali, (oro, diamanti, gas, petrolio, bauxite, etc.etc. ) lasciandole agli africani.
    Infine se vogliamo aiutarli A CASA LORO potremmo evitare di fomentare le guerre interne e non vendergli più le armi prodotte dalla nostre industrie occidentali.
    Se ci sono occidentali disposti a tutto questo, loro ritornano nella loro terra, anzi non partirebbero più.
    Davide Liotta

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