La pubblicità promette internet illimitato. Ma dopo solo un giga di traffico, la velocità viene drasticamente ridotta a 32 kbps. "Per capire che, dopo un brevissimo periodo, si ridurrà la velocità di navigazione - afferma l'associazione di consumatori - bisogna leggere e approfondire le piccole clausole riportate sul sito web"
Dopo l’esposto di Consumatori Associati per l’accertamento della pubblicità ingannevole dell’offerta ‘senza limiti’ che Vodafone propone già da un mese con lo spot televisivo di un pinguino che canta e ripete ‘illimitatamente’, il 20 Marzo è stato avviato il procedimento per verificare l’esistenza dei presupposti per la eventuale sospensione provvisoria della campagna pubblicitaria.
“Per evitare la sospensione dell’offerta – riferisce l’Avv. Ernesto Fiorillo, Presidente Nazionale di Consumatori Associati – Vodafone dovrà fornire entro il 9 Aprile prossimo tutti i dettagli del piano, le condizioni dell’offerta e le concrete possibilità di ‘fuga’ da parte del consumatore insoddisfatto”.
“Ma non è tutto – aggiunge Fiorillo – Vodafone dovrà anche esibire copia dei reclami ricevuti e le garanzie ritenute valide per mantenere le promesse contenute nell’offerta. Ricordiamo che Vodafone promette sms ed un accesso ad internet ‘unlimited’. Il potenziale cliente percepisce una ‘navigazione Internet illimitata, senza specificare a quale velocità si effettuerà la navigazione. In realtà, per capire che, dopo un brevissimo periodo, si ridurrà la velocità di navigazione, bisogna leggere e approfondire le piccole clausole riportate sul sito web. Del resto, la limitazione di velocità che scatta solo dopo un giga di utilizzo, rende la navigazione di fatto inutilizzabile sia in termini di quantità che di tempo. E, a questo punto, quando il cliente si rende conto delle difficoltà, ecco apparire una nuova proposta che può risolvere i problemi, ma con un sovrapprezzo.
“Non si possono ingannare i consumatori con pubblicità non veritiera – conclude Fiorillo -. Noi lanceremo due class action a cui potranno aderire tutti coloro che si sono vincolati ad offerte ‘all inclusive’ che, di fatto, tali non sono”.