La Photogallery di immagini fornite da Franz Riccobono offre spunti di rilessione importanti sul terremoto di Messina del 1908
Grazie alla disponibilità di Franz Riccobono, vi proponiamo nella Photogallery di questo articolo alcune immagini della tragedia che colpì Messina il 28 dicembre 1908. Sono documenti che fanno riflettere anche in prospettiva attuale.
La foto di apertura ritrae la chiesa della Maddalena che occupava l’attuale sito della Casa dello Studente in via Cesare Battisti. La stessa didascalia della cartolina spiega, in francese, come l’edificio sacro abbia resistito al terremoto meglio delle case vicine per effetto di una migliore costruzione. Questo aspetto di vulnerabilità sismica delle case messinesi nel 1908 introduce elementi di riflessioni importanti anche rispetto alla situazione odierna.
A Messina serve subito un monitoraggio antisismico degli edifici
Il panorama edilizio cittadino, infatti, è caratterizzato dalla sussistenza di svariate sopraelevazioni la cui sostenibilità in termini di sicurezza andrebbe verificata al più presto per adottare misure correttive prima che sia troppo tardi. Anche le costruzioni realizzate nella fase della grande speculazione edilizia iniziata tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 destano non poche preoccupazioni in ordine al loro profilo antisismico.
È più che mai urgente, insomma, realizzare un sistematico monitoraggio degli edifici cittadini predisponendo una vera e propria campagna di sanificazione antisismica. Si potrebbe approfittare a questo scopo del bonus sisma offrendo un ulteriore possibilità di lavoro alle nostre imprese edili.
Assurdo che non ci sia ancora un museo del terremoto
Inoltre è veramente assurdo che a distanza di 113 anni dall’evento che ha sconvolto la nostra città non esista un museo del terremoto. Esiste una grande mole di materiale documentario che potrebbe essere esposta. Sarebbe un modo per mantenere la memoria di quel che è successo in quei terribili attimi rendendo anche il giusto omaggio alle vittime.
Attualmente possiamo solo contare sull’impegno assunto dal presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci di realizzare il museo all’interno della Cittadella della Cultura che dovrebbe nascere all’ex ospedale Margherita. È un dato positivo se non fosse che siamo ancora alla fase di avvio della progettualità, rispetto alla quale sarebbe giusto che la nostra comunità si facesse sentire.
Chiese e monumenti ancora in piedi dopo il sisma
Tornando alle immagini gentilmente fornite da Franz Riccobono, ce n’è una che ritrae il monumento all’Immacolata allora collocato in Corso Cavour e rimasto intatto. Dopo il sisma verrà spostato nella sua sede attuale dietro il Duomo. In realtà diverse chiese e costruzioni monumentali avevano resistito al terremoto ma vennero abbattute per fare posto alle strade più larghe previste dal Piano Borzì al fine di garantire maggiore sicurezza in caso di nuovi eventi sismici.
Anche la facciata della Palazzata che faceva da scenario al porto rimase, come si vede da una delle foto, in buona parte illesa. I caseggiati interni, invece, rovinarono in macerie.
Infine sono un colpo al cuore le foto dei messinesi sopravvisuti al dramma mentre lasciano la città. E’ il segno tangibile di una comunità che sfioriva e che avrebbe asunto una connotazione del tutto diversa, faticando ancora adesso a riallacciare i fili della sua identità storica. Anche a quell’umanità dolente di profughi come a chi nel terremoto ha perso la vita va il nostro commosso pensiero.
Ora le ho visualizzate 🤩……foto STRUGGENTI nella loro DRAMMATICITÀ 🥺…. soprattutto come sottolineava il signor Trimarchi le foto dove si vedono i messinesi superstiti abbandonare la loro terra DISTRUTTA 😭……queste foto sono da fare VEDERE a TUTTI…. Grazie TEMPOSTRETTO per averle pubblicate e grazie a Franz Riccobono che ve li ha gentilmente “prestate” 👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏
Caro Pippo Trimarchi è molto desolante che il rischio sismico che incombe su questa martoriata città interessi a pochissime persone
Il danno che venne fatto dal terremoto venne enormemente aumentato dai bombardamenti che vennero ordinati dal Gen Mazza dalle navi militari italiane con la scusa di igienizzare le macerie e dal business dei noti dinamitardi istituzionali che distrussero quasi tutto quello che era rimasto in piedi ( vedi i diari di La corte Cailler ) .