Tutto sembrava risolto per il prolungamento delle rampe del nuovo svincolo fino alla montagnola antecedente al viadotto, ma dall’Anas non arriva ancora l’ok definitivo. Saro Visicaro chiama in causa la Politica, il Consorzio Autostrade e la Magistratura
Anche per quest’estate i messinesi che si spostano sulla zona tirrenica dovranno convivere con le code giornaliere lungo il tratto di tangenziale fino a Villafranca. I lavori del viadotto Ritiro non sono neanche iniziati e questo potrà accadere solo nel momento in cui verrà aperta almeno una delle due uscite dello svincolo di Giostra. Per farlo, è necessario prolungare le rampe fino alla montagnola antecedente al viadotto, ma su questo fronte si sono registrati rallentamenti. L’ultimo ostacolo era di natura economica. Anche questo sembrava risolto ma ancora, dall’Anas, non arriva l’ok definitivo. Il progetto, già pronto, dovrà ottenere il placet anche da parte del Genio Civile, ma questo passaggio sembra possa essere molto più breve, anche perché l’ing. capo, Gaetano Sciacca, da tempo chiede che si faccia tutto in fretta in considerazione dello stato di pericolosità del Ritiro.
A riproporre il monito, adesso, è il Comitato “La Nostra Città” che ricorda anche che le preoccupanti condizioni del viadotto sono note da più di due anni, cioè da quando sono state ufficialmente certificate dal Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Messina.
“Siccome la sicurezza e la pubblica incolumità dovrebbero stare in cima ai pensieri di ogni amministratore – scrive il presidente del comitato, Saro Visicaro, sarebbe opportuno che qualche soluzione venisse partorita con celerità. Per esempio non dovrebbe essere complicato, finita la sbornia elettorale, chiedere agli assessori e deputati regionali di intervenire presso il Consorzio Autostradale affinché esegua direttamente l’intervento. L’altra alternativa sarebbe quella di delegare ancora una volta la Magistratura chiedendole di chiudere il tratto autostradale e bloccare i collegamenti. In passato è già avvenuto e non vorremmo essere noi a doverlo chiedere adesso”.
Mi sorge un dubbio: Spesso si tralascia di fare per tempo attività necessarie per poi doverle fare in fretta ed all’ultimo momento, rendendo poi “necessarie” deroghe più o meno legali alle norme sugli appalti (con grande gioia di chi vuole pilotarli) e predisponendo inoltre ad un’applicazione molto flessibile delle norme di sicurezza nei cantieri di lavoro (questa volta la “gioia” è tutta dei lavoratori).
Dagli esempi che ho sotto gli occhi e che ricordo, la politica e la burocrazia hanno sempre allungato i tempi preliminari in modo da trovarsi poi quasi certamente nelle condizioni di “somma urgenza”, condizione questa che crea sempre gli “sperati” momenti di confusione che consentono infine di gestire in modo privatistico e personale le procedure.
Non conosco a fondo i fatti ma, guardando dall’alto e considerando altri eventi nazionali e locali sempre caduti nelle medesime condizioni, mi sorgono forti dubbi in proposito.
Sarei felice se qualcuno mi potesse smentire.
Mi sorge un dubbio: Spesso si tralascia di fare per tempo attività necessarie per poi doverle fare in fretta ed all’ultimo momento, rendendo poi “necessarie” deroghe più o meno legali alle norme sugli appalti (con grande gioia di chi vuole pilotarli) e predisponendo inoltre ad un’applicazione molto flessibile delle norme di sicurezza nei cantieri di lavoro (questa volta la “gioia” è tutta dei lavoratori).
Dagli esempi che ho sotto gli occhi e che ricordo, la politica e la burocrazia hanno sempre allungato i tempi preliminari in modo da trovarsi poi quasi certamente nelle condizioni di “somma urgenza”, condizione questa che crea sempre gli “sperati” momenti di confusione che consentono infine di gestire in modo privatistico e personale le procedure.
Non conosco a fondo i fatti ma, guardando dall’alto e considerando altri eventi nazionali e locali sempre caduti nelle medesime condizioni, mi sorgono forti dubbi in proposito.
Sarei felice se qualcuno mi potesse smentire.
io francamente non ho capito perchè se ci sono svincolo e viadotto sotto lavori si chiuda la strada km prima creando disagi enormi…a me sembra una scusa..e nel frattempo la galleria telegrafo è diventata un giardino fiorito..
io francamente non ho capito perchè se ci sono svincolo e viadotto sotto lavori si chiuda la strada km prima creando disagi enormi…a me sembra una scusa..e nel frattempo la galleria telegrafo è diventata un giardino fiorito..
I regali di Sciacca! Sapete perché c’é una sola corsia sul viadotto? Perchë a detta del suddetto ingegnere, distintosi per aver creato lunghissime code sulla Messina Rometta, durante il suo regno nel CAS, ove in caso di sisma si creassero degli stazionamenti sulla struttura, quest’ultima non sarebbe idonea al carico. E ora che sopporta le code che si creano sul l’unica corsia trascura del tutto il fatto che, nell’eventualitá di un forte terremoto, i rischi aumenterebbero on misura esponenziale per quegli automobilisti intrappolati in fila sul ponte? Cosa ci consiglia in quel caso il valente tecnco? Di buttarci dal ponte dato che non ci sarebbe alcuna via di fuga?
A dimostrazione che talvolta una ricerca ossessiva di sicurezza non elimina affatto i rischi, che anzi, come nel caso appena evidenziato, li aumenta in maniera esponenziale.
Cosa fanno le nostre Autoritâ, dal Sindaco al Prefetto, tutti zitti in nome per non inimicarsi un’icona dell’ambientalismo di facciata, quello per intenderci che fa la faccia feroce quando i buoi sono ormai scappati, ovvero dopo il sacco edilizio della nostra sventurata cittá?
I regali di Sciacca! Sapete perché c’é una sola corsia sul viadotto? Perchë a detta del suddetto ingegnere, distintosi per aver creato lunghissime code sulla Messina Rometta, durante il suo regno nel CAS, ove in caso di sisma si creassero degli stazionamenti sulla struttura, quest’ultima non sarebbe idonea al carico. E ora che sopporta le code che si creano sul l’unica corsia trascura del tutto il fatto che, nell’eventualitá di un forte terremoto, i rischi aumenterebbero on misura esponenziale per quegli automobilisti intrappolati in fila sul ponte? Cosa ci consiglia in quel caso il valente tecnco? Di buttarci dal ponte dato che non ci sarebbe alcuna via di fuga?
A dimostrazione che talvolta una ricerca ossessiva di sicurezza non elimina affatto i rischi, che anzi, come nel caso appena evidenziato, li aumenta in maniera esponenziale.
Cosa fanno le nostre Autoritâ, dal Sindaco al Prefetto, tutti zitti in nome per non inimicarsi un’icona dell’ambientalismo di facciata, quello per intenderci che fa la faccia feroce quando i buoi sono ormai scappati, ovvero dopo il sacco edilizio della nostra sventurata cittá?
Come si potrebbe smentire uno che guarda dall’alto?
Tu pensi che gli assessori sono nelle condizioni di affrontare il problema, impegnati come sono a risolvere quelli dell’area pedonale.
Se li risolvessero potrebbero agevolare i viaggi a Spadafora e Milazzo per fare gli acquisti, desertificando ancor più il centro cittadino.
Come si potrebbe smentire uno che guarda dall’alto?
Tu pensi che gli assessori sono nelle condizioni di affrontare il problema, impegnati come sono a risolvere quelli dell’area pedonale.
Se li risolvessero potrebbero agevolare i viaggi a Spadafora e Milazzo per fare gli acquisti, desertificando ancor più il centro cittadino.