Fondazione Franza-Matacena: premiati i vincitori del bando 2016

Fondazione Franza-Matacena: premiati i vincitori del bando 2016

Marco Celi

Fondazione Franza-Matacena: premiati i vincitori del bando 2016

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giovedì 27 Luglio 2017 - 12:27

Saranno 6 i progetti finanziati dalla Fondazione, individuati tra 57 progetti che hanno partecipato al bando.

Ad un anno dalla sua nascita, la Fondazione "Giuseppe Franza – Elio Matacena" Onlus, creata dalla Caronte e Tourist Spa, ha portato a termine l'iter si selezione dei progetti relativi all'avviso pubblico 2016/17, per il quale sono state presentate ben 57 domande dal dicembre 2016. L'avviso pubblico, finanziato dalla fondazione con un importo di 500.000 euro ha avuto come tema centrale la promozione e la creazione del lavoro, ed i 6 progetti che si sono aggiudicati i finanziamenti, presentati da varie associazioni ed enti, riguardano tutti la formazione e l'inserimento nel mondo del lavoro di persone appartenenti a categorie svantaggiate, che hanno perso o che ancora devono trovare il lavoro.

La cerimonia di premiazione si è svolta questa mattina presso la Sala Giunta della Camera di Commercio di Messina, moderata da Tiziano Minuti. Erano presenti il professore Antonio Repace, Helga e Vincenzo Franza, Gabriella Ferrari Bravo, componenti del CdA della Onlus ed il presidente della fondazione, Francesco Vermiglio.

I progetti vincitori sono stati selezionati da un comitato tecnico-scientifico, composto dai Rettori delle Università di Messina e Reggio Calabria, Pietro Navarra e Pasquale Catanoso, dai professori Mario Rusciano e Nazareno Saitta ed infine dal prefetto Santi Giuffrè. I progetti selezionati hanno tutti una forte caratterizzazione sociale, e si pongono come obbiettivo quello di ridare dignità all'uomo attraverso il lavorio, reinserendo soprattutto gli emarginati e gli esclusi dalla società nel tessuto sociale.

Il primo progetto vincitore è quello dell'associazione Nati per la Vita che, in collaborazione con la facoltà di psicologia dell'Università di Messina, realizzerà il centro diurno "Carmelo Arigò" presso il quale i bambini affetti da autismo e le loro famiglie saranno accolti ed accompagnati in percorsi di riabilitazione e di cura previsti nella fase di prima diagnosi. Il secondo progetto invece ha come titolo "Un mare di occasioni", presentato dalla cooperativa sociale S. Maria della Strada di Padre Pati, in collaborazione con la Caritas Diocesana, che si porrà come obbiettivo il reinserimento nel mondo del lavoro di persone in stato di disagio come senza tetto, ragazze madri, carcerati, attraverso il finaziamento di fattorie sociale, aziende zootecniche e la creazione di alcuni B&B destinati all'offerta turistica in cui queste persone potranno essere inserite e lavorare.

Il terzo progetto è rivolto invece al reinserimento nel mondo del lavoro di ragazze e donne sole, o con figli a carico o comunque che si trovano in disagio economico. "Donne operosi e tessuti di speranza" è il titolo di questo progetto promosso dall'associazione reggina Zedekà, che, attraverso tirocini formativi, aiuterà queste donne ad apprendere il lavoro del ricamo e della maglieria col fine di produrre articoli per i neonati e per la prima infanzia. I Padri Rogazionisti si sono invece aggiudicati il quarto progetto, con l'intenzione di realizzare una fattoria didattica, sportiva e di terapia, nella "Villa Santa Maria", dove, principalmente ragazzi segnalati dai servizi sociali, avranno la possibilità di apprendere lavori legati all'agricoltura, praticare sport e seguire delle terapie particolari come ippoterapia, pet e garden therapy (che saranno aperte anche a soggetti esteri).

Cercare di incentivare l'autonomia e l'empowerment di giovani e adulti vittime di porgessi di marginalizzazione e invalidazione psichiatrica è, invece, il progetto "Vita Loca" dell'associazione Penelope, attraverso corsi di autonomia lavorativa e tirocini formativi in aziende che si occupano di turismo e ristorazione. Infine, l'ultimo progetto, ha come obbiettivo quello di creare un grande parco avventura nella natura del parco Gambari e d'Aspromonte in Calabria. Il titolo del progetto è "Pass" (Parco Avventura Solidale dello Stretto) ed è promosso dall'associazione Avventura Solidale. LA peculiarità di questo parco avventura sta nel fatto di essere stato progettato per permettere a tutti quei ragazzi che soffrono di particolari disabilità (motorie, visive, psichiche) di poter vivere un'avventura all'aperto, nella natura. Il progetto ribalta il concetto di inclusività perché, nonostante sia pensato per chi soffre di determinate disabilità è aperto ed usufruibile anche da tutti i soggetti normodotati. Operatori socio sanitari, guide esperti e volontari seguiranno i ragazzi consentendo loro di praticare attività di vario genere, indipendentemente dalla disabilità, facendo vivere loro una vera avventura.

6 commenti

  1. Bravi i dirigenti di C&T, unica realtà lavorativa che da lustri garantisce lavoro a centinaia di famiglie e che spesso contribuisce ai bisogni della città. Spesso si parla male di questa società, ma se questa non esistesse il tessuto economico cittadino (e non solo) sarebbe molto più sgualcito di com’è oggi.
    Lunga vita a C&T!

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  2. Non c’è schiavo peggiore di chi non ne ha consapevolezza. Incubo …buddaciano.

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  3. Dissento dal suo scarsissimo e poco realistico commento, indice di una cultura retrograda (da bottegaio, direi).
    I Franza sono sempre stati presenti quando, ad esempio, l’Accorinti piangeva per avere qualche contributo per la Vara. Oppure quando hanno dato vita ad innumerevoli manifestazioni culturali, anche a bordo delle proprie navi ed ancora per le tantissime iniziative di solidarietà ed aiuto a persone disagiate. Per non parlare degli abbellimenti che non mancano a Natale, e le borse di studio ai vari istituti scolastici di Messina. E molto altro ancora.
    Ma tutto questo è per lei, solo spazzatura (come quella che vediamo in giro grazie al nostro amato sindaco).
    Stia bene e mediti, una volta tanto.

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  4. Quando Il Sig. Pino1962 dovesse, in un sussulto di dignità , togliersi la vile maschera dell’anonimato e volesse confrontare pubblicamente, in qualsiasi luogo o contesto , la mia asserita “cultura retrograda, da bottegaio” con la sua cultura progressista di “leccaculismo servile (ed ignorante direi)” , il sottoscritto Dino Giuttari ( Dino Giuttari, un nome e cognome..”capisce questa parola quà? Cit. Frassica. Nome e cognome)..sarebbe lieto e felice di farlo.

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  5. Spesso la verità fa male…
    Le dico anche che dovrebbe migliorare la forma epistolare (ci sono diversi errori).
    Pino Spadaro

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  6. É imbarazzante e temo anche inutile dialogare con Lei, Sig. Pino Spadaro. Lei si esercita in slogan ed offese. Ed adesso ambisce anche a fare il maestrino di “”forma epistolare”( ci sono diversi errori). Inutile forse ricordarle la ..”netiquette”che impone ai navigatori del web di soprassedere elegantemente agli errori “epistolari” e di concentrarsi sui contenuti “culturali” che ella con pervicacia però elude. La”mia asserita cuktura retrograda da ..”bottegaio direi) Vs la sua cultura leccalculista. P.S. Se dovessi io impegnarmi nella ricerca degli “errori epistolari” non avrei tempo per…vivere.

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