L’esperto del sindaco Roberto Cicala snocciola i numeri relativi ai mancati incassi dall’anno 2003 sino al 2017
Negli ultimi 15 anni, la tassa di occupazione suolo relativa agli Impianti pubblicitari ha rappresentato un grande buco nero. Infatti, il Comune di Messina – con le varie amministrazioni che si sono succedute – non ha incassato quanto avrebbe dovuto, facendo sì che quelle mancate entrate contribuissero ad allargare la voragine dei conti comunali. Tempostretto si è occupato spesso in passato dell’annosa questione.
La relazione di Cicala
Nella relazione dei consulenti del sindaco Cateno De Luca, allegata a quella sul primo anno di mandato redatta dal primo cittadino, c’è un capitolo interessante a firma di Roberto Cicala, esperto nelle Politiche di Informatizzazione comunale.
«Dalle recenti verifiche operate su input dell’amministrazione – si legge testualmente – è emerso un tasso di evasione elevatissimo relativo al mancato pagamento dei canoni da parte delle Ditte aggiudicatarie del suolo per l’installazione degli impianti pubblicitari».
«Su diverse posizioni– spiega Cicala – si rileva l’attivazione di azioni legali finalizzate al recupero. Fatto sta che gli importi non riscossi sono ingenti e di difficile esazione soprattutto per il lasso di tempo intercorso rispetto all’iscrizione del credito».
Quadro drammatico
I numeri relativi ai mancati incassi dall’anno 2003 sino al 2017 aiutano a capire meglio quanto sia drammatico il quadro dipinto da Cicala.
Al 31 Dicembre 2017, il Comune di Messina avrebbe dovuto incassare come Canone COSAP € 4.375.803,20. Gli importi versati ammontano invece a € 460.599,00, vale a dire il 10,5%. Pertanto, l’ente non ha incassato l’89,5% delle somme dovute, pari esattamente a € 3.915.204 .
Imposta per la pubblicità
L’esperto comunale fa altresì presente che al dato relativo al canone di occupazione suolo pubblico per gli impianti pubblicitari si deve poi sommare l’importo di € 942.974,78 per i crediti vantati al 2018 per l’Imposta della Pubblicità (D.Lvo. 507/93).
«Nei fatti – sottolinea Cicala – un altro milione di euro che sommato ai 4.374.803,00 genera un mancato introito per il Comune di Messina per oltre 5 milioni di euro».
Dunque, per l’esperto di De Luca è evidente «il fallimento delle azioni gestionali degli ultimi decenni».
Inversione di rotta
Cicala spiega che l’attuale amministrazione intende invertire la rotta e «dopo l’attenta analisi dei dati, ha immediatamente avviato una chiara e diretta strategia volta a definire il problema in maniera perentoria».
Intanto, in attesa che vengano messe in atto le mosse di De Luca e venga avviato il sistema Banca Dati Unica, «con apposito atto amministrativo – si legge nella relazione – è stato intimato alle ditte aggiudicatrici di saldare le posizioni debitorie aperte avendo cura di mettere a norma gli impianti non conformi al fine di evitare l’immediata revoca delle stesse autorizzazioni».
Obiettivo dichiarato dell’amministrazione De Luca è quello di «dare un taglio drastico a 15 anni di immobilismo e permessivismo che alla città di Messina sono costati oltre 5 milioni di euro».
DLT