Niente tariffe, suolo pubblico "gratis". Dai consiglieri una diffida per il sindaco, danno erariale dietro l'angolo

Niente tariffe, suolo pubblico “gratis”. Dai consiglieri una diffida per il sindaco, danno erariale dietro l’angolo

Francesca Stornante

Niente tariffe, suolo pubblico “gratis”. Dai consiglieri una diffida per il sindaco, danno erariale dietro l’angolo

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mercoledì 29 Aprile 2015 - 23:22

Non si sbroglia la questione Cosap per la parte che riguarda i criteri per definire i canoni per l'occupazione suolo dell'impiantistica pubblicitaria. Nonostante una sentenza del Cga che risale al luglio scorso, a Palazzo Zanca non si muove una foglia. La Commissione Patrimonio ha fatto partire una diffida per il Sindaco, il Segretario generale e la Presidente del Consiglio.

Impianti pubblicitari e suolo pubblico, si decide di non decidere. Nonostante le commissioni consiliari dedicate all’intricata questione, nonostante la certezza che il Comune sta consapevolmente rinunciando a circa 1 milione di euro annui di canone per l’occupazione del suolo su cui sorgono gli impianti, nonostante le dichiarazioni di intenti, resta ancora tutto fermo. Da mesi non è più possibile quantificare le tariffe perché la parte di regolamento Cosap che definisce i criteri tariffari è stata dichiarata illegittima dal Cga, da mesi a Palazzo Zanca tutti concordano nella necessità di modificare il regolamento per colmare un vuoto normativo che alimenta l’abusivismo. Eppure non si riesce a trovare una soluzione. Con l’amaro risultato che nel settore dell’impiantistica pubblicitaria regna il caos assoluto, nessuno è più tenuto a pagare per avere l’autorizzazione a occupare il suolo pubblico con grandi o piccoli impianti destinati alle affissioni, e il Dipartimento Patrimonio non può neanche chiedere nessun canone perché al momento non esiste.

La commissione Patrimonio si è occupata più volte dell’argomento insieme all’assessore Sebastiano Pino e al Dirigente del Patrimonio Natale Castronovo, ad oggi però si sono registrate solo chiacchiere e pochi fatti. Per questo motivo, durante la seduta di venerdì scorso presieduta dal consigliere Gino Sturniolo, la commissione ha votato all’unanimità una mozione presentata dal collega Piero Adamo che inchioda tutti gli attori protagonisti di questa vicenda alle proprie responsabilità. Una formale diffida per il Sindaco Accorinti, il Segretario/Direttore Generale Le Donne e la Presidente del Consiglio Barrile affinché, ciascuno per le proprie competenze, pongano in essere tutti gli atti e le attività amministrative necessarie a ripristinare la regolarità nella gestione degli impianti pubblicitari collocati sul suolo comunale.

«E' evidente che solo un'attività di coordinamento fra i massimi responsabili degli organi interessati, nell'impossibilità della Commissione di esercitare pur anche il potere d'iniziativa, può dirimere in tempi rapidi le questioni sottese alla problematica che, certamente, possono determinare un grave danno per le casse dell'Ente» hanno scritto i consiglieri nella mozione per dire chiaramente che dev’essere l’amministrazione a prendere in mano le redini e a portare in aula quella modifica del regolamento che risolverebbe in un batter d’occhio tutti i problemi.

Durante il dibattito è emerso che il Consiglio non ha a disposizione tutti gli elementi necessari a studiare e proporre la giusta soluzione per chiudere questa assurda vicenda, servono dati e numeri che la commissione non ha e che invece il Dipartimento Patrimonio ha assicurato di aver consegnato all’assessore Pino, che dunque dovrebbe avere le idee più chiare sul da farsi. Invece anche da parte dell’esponente della giunta Accorinti si registra una fase di stallo che contribuisce ad acuire una situazione che è difficile continuare a tollerare come se, in una fase economica tanto delicata, al Comune non interessassero gli introiti di questa parte di occupazione suolo pubblico.

A dettare la linea c’è la sentenza del Cga dello scorso 9 luglio che cassa totalmente la parte del regolamento Cosap del 2011, all’articolo 4 comma 4, che stabilisce che per calcolare il canone di occupazione suolo per gli impianti si debbano tenere in considerazione i metri lineari della proiezione a terra piuttosto che i metri quadrati che effettivamente quantificano l’area occupata. L’ex assessore Filippo Cucinotta aveva preparato una bozza di nuovo regolamento Cosap che modificava proprio questa parte, ma poi arrivarono le dimissioni e quel percorso si è stoppato. In ballo c’è anche una delibera della Presidente Emilia Barrile che però non riesce ad arrivare alla discussione in aula, nonostante già in diverse sedute la consigliera Daniela Faranda aveva provato a tirarla fuori dalle sabbie mobili, senza grossi risultati. Per il resto nulla. La commissione adesso valuterà se provare a trattare il problema attraverso questa delibera che modifica i criteri per stabilire i canoni ma che al momento è all’esame dei Revisori dei Conti e che ha avuto due pareri del Ragioniere generale Cama, uno negativo espresso prima della sentenza del Cga, uno positivo post sentenza, ma solo per la parte che riguarda le prescrizioni del Consiglio di giustizia amministrativa.

I consiglieri però sembrano ormai avere pochi dubbi sul fatto che dev’essere l’amministrazione a portare in aula un atto che possa stabilire i canoni attraverso i dati forniti dal Dipartimento Patrimonio. Il guaio è che mentre si decide cosa fare e chi deve farlo i mesi passano, nelle casse comunali non entrano queste importanti somme e il rischio di provocare un danno erariale si fa sempre più concreto. Lo sa bene il Dirigente Castronovo che lo ha più volte segnalato ufficialmente l’importanza di colmare questo buco che fa perdere centinaia di migliaia di euro che alla fine continuano a mancare dai bilanci comunali. Lo sa anche la presidente Barrile, promotrice di questa iniziativa e, in generale, a Palazzo Zanca lo sanno tutti.

La commissione presieduta da Gino Sturniolo ha deciso di mettere un punto e dire basta allo scaricabarile tra gli uffici comunali, soprattutto la Ragioneria genenerale e il Dipartimento Patrimonio. Una diffida che serve anche a “scagionare” il Consiglio da colpe che nessuno vuole accollarsi perché ad oggi dicono di non avere tutti gli strumenti necessari e che vuole che sia l’amministrazione a fare la sua parte, anche in virtù di numeri, dati e conteggi che servono a quantificare l’importo delle somme che dovrebbero entrare in cassa e di conseguenza definire criteri validi per la tariffazione.

Mentre si deciderà cosa fare, le agenzie pubblicitarie potranno continuare a utilizzare i propri impianti siti sul suolo pubblico senza pagare e continueranno a registrarsi mancati incassi su questo fronte. Tutto questo mentre il Comune attraversa un momento economico difficilissimo e mentre i cittadini sono chiamati a enormi sacrifici in tutti i settori.

Francesca Stornante

4 commenti

  1. Cara FRANCESCA tu sai benissimo che l’atto di Giunta c’è, quindi i Consiglieri Comunali hanno tutti gli elementi per modificare il REGOLAMENTO COSAP, di cui hanno la piena responsabilità come da Statuto e normativa vigente. Come al solito c’è lo zampino dei Consiglieri autoproclamatosi EROI, un milione in meno nelle casse del Comune per un pugno di voti.

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  2. Cara FRANCESCA tu sai benissimo che l’atto di Giunta c’è, quindi i Consiglieri Comunali hanno tutti gli elementi per modificare il REGOLAMENTO COSAP, di cui hanno la piena responsabilità come da Statuto e normativa vigente. Come al solito c’è lo zampino dei Consiglieri autoproclamatosi EROI, un milione in meno nelle casse del Comune per un pugno di voti.

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  3. Consiglieriiiiiiiiiiiii

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  4. Consiglieriiiiiiiiiiiii

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