Palanebiolo, 17 minori trasferiti in strutture d'accoglienza più adeguate

Palanebiolo, 17 minori trasferiti in strutture d’accoglienza più adeguate

Eleonora Corace

Palanebiolo, 17 minori trasferiti in strutture d’accoglienza più adeguate

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sabato 12 Aprile 2014 - 23:57

Diciassette minori sono stati trasferiti dal Palanebiolo in strutture più idonee, dopo l'intervento dell'assessore ai servizi sociali Antonino Mantineo e al dirigente Giovanni Bruno. Intanto, un gruppo di attivisti ha contestato il Rettore Navarra nel corso di un' iniziativa, per l'autorizzazione alla realizzazione della tendopoli nel campo di cui l'Università di Messina è proprietaria.

Dopo l’ispezione del deputato Erasmo Palazzotto, l’assessore ai servizi sociali Antonino Mantineo , insieme al dirigente del settore che opera a Palazzo Satellite, Giovanni Brun, si è recato al PalaNebiolo per curare il trasferimento di diciassette minori, i quali sono stati collocati in strutture adeguate, nove con l’ai.bi e otto nei posti nuovamente messi a disposizione dall’Istituto Spirito Santo. Nei mesi precedenti, infatti, le sorelle dello Spirito Santo hanno già offerto ospitalità a diciassette adolescenti, prevalentemente egiziani.

Ai 343 migranti rimasti tra palazzetto sportivo e tendopoli al PalaNebiolo, in seguito al trasferimento di un gruppo di 130 persone e alla fuga di circa 117 – devono sottrarsi,dunque, i diciassette minori trasferiti in luoghi più idonei per la loro età che esige tutela.

Nel frattempo, è stato indetto un evento Mercoledì pomeriggio nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, titolato: “Messina: città dell’emergenza oppure dell’accoglienza?” al quale sono invitati a partecipare il sindaco, Renato Accorinti, il Prefetto Stefano Trotta, il Rettore Pietro Navarra, rappresentanti dell’azienda sanitaria provinciale e tutti i cittadini di Messina.

Al Rettore l’invito è stato ribadito sabato pomeriggio da parte di alcuni attivisti che sono intervenuti alla fine di un evento in cui Navarra è intervenuto come relatore . L’incontro promosso da “I Care” – percorso formazione politica – si è svolto ieri pomeriggio presso la Chiesa di Santa Maria Alemanna e si è focalizzato sul tema “Libertà e Benessere, definizione, metodi di misurazione e riflessi sulla democrazia”. Al momento del dibattito, è intervenuta Giuliana Sanò, dottoranda e membro del circolo Arci Thomas Sankara di Messina, che ha posto l’accento, a proposito della libertà, su quella di migrare, richiamando così, l’attenzione sul PalaNebiolo. Intanto, altri attivisti del Collettivo Unime, circolo Arci e Teatro Pinelli, hanno esibito lo striscione diventato ormai “classico”: “No alla tendopoli, si all’accoglienza solidale”. Alle successive domande rivolte da parte di Elena Zanghì, membro del Collettivo Unime e del docente Giovanni Raffaele, il dibattito è stato dichiarato chiuso.

L’incursione è motivata dal fatto che la proprietà della struttura sportiva “PalaNebiolo” ricade sull’Università di Messina, che per la realizzazione del centro – informale, sullo stile dei vecchi centri Puglia – di smistamento per i richiedenti asilo, ha concesso l’utilizzo del Palazzetto sportivo prima e l’autorizzazione per i lavori di smantellamento del campo da baseball in cui è stata realizzata la tendopoli. Per questo, già a Novembre, una sessantina tra professori e ricercatori dell'Università di Messina hanno sottoscritto una lettera aperta al Rettore Navarra per chiedere la revoca delle autorizzazione all'uso del PalaNebiolo e del campo da baseball per scopi Prefettizi e il suggerimento di luoghi di accoglienza più idonei e appropriati. L’iniziativa è stata accolta anche dagli studenti dell’Ateneo Peloritano che hanno dato vita ad una petizione online su avaaz.org.

Eleonora Corace

2 commenti

  1. Oltre al fatto che la magior parte di loro probabilmente non sa neanche la propria data di nascita, mi domando solo i 17 minori hanno diritto di essere trattati meglio?
    Mentre gli altri è normale vederli in tantissimi luoghi a chiedere l’elemosina?

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  2. Oltre al fatto che la magior parte di loro probabilmente non sa neanche la propria data di nascita, mi domando solo i 17 minori hanno diritto di essere trattati meglio?
    Mentre gli altri è normale vederli in tantissimi luoghi a chiedere l’elemosina?

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