Il gruppo di minoranza "Cambia Nizza" aveva già proposto in una seduta consiliare trascorsa di avviare una causa nei confronti del comune collinare per recuperare la cifra a cinque zeri che porterebbe anche una ventata di sollievo nelle casse comunali di Nizza. Ma di azioni legali per ora non se ne parla
E’ di oltre 100 mila euro il debito che Fiumedinisi ha maturato nei confronti del comune di Nizza di Sicilia per l’impianto consortile di depurazione sito nel centro jonico che serve anche il comune di Alì Terme. Proprio l’impianto per ora oggetto di discussione perché al centro della revoca dell’autorizzazione allo scarico in mare delle acque reflue inoltrata dal Dipartimento regionale acque e rifiuti (vedi correlato).
In una situazione critica economicamente, 100 mila euro farebbero senz’altro comodo all’ente nizzardo che intanto deve vedersela con altri problemi di natura finanziaria. “Abbiamo provato 6 debiti fuori bilancio – ha affermato il gruppo di minoranza nei giorni scorsi – per uno siamo stati addirittura condannati in contumacia. Maturiamo debiti per “dimenticanze” e non vantiamo i crediti”. Il gruppo di minoranza “Cambia Nizza” aveva già proposto in una seduta consiliare trascorsa di avviare una causa nei confronti del comune collinare per recuperare la cifra a cinque zeri che porterebbe anche una ventata di sollievo nelle casse comunali di Nizza. Ma di azioni legali per ora non se ne parla. Il sindaco Giuseppe Di Tommaso, durante un’intervista del gennaio scorso, era stato chiaro: “Abbiamo capito che il comune di Fiumedinisi non dispone di questa cifra. L’ultima cosa che resta da fare è una causa, ma io spero e sono convinto che a questo non si arriverà. Quello che dispiace soltanto è che mentre il comune di Fiumedinisi paga l’Ato mettendo le tasse al massimo e riceve la premialità (oltre 36 mila euro, ndr), non paga al comune di Nizza la sua parte per l’impianto di depurazione (…). Il comune di Nizza anticipa gli stipendi ai dipendenti del depuratore, perché Nizza ha il numero di dipendenti più alti. Poi Alì Terme paga la sua parte regolarmente, mentre Fiumedinisi no”.
Fiumedinisi non dispone di questa cifra. Di sicuro, neanche Nizza. L’atto di “generosità” del comune rivierasco cozza con il momento critico. Nessun motivo per non procedere legalmente, se non quello di rovinare i rapporti di “buon vicinato” e non turbare gli equilibri politici fra i due comuni. Intanto Fiumedinisi dovrà sborsare 1.110,42 euro, la parte che gli spetta per l’acquisto di un misuratore di portata per l’impianto di depurazione, per ovviare all’inconveniente di non poco conto della revoca.
Il problema rimane. Nizza matura crediti e i cittadini quando il depuratore non funziona subiscono i cattivi odori che provengono dall’impianto. Questo problema rispolvera una vecchia questione, quella dello spostamento a monte della struttura, fino ad ora rimasta però solo una bella idea.
(Giusy Briguglio)