Via libera alla riforma più annunciata della storia: nascono Liberi Consorzi e Città Metropolitane

Via libera alla riforma più annunciata della storia: nascono Liberi Consorzi e Città Metropolitane

Rosaria Brancato

Via libera alla riforma più annunciata della storia: nascono Liberi Consorzi e Città Metropolitane

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giovedì 30 Luglio 2015 - 10:02

Dopo due anni la riforma più annunciata della storia viene approvata dall'Ars. I Liberi Consorzi e le Città Metropolitane di Messina, Catania e Palermo tra alcuni mesi saranno realtà. E' sembrata un'impresa titanica fare dalla primavera del 2013 quel che al ministro Delrio è riuscito in pochi mesi....

E’ sembrata un’impresa a dir poco titanica, avviata nella primavera del 2013 e portata a termine 2 anni dopo quando al ministro Delrio per la riforma delle province di tutta Italia sono bastati pochi mesi.

Ma tant’è, la Sicilia è “speciale” anche per questo. Due anni per partorire la riforma più annunciata e amplificata della storia: l’addio alle Province e la nascita dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane di Palermo, Catania e Messina.

Oggi all’Ars quindi il voto finale (nei giorni scorsi sono stati approvati tutti gli articoli e gli emendamenti presentati) per quella che solo la faccia tosta, è il caso di dirlo, dei nostri politici viene fatta passare per una vittoria, per un traguardo.

Vittoria sarebbe stata se la riforma epocale fosse stata approvata nel luglio 2013, nell’autunno 2013, persino nella primavera del 2014, ma far passare per traguardo una norma approvata solo per stanchezza e sfinimento e con la paura che se non si fosse votata il rischio del ritorno alle urne sarebbe stato inevitabile, è francamente una presa in giro per i siciliani.

In ogni caso le ex Province andranno definitivamente in soffitta per lasciare spazio ai Liberi Consorzi tra Comuni, che in sostanza sono la stessa cosa ma è stato cambiato il nome e l’unica cosa concreta è stata l’abolizione della democrazia rappresentativa e delle elezioni. Cancellati consigli provinciali e giunte saranno invece organi di secondo livello a governare il territorio dell’Ente locale intermedio e gestire le competenze e le funzioni affidate con la normativa. Nei prossimi mesi quindi, dopo la pubblicazione della riforma ed il decreto attuativo, saranno i sindaci ed i consigli comunali del singolo Consorzio ad eleggere il Presidente del Libero Consorzio, che a sua volta sceglierà tra i componenti dell’Assemblea la sua giunta. Il presidente del Libero Consorzio potrà essere un sindaco di uno dei Comuni facenti parte della nuova realtà territoriale, scatenando quindi la corsa alle cordate politiche ed alle alleanze per il controllo del Palazzo. Ogni Libero Consorzio potrà comunque, per il mandato successivo, stabilire che si possa procedere per l’elezione del Presidente con una regolare elezione a suffragio universale, quindi di primo livello.

La novità è la nascita delle Città Metropolitane di Palermo, Catania e Messina che consentirà, nel nostro caso, di provare a “volare alto” come finora non è stato possibile. Lo status di Città Metropolitana consente infatti una serie di opportunità anche sul piano dei finanziamenti che ci auguriamo no vengano sprecate, nonché quel salto di qualità che ci farebbe uscire definitivamente dalla casella di Cenerentola dell’isola. A proposito di Città Metropolitane non sono passati l’emendamento dell’Udc ed uno analogo del Pd, peraltro ampiamente condivisibili, in base ai quali il sindaco della Città Metropolitana sia automaticamente il sindaco della città capoluogo, quindi in teoria Orlando, Bianco e Accorinti. L’idea è quella di far guidare l’amministrazione metropolitana da chi già guida il Comune “leader”, ma la proposta è stata bocciata e si procederà con elezione di secondo livello nell’Assemblea. Saranno quindi i sindaci della Città Metropolitana ed i consiglieri dei comuni a decidere chi sarà il supersindaco (e non è detto che alla fine non sia lo stesso primo cittadino della città capoluogo).

C’è ancora tempo per i Comuni che vogliano costituire un nuovo Libero Consorzio a provare l’iter che lo consente, purchè vi sia il requisito base della continuità territoriale.

Quanto alle funzioni i Liberi Consorzi e le tre Città Metropolitane avranno competenza in materia di servizi sociali, organizzazione del territorio, tutela dell’ambiente, cultura e sviluppo economico, scuole e strade. Uno dei nodi fondamentali è quello del personale perché i nuovi Enti in tre mesi dovranno dotarsi di pianta organica ed il rischio che parte dei dipendenti vada in mobilità è forte. Meno chiara è la situazione delle partecipate. L’obiettivo è chiudere i carrozzoni, ma saranno i passi successivi a stabilire tempi e modi.

La riforma quindi taglia il traguardo dopo due anni (e passeranno ancora alcuni mesi prima che diventi realtà) e se andiamo a rileggerci gli articoli di questi mesi e mesi, non riusciamo a spiegarci il perché di tempi biblici per partorire una norma piuttosto semplice. Nel frattempo i disagi causati ai cittadini ed al personale da una fase di limbo e di casse a secco (il governo nazionale ne ha approfittato per incamerare una serie di somme con la scusa che le Province non esistevano più) sono stati pesanti.

Rosaria Brancato

8 commenti

  1. spero che non sia solo un cambiamento di nome come l’ultima riforma che ha creato le “province regionali”avrei preferito che rimanessero le province magari con qualche sistemazione territoriale rendendo le provincie più omogenee per per cultura ed interessi economici.A mio parere è necessario dare maggiore forza ai Comuni rendendoli più autonomi:non può essere che le decisioni che le riguardano vengano assunti da altri,soprattutto dalla burocrazia estranea alle esigenze del territorio.Era necessario limitare i poteri della Regione e trasferirli alle province e ai comuni.Eliminare i consigli comunali nei piccoli Comuni:è sufficiente una giunta eletta, al cui interno vi sia rappresenta la minoranza si eviterebbero dannose congiure..

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  2. spero che non sia solo un cambiamento di nome come l’ultima riforma che ha creato le “province regionali”avrei preferito che rimanessero le province magari con qualche sistemazione territoriale rendendo le provincie più omogenee per per cultura ed interessi economici.A mio parere è necessario dare maggiore forza ai Comuni rendendoli più autonomi:non può essere che le decisioni che le riguardano vengano assunti da altri,soprattutto dalla burocrazia estranea alle esigenze del territorio.Era necessario limitare i poteri della Regione e trasferirli alle province e ai comuni.Eliminare i consigli comunali nei piccoli Comuni:è sufficiente una giunta eletta, al cui interno vi sia rappresenta la minoranza si eviterebbero dannose congiure..

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  3. Personalmente,sono anche contrario alle Regioni in quanto le vedo solamente come una delega di poteri,cosi come lo erano le inutili Province che fino adesso son state soltanto un mezzo per sperperare denari e posti di lavoro ai tanti politicanti della nostra regione e non solo…

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  4. Personalmente,sono anche contrario alle Regioni in quanto le vedo solamente come una delega di poteri,cosi come lo erano le inutili Province che fino adesso son state soltanto un mezzo per sperperare denari e posti di lavoro ai tanti politicanti della nostra regione e non solo…

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  5. maria… si faccia eleggere e proponga quanto scritto.io le daro’ il voto purchè non metta in mezzo o tibetano

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  6. maria… si faccia eleggere e proponga quanto scritto.io le daro’ il voto purchè non metta in mezzo o tibetano

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  7. CITTA’ METROPOLITANE? CON QUESTI SINDACI? MA ANDATE A GODERVI LA GRANITA. LA POLITICA DI SINDACI SINISTRI DI COLORE VERDE ARANCIONE O ALTRO E’ FALLITA VEDETE ROMA MILANO NAPOLI TORINO GENOVA TRIESTE BOLOGNA (CITTA’ FOGNA AL PARI DI ROMA) E VOLETE METTERE CITTA’ METROPOLITANE? ACCORINTI SAREBBE IN GRADO DI GOVERNARE SENZA IDEA FISSA DEL TIBET CHE PER LORO MESSINA NON ESISTE E SE NE FREGANO CONSIDERATE LE LORO CONDIZIONI? MA PERCHE’ NON LEVATE LA SPORCHIZIA PERCHE’ NON FATE DERRATTIZZAZIONI O DISINFESTAZIONI CONTRO ZANZARE E ANIMALI DI SCHIFO. ANCHE SE QUESTI ANIMALI I TIBETANI LI ADORANO E LI PROTEGGONO. MA CHE CAVOLO SCIRVETE DI LEGGI. LA PRIMA LEGGE E’ TOGLIERE LA SICILIA COME REGIONE A STATUTO SPECIALE, FIGURIAMO QUESTI SINDACI COLORATI

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  8. CITTA’ METROPOLITANE? CON QUESTI SINDACI? MA ANDATE A GODERVI LA GRANITA. LA POLITICA DI SINDACI SINISTRI DI COLORE VERDE ARANCIONE O ALTRO E’ FALLITA VEDETE ROMA MILANO NAPOLI TORINO GENOVA TRIESTE BOLOGNA (CITTA’ FOGNA AL PARI DI ROMA) E VOLETE METTERE CITTA’ METROPOLITANE? ACCORINTI SAREBBE IN GRADO DI GOVERNARE SENZA IDEA FISSA DEL TIBET CHE PER LORO MESSINA NON ESISTE E SE NE FREGANO CONSIDERATE LE LORO CONDIZIONI? MA PERCHE’ NON LEVATE LA SPORCHIZIA PERCHE’ NON FATE DERRATTIZZAZIONI O DISINFESTAZIONI CONTRO ZANZARE E ANIMALI DI SCHIFO. ANCHE SE QUESTI ANIMALI I TIBETANI LI ADORANO E LI PROTEGGONO. MA CHE CAVOLO SCIRVETE DI LEGGI. LA PRIMA LEGGE E’ TOGLIERE LA SICILIA COME REGIONE A STATUTO SPECIALE, FIGURIAMO QUESTI SINDACI COLORATI

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