Confronto acceso, ma anche convergenze maggioranza-opposizione: l'unica vera speranza è centrare l'azzeramento del deficit di Asp e Aziende ospedaliere
Nella parte centrale del pomeriggio, il Consiglio regionale “s’accende” sui conti della Sanità (e non solo).
Vediamo perché.
Controllo …affievolito
«Riteniamo che il progetto regionale dell’Alta velocità debba davvero ridurre i tempi di collegamento tra Reggio e Roma. La galleria Paola-Cosenza è un’altra cosa. La questione è atavica e i fondi non devono venire dal capitolo-Alta velocità».
Così l’assessore alle Infrastrutture Domenica Catalfamo, dopo la “punzecchiatura” di Graziano Di Natale sul tema.
Francesco Pitaro (Misto) però torna sui contenuti dei lavori consiliari. «La nostra non è una decisione estemporanea, ma sempre la stessa e risale a un sacco di tempo fa. Noi abbiamo annunciato che saremmo venuti in Consiglio regionale solo per approvare norme urgenti e indifferibili; le sole di cui, in atto, l’Aula è autorizzata a occuparsi».
Ma poi c’è da esercitare la funzione d’indirizzo e di controllo tipica dei consiglieri regionali. «Per esempio, presidente Arruzzolo, io avevo chiesto – fa presente Pitaro – di calendarizzare una seduta sul question time: da solo, ho 20 interrogazioni giacenti cui la Giunta non ha mai risposto. Fra queste, quella sul “corto” di Muccino, che non ha creato alcuna utilità ma solo danni, che risale all’ottobre scorso…». Fra gli altri temi trattati, la stagione turistica alle porte e la mancata certificazione della qualità delle acque calabresi ai fini della balneazione.
«Per restituire dignità a quest’Aula – ha osservato per parte sua Baldo Esposito –, andiamo velocemente a riappropriarci di quei pieni poteri che abbiamo perduto in seguito alla morte del presidente Jole Santelli. Così, in riunione di capigruppo potremmo affrontare tranquillamente anche tematiche importanti». E ha ricordato, Esposito, che l’opposizione “di ieri” (cioè il centrodestra) non ha fatto mai mancare il proprio apporto, neppure su un consuntivo di bilancio al quale i revisori dei conti neanche volevano apporre il proprio placet. «Io però mi auguro – così Esposito – che si finisca d’iniziare ogni seduta di Consiglio regionale con un’ora di dibattito politico “extra” ordine del giorno. E che l’opposizione voti “sì”, “no” o s’astenga, ma non abbandoni più l’Aula».
Questioni di cassa
Il riaccertamento dei residui attivi e passivi di bilancio, dopo la breve relazione del leghista Filippo Mancuso, è licenziato in un fiat.
A seguire è il presidente della Seconda commissione consiliare “Bilancio” Peppe Neri (Fratelli d’Italia) a esporre i termini della riproposizione del prestito per i debiti in Sanità fino al 2005.
«Nel 2011, l’Ente ottenne un prestito dal Mef, il Ministero dell’Economia e finanze; oggi andiamo a ritrattarne le condizioni. All’epoca, il tasso d’interesse era del 5,6% circa: adesso – spiega il consigliere meloniano – si spera di ottenerne uno inferiore alla metà, anche se ancòra attendiamo di ricevere la proposta. Con un lavoro accorto, s’è riusciti dunque a risparmiare denaro pubblico. Di solito io non faccio i complimenti ai dirigenti, perché sono molto ben pagati per fare il loro dovere, ma stavolta a Filippo De Cello faccio i complimenti. Perché non ha solo fatto il suo dovere, ma è andato oltre, compensando i “buchi” nell’azione del commissario governativo alla Sanità e dei dirigenti del Dipartimento Tutela della salute».
Ma proprio su questo punto, dall’esito apparentemente scontato, si riaccende il confronto maggioranza-opposizione.
Guccione: far luce sul debito sanitario
Il capogruppo piddino Mimmo Bevacqua conviene sulla necessità d’approvare anche come opposizione la riproposizione del debito. E anche su quanto sia «grave che, pure tra i dirigenti regionali, come ha esposto Neri c’era chi “remava contro” anziché lavorare nell’interesse esclusivo dei calabresi». Quanto al resto, però, Bevacqua ripropone la dialettica con la maggioranza sugli ordini del giorno delle varie sedute d’Aula. «La vecchia gestione di centrosinistra? Non ce ne frega nulla, inutile guardare al passato. La cosa che dovete fare è proporci di varare cose d’interesse per i calabresi, noi su questo saremo sempre disponibili. Ma la realtà è che quasi tutti i vostri provvedimenti sono di captatio benevolentiae, e se l’andazzo è questo non mi rivedrete in Aula, ma neppure in Capigruppo», ammonisce.
Prende poi la parola Carletto Guccione del Partito democratico. E come suo solito, entra nel merito del provvedimento in esame. «Il debito accumulato fino al 2005 era di circa mezzo miliardo di euro, il tasso d’interesse per il prestito contratto era del 5,75%. Oggi si sono create le condizioni per abbattere gli interessi, magari pagheremo il 2% visto che è l’attuale tasso praticato da Cdp, la Cassa depositi e prestiti. Ma questo mi dà l’occasione di chiedere lumi su cosa sia accaduto: non tanto il debito, ma quanto accaduto dopo fa parte della pagina più buia della Sanità calabrese». Il riferimento di Carlo Guccione è prima alla Bde, poi soprattutto all’advisor Kpmg, «che doveva svolgere un ruolo di supporto tecnico» incapace di certificare e quantificare il debito esistente delle Aziende ospedaliere e sanitarie, quando a tutt’oggi «le sole Asp di Cosenza e Reggio Calabria assorbono qualcosa come 2 miliardi di euro, mentre non si approvano i bilanci aziendali da anni. Spero interessi anche a voi appurare la verità su questi conti e cos’ha fatto la strapagata Kpmg».
«Azzerare il debito»
Tra i punti esposti da Francesco Pitaro del Gruppo misto, la «necessità per il Governo regionale che verrà di spingere su Roma per azzerare, o in subordine ridimensionare drasticamente, il debito delle nostre Asp e Aziende sanitarie». Nel merito, Pitaro avalla le considerazioni di Guccione sul ruolo ambiguo di Kpmg: «Si potrebbe cercare di far luce in Commissione Sanità, o perché no?, attraverso una Commissione speciale d’inchiesta».
Non è d’accordo sulla Commissione d’inchiesta, ma propone l’audizione dei soggetti interessati il presidente della Commissione consiliare Sanità Baldo Esposito. Che però aggiunge che «non sarà facile», vista la forte predisposizione di tutti a far scivolare le effettive responsabilità in un calderone indistinto. E aggiunge, il consigliere cidiellino: «Gli stessi commissari ci fanno sapere che non è realistico pensare a un’approvazione nel breve termine di bilanci su cui non s’è riusciti a fare chiarezza in lunghissimi anni. Ma la questione, più che tecnica, è politica. Dopo 90 giorni che non saranno approvati i bilanci delle Aziende dovrà farlo il commissario; dopo ulteriori 30 giorni, se neppure lui provvederà, decadrà lo stesso Guido Longo», è lo scenario ben poco fausto tratteggiato da Esposito. Ecco un motivo in più, articola il suo intervento, per cui il vero profilo della questione è politico. E l’unica vera chance per rimettere i conti a posto, in Calabria, è l’azzeramento del debito regionale in Sanità: «Se Spirlì ce la facesse ad avere ulteriori interlocuzioni, anche in questo finale di consiliatura, sarebbe un dovere di tutti appoggiarne l’azione per addivenire nei tempi più brevi possibili a quest’obiettivo, l’azzeramento del debito. Qualsiasi commissario incaricato di far luce sui bilanci delle Aziende fallirà».
Graziano punta l’indice su Roma
Il capogruppo udiccino Pino Graziano ricorda come il commissario dell’Asp di Reggio Calabria Gianluigi Scaffidi abbia chiesto una proroga rispetto al termine dei previsti 90 giorni e l’innesto di consulenti esterni. Se non sono stati fin qui capaci d’approvare i bilanci, difficilmente i dirigenti dell’Asp lo saranno adesso.
«Qual è la strada più giusta? Neanch’io saprei dirlo – ammette Graziano -. Però redigere e approvare bilanci corretti per l’anno in corso non è impedito dalla mancata approvazione dei bilanci degli anni precedenti». Aggiunge il centrista di non essere «ottimista: le audizioni già effettuate non hanno prodotto alcun contributo reale, circa la ricostruzione sul debito storico nella Sanità calabrese. E poi, al netto delle gravi responsabilità dei commissari delle Aziende, ce ne sono d’enormi dello Stato. I vari “tavoli” Massicci e Adduce cos’hanno controllato?». E intanto, evidenzia, «l’edilizia sanitaria è completamente ferma».
La proposta: dare un incarico formale a una delegazione di Giunta, maggioranza e minoranza per discutere a Roma col Governo sulla possibile, realistica via d’uscita.
Per parte sua, invece, Mimmo Giannetta di Forza Italia avalla l’ipotesi di una Commissione congiunta Vigilanza-Sanità.
Sainato invoca chiarezza
Tra gli altri interventi, prima del voto, quello del forzista locrese Raffaele Sainato: «Chiederei un avallo diretto del presidente della Giunta, anche per capire bene che fine fanno i debiti dal 2010 in poi. Noi non abbiamo bisogno di parole da parte di chi andiamo ad audire nelle Commissioni: abbiamo bisogno prima di tutto delle carte, dei documenti che accertino come stanno le cose. E poi: che fine faranno i soldi dei contribuenti calabresi nel momento in cui, sebbene a un tasso d’interesse più basso, si ripropone il prestito. Andranno ad affievolire il debito successivo al 2005? O ci sono debiti residui anteriori a quella data? Prima di dialogare col Governo, dobbiamo essere documentati e avere le idee chiare».
Dopo ulteriori interventi sul tema, il qualificante punto relativo al rinnovo del prestito (a tassi inferiori) verrà coralmente approvato.