Il raduno, la lettura del documento e l'incontro con l'Arcivescovo alla Villa comunale. Poi il corteo lungo corso Garibaldi e il tempo di preghiera al Duomo
REGGIO CALABRIA – Centinaia di giovanissimi (ma non erano poche neppure le famiglie intere, a volte “passeggini al séguito”) hanno animato ieri sera i Passi di pace promossi dagli scout di Reggio Calabria.
Un’iniziativa che, al contempo, ha incarnato il primo dei momenti diocesani per l’Ucraina, in un percorso sinodale per la pace «che coinvolgerà tutte le aggregazioni laicali dell’Arcidiocesi Reggio Calabria-Bova».
In questo caso, si sono radunati alla Villa comunale (inizialmente, s’era detto in piazza Italia) gli scout di Agesci, Asci, Cngei, Fse e Masci.
Accanto ai canti scout sui temi dell’amicizia, della fraternità e soprattutto della pace (proprio «Teniamo accesa la speranza della Pace» è lo slogan del percorso sinodale promosso dall’Arcidiocesi), la lettura di un documento scritto coralmente.
Nell’occasione, alla Villa si sono visti anche alcuni tra i primi rifugiati ucraini giunti nel Reggino.
Alla Villa, a rivolgersi soprattutto ai più giovani “costruttori di pace”, c’era anche l’arcivescovo reggino monsignor Fortunato Morrone.
Emblematica, in questo contesto, la consegna della luce di Betlemme al soggetto plurale che andrà ad animare il momento successivo del percorso sinodale sulla pace.
Poi il corteo largo che dalla Villa comunale s’è snodato lungo corso Garibaldi, coi suoi emblemi di pace e i colorati vessilli, andando quindi a confluire all’interno della Cattedrale per un tempo di riflessione e di convergente preghiera per la cessazione d’ogni ostilità in terra ucraina.