Il neo eletto Giuseppe Antoci ha incontrato ieri i sostenitori del M5S. Unico parlamentare messinese e il più votato nel centrosinistra
MESSINA – “Sento una grande responsabilità nei confronti di tutti coloro che mi hanno votato. 64mila e 866 voti che mi hanno portato al Parlamento europeo. Il più votato nel centrosinistra nella Circoscrizione Isole. Una mia vittoria? No, lasciamo stare l’io. L’io ha devastato la politica italiana. Vince una squadra. Vince un’idea. Vince anche il sogno di rappresentare un territorio bellissimo, in un luogo importantissimo. La prossima legislatura europea sarà decisiva: dalla pace all’ambiente e alla giustizia e alla difesa degli ultimi. Il reddito universale è una priorità e oggi sono poveri anche quelli che lavorano”. Giuseppe Antoci è stato accolto ieri da tanti militanti nella sede targata Cinquestelle di via Dogali. Il capogruppo all’Ars Antonio De Luca ha fatto gli onori di casa. L’unico messinese eletto al Parlamento europeo, capolista per il M5S, ci tiene a rbadire un concetto: “Io non sparirò. L’ho detto in campagna elettorale e lo confermo. Continuerò sempre ad ascoltare le voci di questi territori. Da solo non concluderei nulla”.
Assicura Antoci: “Io mi batterò come ho fatto negli ultimi dieci anni. Il ponte sullo Stretto? C’è stata una sovraesposizione legata alle elezioni”. Ex candidato al Senato per il Megafono di Crocetta, Antoci aveva evidenziato in precedenza: “Ho detto tanti no in questi anni. Ho rifiutato tante candidature ma ho detto sì per coerenza al Movimento Cinquestelle, con il quale da anni ho avviato un dialogo. Io ho fatto il presidente del Parco dei Nebrodi dal 2013 al 2018 (ha subito un attentato nel 2016, n.d.r.). E oggi, grazie a quel lavoro, abbiamo una norma (il cosiddetto protocollo Antoci, n.d.r.) che sta devastando i patrimoni delle mafie. Ed è nata da un piccolo territorio, ascoltando. Ora il lavoro continua al Parlamento europeo, nell’area progressista. In primo piano l’importanza di ridare centralità allo Stato sociale. Tanta gente non si cura perché non ha soldi. Da questi bisogni occorre ripartire”.