Al cittadino costa sempre di più chiedere giustizia, di contro le riforme rendono sempre più difficile ottenerla. Il Primo Presidente Nicolò Fazio spiega perché e fornisce i dati relativi a Messina e Provincia. Oggi inaugurazione dell'Anno giudiziario (foto gallery in allegato)
Picchetto dell’Arma, magistrati in mantello vermiglio, avvocati in toga nera. Il tappeto rosso al cento dell’atrio di Palazzo Piacentini, il palazzo tirato a lucido che mostra finalmente le sue molte bellezze. I rituali della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario nel distretto di Corte d’appello di Messina non sono mancati neppure quest’anno. E, come ormai da molti anni, i diversi interventi che si sono susseguiti hanno costituito una lunga litanìa di lamentele: carenze di organico, lentezza nei processi, arretratezza dell’edilizia, polemiche sulle riforme. L’unica “novità” dell’anno sono stati i nuovi problemi: quelli dovuti all’accorpamento alla sede principale delle sezioni staccate, chiuse nei mesi scorsi. In questo quadro a tinte fosche, la notizia, di ieri, del via libera ministeriale alla riapertura del Tribunale di Lipari è poco più che una goccia nell’oceano. Al Primo Presidente della Corte d’Appello, Nicolò Fazio, il compito di tracciare il desolante quadro generale, sciorinando i dati del disastro.
A cominciare dalle carenze di organico, che pesano soprattutto sulle lungaggini nelle definizioni dei processi. Vacanti il 25% dei posti al Tribunale di Messina, il 20% in Procura. Tre posti vuoti al Tribunale di Barcellona, dove due magistrati sono in maternità. Cinque i sostituti che servirebbero alla locale Procura, e che invece non ci sono. Non va meglio a Patti, dove ai due posti rimasti vacanti nel 2013 si sono aggiunti i 2 trasferimenti. Al Tribunale che serve gran parte della popolosa fascia tirrenica e nebroidea del messinese sono stati accorpati soltanto 2 dei 6 magistrati prima in servizio a Mistretta, una delle sedi soppresse.
“E’ accaduto che gli uffici accorpanti si siano ritrovati sommersi da una marea di fascicoli e privati nello stesso tempo del personale amministrativo che se ne facesse carico, dirottato inspiegabilmente in uffici meno oberati. Ed è accaduto altresì che nei tribunali accorpanti siano mancati gli spazi sufficienti a contenere i nuovi arrivi”, spiega il Presidente Fazio a proposito degli accorpamenti messi in atto lo scorso anno, che hanno riguardato anche Sant’Agata di Militello e Taormina.
Invece, ha proseguito Fazio, “si deve fronteggiare una volta per tutte l’arretrato, una zavorra di milioni di cause, da “rottamare” a qualsiasi costo, se vogliamo smetterla con le litanie e le geremiadi. Nel settore civile non basta avere introdotto la mediazione e il c.d. filtro di ammissibilità in appello. Né sembrano risolutive le ulteriori misure legislative, recentemente annunciate. Ben venga la semplificazione dei riti, ma che inciderà solo sul trend lavorativo futuro. Problematica appare, invece, la semplificazione dei moduli decisionali, che potrebbe sconfinare nel giustizialismo, cioè in una giustizia sommaria, quale quella espressa in uno scarno dispositivo e non ragionata con l’esposizione analitica dei motivi di diritto. Per questa via si corre un duplice rischio di incostituzionalità, della lesione del principio motivazionale dei provvedimenti giurisdizionali e del principio di uguaglianza, di pari accesso dei cittadini alla giustizia. Sarebbero infatti penalizzati i soggetti meno abbienti, che si dovrebbero accontentare di una giustizia criptica, a fronte dei più facoltosi, che, invece, potendo pagare una parte del contributo unificato, fruirebbero della motivazione”.
Fazio si è anche soffermato sui pur pochi elementi positivi: la progressiva informatizzazione dei processi, dall’uso massiccio delle Poste certificate, alla informatizzazione delle notifiche passando per il servizio on line delle aste giudiziarie. Processo di informatizzazione che però deve essere sostenuto comunque dal punto di vista delle risorse, perché servono addetti e servono denari per acquistare e aggiornare i software.
“Provvidenziale appare poi” ha spiegato il Primo Presidente tornando sul piano legislativo “ la misura contenuta nel decreto legge “del fare”, convertito poi in legge, in virtù della quale le Corti di appello si avvarranno dell’opera di giudici ausiliari, che integreranno i collegi per smantellare l’arretrato non suscettibile di perenzioni forzose. Si perverrebbe così alla realizzazione di quel “doppio binario”, che vede i magistrati togati impegnati a definire nei termini fisiologici gli affari correnti e i magistrati onorari intenti ad affrontare quelli datati.”
Ultima nota dolente; la prescrizione. “Nel nostro distretto sono state pronunciate nei vari gradi di giudizio sentenze dibattimentali, dichiarative di tale causa estintiva, pari al 6,70 % delle definizioni, non certo per colpa dei giudici, che lavorano al limite delle loro possibilità, ma dell’imbuto del sistema, che, per l’esiguità degli organici, riesce ad esitare solo una parte di quanto introita. Un dato che, moltiplicato in tutto il territorio nazionale, è allarmante nella misura in cui, soverchiando la capacità di tenuta del sistema, denuncia l’inefficienza dell’apparato giudiziario. Ed è doppiamente negativo, ove si consideri che paradossalmente chi fruisce della prescrizione si avvantaggia pure dell’indennizzo che gli assicura la legge Pinto. Il danno e la beffa.”
“E’ urgente invece una riforma – ha concluso Fazio – che spazzi dalle aule di giustizia tutti i reati bagatellari e ne impedisca l’afflusso. Magari un provvedimento di clemenza una tantum, meno esecrabile di una impotenza punitiva dello Stato, dichiarata giorno per giorno, in nome del popolo italiano, in uno stillicidio continuo.”
CITTADINANZATTIVA – GIUSTIZIA PER I DIRITTI –rivolge al Presidente del Tribunale una semplice richiesta, per snellire e, chissà!, ridurre le procedure giudiziarie civili e commerciali, in atto esistenti: dare una direttiva agli Organi giudicanti, perché valutino, per i procedimenti in corso sulle materie in cui è obbligatoria la mediazione, l’opportunità di sospendere i procedimenti e disporre di effettuare l’esperimento della mediazione. Qualcosa si otterrebbe di certo. Porto come esempio, un caso personale: Incarico di Mediatore, comunicatomi – via e mail – dall’Organismo di MEDIAZIONE FORENSE del CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI MESSINA, in data 10 gennaio 2014. Seduta-incontro di mediazione il 17 gennaio 2014, ore 10,30. Svolgimento e definizione, in una sola seduta. La mediazione civile è conveniente perchè brucia i tempi della definizione (massimo 4 mesi), riduce enormemente le spese legali e giudiziarie e tutti gli atti sono esenti dall’imposta di bollo e da ogni altra spesa, tassa o diritto. Il mediatore può essere indicato e scelto, di comune accordo, dalle parti.