Il fumettista messinese ha inaugurato la rassegna “Ex Ante – Progressioni d’Arte”, ideata da Simone Caliò e Sergio Maggio e ospitata dal “Fai Tu Bistrot”
Si concerta sulle arti visive la rassegna Ex Ante – Progressioni d’Arte, organizzata da Simone Caliò e Sergio Maggio, e ospitata dal “Fai Tu Bistrot” di Nino Barbaro. Il progetto, inaugurato ufficialmente ieri (mercoledì 28 novembre 2018) dall’incontro con l’illustratore, fumettista e insegnante messinese Lelio Bonaccorso, si concluderà il prossimo giugno e alternerà le esposizioni di illustratori, pittori e grafici.
“L’idea è dare visibilità a talenti nostrani”, ci ha spiegato uno dei due organizzatori, Simone Caliò, “Molti di loro, in realtà, sono già bene affermati, come per esempio Laura Pittaccio e Gianluca Gugliotta, ma volevamo offrire al pubblico la possibilità di conoscerli meglio”.
La formula della rassegna prevede che gli undici artisti, tutti siciliani e per la maggior parte messinesi, racconteranno ai visitatori i propri percorsi di formazione e le proprie esperienze creative, presentando, di fatto, loro stessi e la loro arte.
Lelio Bonaccorso, già autore per Feltrinelli, Marvel Comics, Walt Dinsey Comics, Sergio Bonelli Editore e numerose altre case editrici, ha iniziato il proprio intervento parlando proprio del legame con la terra d’origine: “Anche se devo spostarmi molto, di base ho continuato a vivere a Messina, anzi a Spadafora. Questo perché ho la grande fortuna che la mia professione dà la possibilità di lavorare per clienti anche stranieri restando a casa. Se mi fossi trasferito fuori, avrei avuto probabilmente maggiori chance professionali, ma sono contento di essere rimasto, perché questo porta con sé la responsabilità di impegnarsi per la propria terra, e un modo importante di farlo è contribuire alla formazione dei giovani”.
“Io faccio fumetti, un tipo di prodotto caratterizzato dalla sequenzialità” ha proseguito Bonaccorso, “Una tavola che è qui esposta è tratta da Acquarius, reportage documentaristico a fumetti realizzato per Feltrinelli. Si tratta di un acquerello monocromatico, su cui poi l’arancione, colore della salvezza, è stato aggiunto in modo digitale. Oggi si disegna col computer? Nì, perché si disegna sempre a mano, ma la tecnologia odierna permette particolari effetti”.
Il fumettista si è poi soffermato sui social: “Chi fa il nostro lavoro non può non dar loro importanza, soprattutto a Instagram, che è il più seguito dai giovanissimi. Bisogna tenere presente che le case editrici, guardando agli artisti, analizzano, tra i vari fattori per scegliere su cui puntare, anche chi ha il maggior numero di follower. Del resto, una volta il presidente della Marvel mi disse che il fumetto è due cose: arte e business. Aveva naturalmente ragione, perché è chiaro che c’è il lato artistico, ma è necessario pure fare attenzione al mercato. Ad esempio, se ci rivolge a quello francese si realizzerà un prodotto diverso rispetto a un altro, invece destinato al mercato italiano”.
“Per me il lavoro inizia quando ricevo un copione” ha proseguito Lelio Bonaccorso, “Mentre l’attore quando riceve un copione inizia a prepararsi per il ruolo da interpretare, io devo invece immaginare una scena e riproporla sul foglio. Il processo creativo nasce già mentre leggi, poi si eseguono varie fasi: storyboard, matita, china, colore e nuvolette. Per realizzare un fumetto devi avere una formazione che comprende la sceneggiatura, la prospettiva, la scenografia, la recitazione e la fotografia, e soprattutto devi avere la capacità di raccontare. Il fumettista bravo non è un genio del disegno, ma quello che se lo leggi ti fa emozionare”.
Alla domanda, posta da Simone Caliò, su quando avesse scelto la sua strada, Bonaccorso ha risposto senza esitare: “Da piccolissimo. A sei anni contemplavo due possibilità: l’archeologo, perché ero un fan di Indiana Jones, o il disegnatore. Poco dopo ho scelto la seconda ipotesi. Non è stato facile, perché mi sono confrontato con un territorio in cui è particolarmente difficile muoversi. Portavo in giro i miei disegni, ricevendo rifiuti anche molto duri. Poi ho scoperto la scuola del fumetto di Palermo”.
Caliò ha quindi nuovamente interpellato l’ospite sull’importanza dello studio: “La scuola del fumetto per me è stata molto importante, e sono onorato di aver poi partecipato, da docente, al percorso di crescita di tanti futuri disegnatori. Lo studio è alla base, perché conoscere la tecnica è indispensabile se si vuole percorrere questa strada in modo professionale. Però è giusto aggiungere che, pur trattandosi di un requisito necessario, non è sufficiente. Come dicevamo prima, non si è artisti se non si trasmettono emozioni”.
In chiusura dell’incontro Lelio Bonaccorso ha parlato dei suoi futuri progetti, tra cui un’altra collaborazione con Feltrinelli e con una casa editrice francese. Inoltre, l’artista ha collaborato con “Baobab”, associazione che si occupa di volontariato in Eritrea, realizzando un calendario di disegni, dalla cui vendita si raccoglieranno fondi da destinare appunto ai fini dell’associazione.
Le immagini firmate da Bonaccorso – primi piani di personaggi celebri, tra cui John Lennon, Pasolini, Frida Kahlo e David Bowie, e alcune tavole prese dai suoi graphic novel – resteranno in mostra al “Fai Tu Bistrot” fino al 21 dicembre, quando verranno sostituite dalle opere di Laura Pittaccio, successiva protagonista di “Ex Ante – Progressioni d’Arte”. Caratteristica della rassegna, infatti, è il perdurare di ogni esposizione fino all’inizio della susseguente, rendendo di fatto il “Fai Tu Bistrot” sede di una permanente fino a giugno.