Inaugurazione stagione concertistica - Da Roma a Buenos Aires…..con nostalgia.

Inaugurazione stagione concertistica – Da Roma a Buenos Aires…..con nostalgia.

Giovanni Francio

Inaugurazione stagione concertistica – Da Roma a Buenos Aires…..con nostalgia.

martedì 19 Ottobre 2021 - 15:28

Con le note struggenti di Morricone, tratte dal tema colonna sonora del film “Nuovo Cinema Paradiso”, si è aperta al Palacultura di Messina la stagione concertistica 2021/2022. È toccato all’ Associazione Musicale V. Bellini, domenica 17 ottobre, inaugurare la stagione, proponendo, giustamente, un omaggio ad Astor Piazzolla, nel centenario dalla sua nascita (11 marzo 1921).

Anche se nel corso dell’intera estate le storiche associazioni musicali hanno offerto in abbondanza serate concertistiche in vari siti del messinese, l’inaugurazione della stagione 2021/2022 non deve ritenersi affatto un evento scontato, ma deve essere accolta come qualcosa di straordinariamente importante, se pensiamo all’ultimo triste e nero inverno, privo di musica, appena trascorso. Ricordo che di questi tempi l’anno scorso avevano inaugurato la stagione la Filarmonica Laudamo e, in seno alle Associazioni Musicali riunite, l’Accademia Filarmonica, per poi interrompere definitivamente l’attività dopo pochissimi concerti, mentre invece l’Associazione Bellini non fece in tempo neanche ad inaugurare, ovviamente a causa della pandemia.

Speriamo che questo angosciante e straniante periodo sia ormai alle spalle.

Protagonista assoluto della serata il bandoneon del bravissimo Mario Stefano Pietrodarchi, accompagnato da un quintetto di prim’ordine, composto dalle prime parti dell’Orchestra del Teatro Bellini di Catania, che Pietrodarchi ha voluto presentare uno ad uno: Vito Imperato primo violino, Marcello Spina secondo violino, Bruno Boano viola, Andrea Waccher violoncello e Nicola Malagugni contrabbasso. In due brani è stato protagonista anche il pianista Giuseppe Miseferi.

Pietrodarchi ha spesso interloquito col pubblico, e non ha mancato di ringraziare il Presidente dell’Associazione musicale, Giuseppe Ramires, e il direttore artistico, Gloria Campaner.

Prima di eseguire le più celebri composizioni di Piazzolla, i musicisti, in una sorta di viaggio ideale da Roma a Buenos Aires, hanno omaggiato due grandissimi autori di colonne sonore del cinema italiano: Ennio Morricone e Nino Rota.

Del primo, gli artisti hanno eseguito una miscellanea “THREE THEMES”, che ha compreso, oltre il già menzionato tema da “Nuovo Cinema Paradiso”, i celebri temi da “Mission” e “C’era una volta il West”.

Di Nino Rota, è stato proposto un omaggio a Federico Fellini, con le indimenticabili colonne sonore dei film “La Strada”, “Amarcord”, così dolce e malinconica, e “Otto e mezzo”, con quella straordinaria marcia fra l’ironico ed il grottesco, indimenticabile, vero emblema del cinema visionario di Federico Fellini come le famosissime immagini del girotondo circense, che ascoltando la musica vengono naturalmente alla mente.

Dopo due singolari composizioni di un allievo di Pietrodarchi, Giuseppe Sangeniti, intitolate “GIULIETTA SPIDER”, “GIULIA”, in omaggio all’Alfa Romeo, casa automobilistica della quale l’autore è un vero appassionato, musica che chiaramente si ispira a Piazzolla, ecco finalmente di scena i capolavori del musicista argentino, probabilmente il più grande della storia musicale di questo paese.

I musicisti hanno iniziato con “OBLIVION”,famosissimo, dalla vena nostalgica e malinconica tipicamente sudamericana, che Piazzolla compose su commissione di Antonioni per il suo film Enrico IV.

È stata poi la volta di “ADIOS NONINO”, sicuramente uno dei brani più belli, oltre che celebri, del compositore argentino, ove è racchiusa tutta la sua poetica. Il brano, composto in ricordo del padre appena morto, presenta infatti due temi contrastanti, uno fortemente ritmato, un tango dal sapore drammatico, un altro di un’infinita e commovente malinconia.

Dopo “SOLEDAD”, dall’atmosfera rarefatta e misteriosa, con l’intervento al pianoforte di Giuseppe Miseferi, e “JORGE ADIOS”, del quale esiste anche una versione cantata da Milva, che il compositore argentino aveva eletto come cantante italiana dei suoi brani, ecco il trascinante “SUR”, un tango dal ritmo irresistibile, applauditissimo.

Infine “LE GRAND TANGO”, un brano complesso, in tre movimenti, che Piazzolla non ha composto per il bandoneon, ma per il magico violoncello di Rostropovich.

Eccellente l’esecuzione di tutti i componenti della piccola orchestra, straordinaria e trascinante la performance di Mario Stefano Pietrodarchi, formidabile virtuoso del bandoneon.

Dalla lettura del programma di sala tutti i presenti in sala avranno capito che il brano più celebre di Piazzolla, “Libertango”, non compreso nel programma, avrebbe rappresentato il bis, e così infatti è stato, eseguito questa volta da Pietrodarchi con la fisarmonica.

Ovazioni del pubblico, numeroso per questo primo concerto della stagione, che hanno indotto gli artisti a eseguire un secondo bis, “Murasaki” di Dimitri Jurowsky.

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